I VUOTI DI MONTI

C’è poco da discutere: Monti è un personaggio incomprensibile. In lui c’è qualcosa che non convince neppure chi lo giudica… male.

Anzitutto, questione di forma. Dico,ʺstileʺ. Egli è indubbiamente persona signorile, ʺper beneʺ – qualità che, in un ambiente come il nostro, ch’è di magnifica plurisecolare principesca signorilità bruttata da incrostazioni di indicibile vergognosa cafoneria da primato mondiale, sarebbe quel che ci vuole -, eppure… eppure egli si prospetta alleanze con personaggi fini come Fini. Ma che, è matto?

E poi, questioni di contenuti. Ha tutta l’apparenza d’un uomo sensibile. Ma poi, da vero ʺtecnicoʺ, manda all’ospedale o senz’altro al cimitero, per stenti, fame, disperazione, centinaia e centinaia di Italiani. E consente alle sue donzelle di fare stronzate ʺtecnicheʺ come quella degli esodati. Bocconiano, dicono valente economista, si adopera per distruggere due-tre aziende al giorno. Propugna la giustizia fiscale, ma strangola esclusivamente le classi medio-basse. Invece di controllare le spese, tutte le spese, azzoppa la produzione.

Incredibile. Molto interessante però il suo programma elettorale: la lista dei suoi propositi, ad es. quella abbozzata nella postfazione di Ballarò del 22 scorso, presenta una lodevole armonia di intenti. Un quadro d’insieme non troppo dissimile da quello che propone Berlusconi, tanto che viene il dubbio: non sarà un astuto copia-e-incolla, tutta chiacchiera pre-elettorale?

Ma attenzione! Proprio nel suddetto programma, ecco due carenze d’importanza capitale. La differenza dal programma berlusconiano esplode in tutta la sua gravità, dico, per la presenza di due vuoti che svelano un trucco sinistro: 1° vuoto: all’importantissimo problema della magistratura, che sta allegramente deragliando giorno dopo giorno (occhio al bel caso Ingroja), egli dedica un non so se elegante (!?), ma assordante, e certo a lui utilissimo, silenzio. Niente esigenza e niente propositi d’un severo ripristino della par condicio nel Consiglio Superiore. Ma che scherziamo!?

2° vuoto: un silenzio ancora più assordante e vergognoso egli dedica alla nostra Costituzione; e, alleato oggettivo del Benigni, dimentica di accorgersi delle predisposte nequizie in essa contenute. Questi due punti (magistratura, Costituzione), sono proprio quelli che impediscono all’Italia di restare, o di rientrare, nell’alveo d’una sana democrazia. L’Italia ha già di suo la pecca d’un eccesso di politicizzazione. Osservate la vita quotidiana nei nostri villaggi: persino al caffè o dal tabaccaio non si parla che di politica. È lo sport nazionale: ʺcome si fa per fottere il prossimoʺ. Questa di per sé grave pecca diventa esiziale quando diventa tirassegno a senso unico. È la lebbra che già ci ha fatto gravissimi, forse irreparabili danni.

Ecco l’intoppo, ecco il discrimine, ed ecco dove e perché l’apparentemente simile programma di Berlusconi si rivela toto coelo diverso. La disgiuntiva è cruciale: si vuole o non si vuole liberare la nostra società da questo politicismo unidirezionale che, trasformatosi com’era prevedibile in conservatorismo cieco, sbarra ogni speranza in un futuro migliore, a vantaggio di pochi privilegiati e d’uno stuolo di burocrati egoisti?

Qui la cecità di Monti è inspiegabile, a differenza di quella di colui che ormai s’è rivelato il suo ʺcompareʺ, il presidente Napolitano. Sí, perché la posizione di quest’ultimo è spiegabile: nella tragicomica ʺZarzuelaʺ dello Stato italiano egli fa il Re per espresso mandato della sinistra e dei magistrati con essa collusi. E si noti: Re Zarzuela non dispone del gran rimedio del coevo donn’Eugenio ‘a Macchietta detto Scalfari: un enorme Io. Questo Io ipertrofico convince il Macchietta di essere uno scrittore magari del tipo Dostoevskij e un filosofo degno di capitombolare nella stessa buca in cui rotolò Talete. Re Zarzuela, in ciò più sveglio, non dispone di questa eccessiva stima di sé, che ingenera una comoda cecità. Soffre in silenzio la propria taglia minuscola e quotidianamente ritartaglia il suo contrattuale ʺSignorsìʺ.

Il caso di Monti è più complesso, per vari motivi. Il primo riguarda il suo DNA: egli è uno dei saporiti ortaggi prodotti dalla sinistra DC. ʺLiberaleʺ lui? Mah, lo spero. La confusione pseudo-culturale ʺCristo-Marxʺ è stata esiziale per noi Italiani: ci fu gente che ne capì la nefasta utilità fin da subito. Gli altri inconvenienti probabilmente seguirono dai primi impegni: oggi la stessa presenza di Monti alla guida del parlamento va a discapito (spiace quasi dirlo, perché l’uomo ʺsarebbeʺ simpatico) del suo temperamento, costretto alla fedeltà non solo da quella che potrebbe dirsi la sua incolumità politica, ma da malintesa ʺgratitudineʺ. Esiste una ʺsignorilità a rovescioʺ. Certo, la politica, anche quella che pensiamo ʺbuonaʺ, è fatta di continui ripensamenti, ma c’è sempre la importuna barriera del pacta sunt servanda… E comunque è triste pensare che le nostre vicende politiche debbano dipendere dai problemi personali e temperamentali di Monti e del Zarzuela. Altro che problemi di Berlusconi e ʺconflitto di interessiʺ!

A noi Italiani non è concesso neppure l’estremo conforto di soffrire per una causa nobile. Soffriamo per pagare le spese d’uno stalinismo fallito e delle paure d’un illuso troppo tardi deluso, e quelle di un patto scellerato tra i soliti cattoPC e un ʺtecnicoʺ che s’è impegnato senza saper prevedere dove l’avrebbe condotto l’impegno preso. È tipico dei ʺtecniciʺ, lo si sa, di avere scarsa fantasia. Monti non ha ʺvistoʺ (vederci chiaro è un ʺprevedereʺ) dove l’avrebbero portato i patti stipulati con gli avanzi di galera di quella galera che fu il comunismo. Se vinceranno le sinistre, saranno dolori anche per lui. Ve lo immaginate, a ballar la quadriglia con Fini e Casini?

Notate la differenza: la lieve ripresa delle speranze elettorali delle sinistre ha rianimato lo Zarzuela, che ha ricominciato a rompere gli stivali ʺammonendoʺ il colto e l’inclita con rinnovata lena (ora sul tema Monte dei Paschi, per lui anodino). La stessa rimonta a sinistra ha invece ammosciato un po’ di più il Monti: vuoi vedere che, nel suo intimo, egli spera soprattutto che le sinistre siano trombate? Chissà!…

Forse a vario titolo la paura, almeno in forma di preoccupazione spinta, serpeggia tra le pieghe delle presenti elezioni. La paura degli altri, o quella di se stessi, dico della propria scemenza, quando ci si è sbilanciati troppo. A ben vedere il patto fatto contro i consigli della propria fifa è il più sciagurato. Tale fu il patto che, come illustrarono le famose analisi del Bettelheim, tenne insieme le immense cattedrali di orrore, gli orrendi baracconi del Nazismo e del Comunismo; e che ora, in tempi ʺzarzueleschiʺ, tiene in piedi il baracchino della nostra povera Italia.

Concludendo: il programma di Berlusconi contiene proprio i due punti indispensabili alla nostra salvezza: come dimostra la riprova a contrario che essi mancano, proprio loro, loro due, nel programma Monti! Il resto è chiacchiera. Andate a votare, e prosit!


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