È opinione comune che i pubblici dipendenti in Italia siano inferiori di numero di quelli della Germania o della Francia. È vero, ma…
Le canaglie dell’informazione affermano che abbiamo meno dipendenti pubblici di quelli degli altri Paesi, Francia e Germania in testa. Quindi saremmo a posto così. Inoltre parametrizzano questi lavoratori in base alla popolazione complessiva. Ma tutto ciò è un imbroglio.
Il rapporto dovrebbe essere fatto solo sui lavoratori privati, quelli che realmente pagano gli stipendi alla PA. Perché è solo da questi che escono le risorse per mandare avanti la macchina dello stato. I soli a produrre vera ricchezza. Pensionati e pubblici dipendenti sono solo una partita negativa per i conti nazionali. Pure le trattenute dei salariati statali (le “tasse”, quelle che loro dicono di non poter evadere e che pagano fino all’ultimo centesimo) sono solo una partita di giro per il patrio bilancio.
In Italia i dipendenti pubblici – ufficiali, perché mancherebbero all’appello circa un milione di imbucati nelle controllate, nel parastato, nelle regioni speciali che non forniscono i dati (Sicilia), ecc. – sono circa 3,5 milioni a fronte di circa 19,5 milioni di lavoratori appartenenti al settore privato. Ciò significa che sulle spalle di 5,5 lavoratori grava un dipendente statale. (1 ogni 4, se si considerassero anche quelli “nascosti”).
In Germania i pubblici dipendenti sono circa 4,5 milioni a fronte di 37 milioni di lavoratori (al netto di quelli impiegati nella pa). Ciò implica che il costo di un dipendente pubblico è spalmato su più di 8 lavoratori privati (8,2 esattamente).
Oltre a questo dato – drammatico se letto in questa chiave -, si deve aggiungere che, nonostante i dipendenti della pa italiana siano inferiori di numero in termini assoluti di quelli tedeschi, costino di più.
Nessuno è in grado di mettere mano a questa voragine mangiasoldi (almeno 40 miliardi di euro), l’unica speranza è quella di giungere il più velocemente possibile al fallimento e ricominciare da zero. Non serve fare nulla, la rotta è già tracciata e al timone si avvicendano i tanti Schettino del passato, del presente e – statene certi – del futuro.
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