Il rappresentante di automobili vende automobili; il rappresentante di assicurazioni vende polizze assicurative. E allora cosa vende il rappresentante del popolo? (Stanislaw Lec)
La democrazia funziona quando a decidere sono in due e uno e’ malato. (Winston Churchill)
E’ un vero peccato che tutte le persone che sanno come far funzionare il paese siano troppo occupate a guidare taxi o a tagliare capelli. (George Burns)
Eh eh. Tutti euforici per la sbornia di ieri: finalmente l’incomodo si è tolto da torno. Sotto le sopracciglia, le pupille rancorose di Casini rivelano un guizzetto soddisfatto: quello dei cattivi dei western all’Italiana che poi si trasforma in stupore preoccupato quando arriva Bud Spencer e li rivolta a testa in giù nel banco del Saloon. “Io c’entro” gongola soddisfatto, “la meritocrazia c’est moi e li ammucchio tutti sotto la mia direzione”. Topo Gigio Alfano lo osserva beato: “cosa dici maiiiii” e sguinzaglia galoppini sui social network per tirargli la volata alle primarie. Quant’è bello Angelino, con quei denti può dire ciò che vuole, adesso in Sicilia fioriranno gli aranci, tutti per Angelino. Nella tana azzurra, i topi ballano. Ce ne sono una decina che si sentono già unti e unte del signore. Fioccano le mail di propaganda per i capi in pectore: “ora che non c’è lui cari Pidiellini, sarebbe opportuno candidare Tizio, Caio, Sempronio che tanto si è prodigato per gli Italiani all’estero e ha un sacco di voti”. Scajola poi deve aver preso l’ovomaltina: lo abbiamo sentito ieri teorizzare e rivendicare “l’insaputa istituzionalizzata”, inferocito dalle domande come diritto inviolabile di chiunque abbia una casa in dono. Tra amazzoni senza cavallo, deputati a nulla, qualche poveraccio benintenzionato ma suonato, opinionisti senza opinione, specialisti di acquarii informatici (blurp blurp), tutto è in moto sopra la giostra: girano in tondo.
Meno euforici i mezzibustitelevisivi e i pennaioli. Certo, c’è ancora un po’ di benzina nel serbatoio. Ingegnarsi a dare le più rocambolesche ricostruzioni dei fatti, fabbricare articolesse stile Giulietto Chiesa per convincerci che non è vero niente, il perfido Cav è sempre lì, pubblicizzare tutti i potenziali delfini e delfine. Vespa ha posizionato la sagoma in cartone del tiranno. Alle prossime trasmissioni distribuirà freccette: chi la prende in mezzo agli occhi vincerà le primarie.
Insomma la festa è in pieno svolgimento, in perfetta sintonia con il calendario. Arriva Hallowen: gli zombi sono in festa ed anche le zucche. Tra un dolcetto e uno scherzetto, nessuno ha la più pallida idea di come ricostruire un centro destra e nell’allegro sconquasso in un angolo buio ove non ci sono giostre, nessuno si è accorto che stipati, contrariati, strapazzati, affamati ci sono gli elettori.
Già. Perchè come è come non è, il tempo delle offe è finito. Bisognerebbe inventarsi qualcosa di appetitoso e profumato per costringere i senza voce a spingere le stanche membra fino alla cabina elettorale. Grande centro? Supermonti? Udicizzazione e tutti con sopracciglia posticce? Sgravi fiscali a chi vota Casini? Una palla di vetro con la neve ed un piccolo Cav dentro per soprammobile? Ma se i mobili non ci sono più – li abbiamo dovuti vendere o ardere per riscaldarci, sta palla, dove la mettiamo? La mettano piuttosto loro, al posto giusto, e noi tuttti a fare “le bras d’honneur”.
La verità è un’altra, siori e siore, avvicinatevi al baraccone che ve la dico:
Un, due, tre
Il Cav si è scocciato
poichè è ben educato
per un po’ ha nicchiato
ma ad ogni appuntamento
non si mai presentato
seppure Gianni Letta
gli ha tirato la giacchetta.
Se Gasparri strabuzza
l’occhietto e se Spatuzza
col prode Ciancimino
gli fanno il pistolino
Ingroia in Guatemala
Sicilia maiala.
Re Giorgio al Quirinale
dove ogni scherzo vale
Lo spread che è fatto a scale
c’è chi scende e chi sale
che siamo messi male
nessun lo dice più
visti gli atti d’uffcio
e questo scemificio
lasciamoli parlare
lasciamoli scannare
il pollaio strabocca
di pifferi e di gnocca
ognuno è uno statista
quanto è lunga la lista
Non potendone più
lui fa a tutti “cucu”.
E allora? Direte voi. E allora, poichè per ogni malattia che si rispetti c’è sempre qualche anticorpo, morto un centro-destra, si forma un altro polo. Dove? Ma naturalmente a sinistra. Oggi la partita si gioca lì, tra gli elefanti da rottamare con la falce fuffa e il martello rotto, e il Giamburrasca Renzi, socialdemocratico, giocherellone, furbacchione vulcanico e postberlusconiano in senso buono. Un lib-lab con ci aspirata niente male.
Indietro non si torna. Il bipolarismo sbattuto fuori dalla porta e preso a pugni e calci, rientra dalla finestra come Babbo Natale, facendo entrare un soffio d’aria fresca. Perchè anche se gli zombi del pidi’ lo faranno fuori alle primarie, anche se i giornaloni cominciano a fargli le pulci pelose, anche se bravi piemme stanno studiando i dossier e indottrinando i pentiti, lui c’è. Ed è pure tra i pochi in Italia che non ha manco un conflittuzzo di interessi. Noi lo voteremo, a costo di proclamarci tutti, coram populo, comunisti di fede certa, proprio come fa lui.
L’Italia è bipolare. Loro non se ne sono accorti. Lasciamoli nella dolce illusione ancora per qualche giorno, zitti zitti, e poi ne vedremo delle belle. Quanti sono gli indecisi? Il 38%? Ecco, appunto.
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