Ho la fondata impressione che sul Presidente Napolitano bisognerebbe cominciare a fare considerazioni serie. È chiaro da tempo che, a chi chiedesse previsioni sul suo prossimo destino, non si potrebbe rispondere come rispose il cerusico (ʺNon preoccupatevi, cadrà da séʺ) al principe napoletano che si disperava per intuibili motivi. Io penso che Napolitano sia ben radicato al suo posto per due serie di motivi serî, indipendenti l’uno dall’altro ma convergenti: la Merkel ha bisogno di uno Jasager di collaudata utilizzazione; Napolitano, per conto suo, è il migliore dei quattro presidenti da Compromesso Storico. È ormai ben chiaro che Francesco Cossiga fu, per così dire, un felice errore al quale rimediare, e si cominciò da subito. Dico sul serio (niente ʺantitesi ironicaʺ del tipo di quella che praticava Federico Nietzsche lodando la Carmen di Bizet): il Presidente Napolitano non ha ancora ultimato il suo compito, che è quello di diseducare a puntino noi Italiani e, pertanto, di perfezionare la protervia della magistratura, utensile principe di diseducazione democratica, di cui Togliatti comprese con istantaneo intuito l’importanza.
Queste affermazioni, che sembrano colpi sparati a vuoto, hanno invece il pregio di rispondere ad una realtà ben precisa. Napolitano non potrebbe fare utilmente il preside d’un Liceo di scuola media. Bacchettare gli alunni una volta, mettiamo, verso Natale, e due o tre tra la Candelora e Pasqua, lascia intatto l’andazzo pessimo del tutto, e notoriamente non serve a niente, specialmente quando, come è nel caso, le reprimende vengono emesse solo previo accertamento della loro non pericolosità: ovvero, munite di sufficiente genericità e di un ʺa propositoʺ soltanto approssimativo. (Oppure quando, come è di recente accaduto, riguardano solo casi relativi al Presidente stesso ed alla sua cerchia istituzionale). Ha avuto un bel dire, il Presidente, che praticare l’intercettazione telefonica quando si tratti della sua augusta persona e dei suoi augusti corrispondenti istituzionali è ʺaltamente pericolosoʺ per la tenuta dello Stato stesso. Questa è una visione delle cose miseranda, ridicolmente piccina, di tipo nettamente troppo modesto. Non è il caso singolo, o il grappolo di casi, ciò che va emendato; è tutto l’insieme, è un costume quello da emendare. Ed è tale costume quello che, procedendo solo per singoli casi, non viene né condannato né represso. Il buon Preside di Liceo sa che è l’andazzo medio del suo Istituto quello che va sorvegliato, emendato, raddrizzato. Ogni condanna del singolo studente, minacciata (e neppure seguita da concreta punizione!) solo se detto studente attacca il Preside o la sua cerchia di bidelli, sortisce l’effetto opposto.
Di ritorno dalle mie meritate ferie, ho trovato due novità: la prima, Napolitano stava per essere infilzato dai suoi amici di sinistra col medesimo spadino da lui stesso consentito a danno altrui; questa si chiama Nemesi. La seconda novità: la magistratura sembra aver cominciato a prenderlo in antipatia, e questa invece si chiama Politica (vulgo, ʺfiutoʺ). Questa seconda novità, se risponde al vero, è cosa di grande importanza. Ma la materia è intricata, e si possono azzardare soltanto ipotesi. Una sinistra dalla volontà politica (troppo onore: basti dire partitica) compatta è un’ ʺidea ʺilluministicaʺ che aveva senso solo ai tempi di Stalin. È solitamente solo la paura ciò che rende compatto un organismo politico (vedi le analisi di Guglielmo Ferrero). Un altro collante invero c’è, ed è la passione civile – ad esempio, quella cosa molto bella che un tempo si chiamava ʺAmor patrioʺ e che noi Italiani, anche qui da veri imbecilli, stimiamo roba ottocentesca, mentre invece tutte le altre nazioni ne fanno largo e proficuo uso. Un intellettuale del secolo scorso, per fortuna semidimenticato – parlo di Sartre -, lo chiamava ʺgruppo in fusioneʺ, come se i nomi cambiassero la qualità delle cose. (Il gruppo in fusione, a parte tutto, ha il difetto, da Sartre stesso additato anzi teorizzato, di rispondere ad una passione fugace).
Orbene, le Sinistre cominciano ad esser scontente di Napolitano? La spiegazione più semplice è che qualcuno dei Capibastone delle Sinistre comincia a sperare di prevalere sul serio, e vuol mandare a gambe all’aria la stravecchia baracca ʺBianco fiore, Stella Rossa e Compagniʺ, che in verità, così come sta in piedi dalla morte di Moro in giù, comincia a rompere le scatole persino ai beneficiarî. Diceva Leopardi, e penso avesse ragione: la noia è peggio del dolore.
Un Prodi for president? Un D’Alema, un Casini, un Rutelli?… Sono nomi che hanno, invero, un grande vantaggio: basta pronunciarli, e la nostalgia ʺa futuro funzionamentoʺ per il vecchio nostro Napolitano ci afferra alla gola. Costui è purtroppo inefficace, diseducativo, troppo obbediente ai pessimi ukase che ci giungono d’Oltralpe…, si’, ma tutti questi altri compari, di cui qui sopra abbiamo, con coraggio e con certa nausea, balbettato i nomi, sono peggio di lui.
Per me, berlusconiano di ferro, naturalmente Berlusconi andrebbe benone, è tra i pochi politici italiani che, da vero liberale, non ha paura di nessuno. Certo ha presentato a lungo la tipica sindrome liberal-italiana: troppa timidezza, rispetto umano e garbo per l’avversario. (Tra parentesi: se noi Italiani sapessimo, come invece sanno Inglesi e Francesi, che liberalismo significa anche e forse principalmente muso duro, ebbene saremmo a posto). Fu timido nel caso Scalfaro: dove cedette per incomprensibile complesso d’inferiorità. (Essere inferiori a Scalfaro? Ma di grazia, come si fa a riuscirci? Ditecelo). Poi Berlusconi cominciò presto a migliorare: con Scalfari invece (dico ‘onn‘Eugenio ‘a macchietta) fu preciso e reciso: gli diede del mentitore coram populo, e l’altro se ne stette al quia, zitto e mosca, con tanto di barba candida e gota rossa pietrificate. Ed è anche vero che Berlusconi ha suscitato strane manie persecutorie. Specialmente quella ʺfrugare nella biancheria sperabilmente sporcaʺ, metodo ʺAnno Zeroʺ. E quale miglioramento della buona educazione e dello stile ne sortimmo noi Italiani! Eravamo già sbracati abbastanza! Fu un periodo duro, tutti costretti a respirare gas fetidi.
Berlusconi ha ragioni da vendere quando avverte: ʺtorno, se mi date il 51%”. Ed è proprio per questo motivo che io, berlusconiano convinto, sono, o sarei, il primo a sconsigliarglielo. C’è in Italia un 51% di persone capaci di comprendere il gioco in corso? C’è, ma non si lascia vedere. Le peculiarità della nostra storia ci hanno appreso che è meglio essere intelligenti en cachette. Questo di essere intelligenti solo a casa è un triste errore, difficile da eradicare. Ci vorrebbe un accordo collettivo: alludo a quel sentire che si chiama solidarietà e che a noi Italiani manca. L’Italiano medio, che purtroppo va meridionalizzandosi sempre più di mese in mese (e lo dico io che sono meridionale), pur di danneggiare il compatriota a tiro, sarebbe capace di mandare a picco l’intera baracca. Dalle mie parti questo alacre tiro al piccione viene praticato con gusto tutti i santi giorni, e vedi caso sono riusciti a rompere le scatole anche a me, che di natura sono ʺalla buonaʺ, non so se per virtù o per ʺquieti viveriʺ, come diceva con comico lapsus la moglie di un nostro conoscente donnajolo quando le comari le chiedevano come mai non si ribellasse. Si dice che la verità fa sempre bene? Ah sì? Ebbene, io ve l’ho detta: noi Italiani troppo spesso siamo fatti così, specie qui al Sud, ed è inutile e dannoso nasconderlo – non tanto agli altri, quanto a noi stessi.
Ma torniamo al paragone col Preside di Liceo. Si rende conto, il nostro Direttore d’Orchestra, che non so se per floscezza morale, fifa, inerzia ʺeticaʺ, collusione con i compari di sempre, o per quale altro motivo, egli sta perfezionando una brutta opera sinfonica: quella della costruzione di un tipo d’Italiano troppo ʺaccovacciatoʺ (e non per motivi religiosi, come fanno gli Arabi) e di una Magistratura troppo indecente? Come mai si lascia venir su una anomica, autoreferenziale, magistratura che presto morderà anche lui? Se poprio non ce la fa, perché non fa come fece Celestino V?
Dove lo trovi, uno talmente Gnorsi’ che obbedisca alla Merkel applicando anche ad essa il ʺmetodo Stalinʺ, ovvero l’obbedienza brache-in-mano? E insomma, siamo serî: dove, uno che lascia andare talmente in malora la cosa pubblica e l’ ʺimmagineʺ internazionale dell’Italia (ʺimmagineʺ: concetto pubblicitario, ma pazienza), solo per compiacere i masochisti di casa nostra? Quand’è che la classe politica italiana avrà un balzo di dignità? Pronta a parlar male e a lasciar parlar male dell’Italia, generando anni di danno, per qualche giorno di vantaggio personale? In casi del genere, un Presidente della Repubblica diciamo appena appena utile, interverrebbe. Dove lo trovereste, un altro disposto ʺper quieti viveriʺ a comportarsi in modo così platealmente extra legem, fabbricare senatori a vita allo scopo di imbastire, su ordinativo, governi senza l’ombra di una legittimità?
Confessiamolo, dato ʺil tempo e l’oraʺ (tempo scaduto, ora scadente), non potevamo trovarci Presidente della Repubblica più adatto.
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