DIALOGHI CON IL VISIBILE

Più conosco gli Italiani (che naturalmente significa anche: ʺpiù conosco me stessoʺ), più casco dalle nuvole. C’è da ridere e da piangere.

Un esempio solenne sono stati i mondiali di calcio. Dirò: peccato che non ci fosse Berlusconi! Avremmo potuto ascoltare dichiarazioni commoventi, del tipo: ʺCi è andata male? Ben gli sta, così impara a fare il grullo!” Questo si chiama un impeccabile sillogismo.

(Altro esempio di sillogismo: a) proposizione maggiore: mangio una pizza; b) proposizione minore: mi fa male lo stomaco; c) conclusione: quindi Berlusconi è matto.)

Invece il Cav. non c’era, e allora come cavarsela? I fatti sono semplici, ma non per noi Italiani che amiamo cogliere tutte le occasioni per fare i fessi tra retorica e sentimentalismo. Notate come da noi si usi trasformare in vomitevoli zuccherini le cose più gravi e serie. I due assassini di papà e mamma sono ʺi due fidanzatiniʺ; quello che ha buttato nel pozzo il cadavere della nipote è simpaticamente ʺlo zi’ Michèʺ; magari la signora infanticida è ʺMamma Rosettaʺ, mentre il padre e marito che gronda sangue è affettuosamente noto come ʺpapà Gennarinoʺ; e i coniugi che hanno messo a ferro e fuoco un’intera famiglia sono ʺi due sposini che continuano a piangere perché non sopportano la separazioneʺ; etc.etc. Mettete del miele in una salsa al pomodoro, agitate, assaggiate, vomitate, e saprete quali sdolcinati emetici produciamo e ingolliamo giornalmente noi Italiani.

E’ l’inarrestabile sbrodolatura del nostro temperamento ital-fesso. ʺHanno saputo perdere! Perdere è la vera vittoria, sapete? Che cosa commovente! La vittoria ha sorriso ai nostri, alle loro mogli, ai loro bimbi, alle loro amanti, figlie, zie, mariti etc. etc. Che spettacolo! Si è saputo buscarle. Ricordatevi di Enrico Toti! La gruccia!…”

Però Balotelli che, parzialmente Italiano, dispone non di sciroppo ma di carattere spigoloso, s’è comportato seriamente. E anche Buffon, che ci ha mandati tutti a ‘fanculo’, Presidente incluso! Pirlo, Cassano, insomma tutti i giocatori si sono comportati da gente seria. Hanno sorriso e si sono dispiaciuti q.b. Non sembravano Italiani. Mistero.

Molto italiano è stato il Presidente Napolitano. Quando ci si può sgolare senza pericolo, lui è sempre disponibile! Parlando del nostro italico stoicismo, o qualcosa del genere, ha fatto finalmente la faccia feroce. ʺPorca miseria! Anche se aveste vinto, vi avrei ammirato non un’oncia di meno!” Faccia feroce: non gliela avevo mai vista prima: di solito sorride accomodante e dà un’occhiata ai granatieri di protezione, non si sa mai! E poi ha il grande vantaggio di avere la lacrima pronta e l’ugola tremula. Effetto di un duro apprendistato, Stalin & Co.; ché, scherziamo!. Adesso di tanto in tanto si rende conto che ormai gli è concesso di non aver troppa frousse. La sconfitta è la più grande vittoria! Avanti popolo, alla riscossa! ʺEja eja…” -, pardon, voleva dire ʺbella, ciao!”

Tutto ciò, ripeto, per fare un esempio della nostra sconclusionatezza. Italiani: una miscela di brava gente, sentimentali sguaiati, ottimi giocatori, finti scemi, cinici fino in fondo, pronti a dire di sì a tutti, anche al primo fesso che passa, purché ci sia un po’ o un molto di retorica nella quale sguazzare (per poi riderci al bar, penso). Come mi disse un mio ex-mezzadro a Torella, tempo fa: ʺHo promesso il voto a Tizio, ma poi, mica so’ fesso, l’ho dato a Caio, e tié!”

Sono cose che seccano un poco; ma poi, tra tanto pressappoco e melassa retorica, viene un dubbio: non sarebbe peggio, se fossimo di quelli che debbono nascondere nell’armadio scheletri tipo ʺcampo di concentramentoʺ? Meglio essere Italiani: ʺSignora mia, che vole? Se fa quel che se poleʺ. Naturalmente non parlo del sospetto, o parziale certezza, che il Presidente abbia dato nel sentimentalismo italiota per far dimenticare la crisi, lo spread, etc. Questo sarebbe un merito che, se c’è, non è giusto togliergli.

Intanto la situazione si aggrava e, come d’uso, si continua a prendersela con i pochi ragionanti. Ad es. Melchionne. Che doveva fare, metter su uno spaccio di automobili in dono? S.p.A. D.G.A. ʺSoc. per az. distribuzione gratuita automobiliʺ? Io lo farei, sarebbe una buona azione, i fondi necessari potrebbero procurarli Veltroni, Camusso, Bersani e sant’uomini affini. Marx applaudirebbe.

Esistono in politica legami e rime, tra le cose, che molto spesso rimangono celati e che, quando dopo anni vengono a galla, restano inspiegati anche se finalmente noti: ʺnoti ma non conosciutiʺ, direbbe il filosofo. Prendete i rapporti tra Mussolini e Churchill; oppure, in piccolo, quelli tra Di Pietro e l’Amministrazione statunitense; quelli tra i post-democristiani e i post-comunisti; etc. etc. A questo misterioso tipo di legami più o meno celati io credo appartengano anche i rapporti tra Monti e Berlusconi. La situazione di fondo è che in Italia la generale opinione è la seguente: ʺLiberale è bruttoʺ; ʺE’ proibito essere liberaliʺ. Avrete notato che Monti ha fatto il muso duro, con la Merkel, solo una settimana dopo che Berlusconi aveva emesso le sue ipotesi eversive a proposito dell’Eurolandia? Ballon d’essai? A me sembra molto lecito, anche se – appunto – non chiaro, sospettare una linea politica che fa capo a Berlusconi.

Si potrebbe ridere di ciò, me ne rendo conto, e dire di me quel che si dice della vecchiarella che, col rosario in mano, attribuisce a Gesù Cristo tutto quel che accade al mondo, al punto di voltare in positivo persino le sciagure.

Ciò è possibile; ma anche possibile è che la mia tesi abbia a che vedere con la realtà. Berlusconi, a parte le sue ottime anche se negate note di carattere (ottimismo, giovialità a tutti i costi, propositi ferrei costruiti perè con elasticità e assiduità), è anche l’unico politico italiano che per posizione finanziaria e strutturale può sentirsi personalmente disinteressato nei confronti dei governi italiani e delle loro sorti. Per lui, la politica può molto agevolmente essere un ʺgiocoʺ (un gioco pulito, come appunto è la buona politica secondo Ortega y Gasset quando parla di sentimiento deportivo de la vida).

Qui qualche moralista (di sinistra, se questa precisazione non è diventata addirittura una tautologia) potrà commentare: ʺvergogna! ‘Un gioco’, dite, con lo spread che ci ritroviamo, e la minaccia della fame che tormenta buona parte di noi Italiani!ʺ.

E invece no: proprio Antonio Gramsci, seguito o preceduto da Croce, disse che bisogna essere ʺpessimisti nel pensare, ma ottimisti nel fareʺ. E poi, la vogliamo capire una buona volta che i ʺduri fattiʺ solitamente, in assenza della sartriana spiegazione-prezzemolo della penuria, dipendono da interessate decisioni di cerchie di interessati mascalzoni, duri come e più dei fatti che generano? Ormai questa circostanza dovrebbe essere chiara a tutti. Come volete che Berlusconi, che tra questi odierni marosi, dirige per interposte responsabilità uno dei pochi inaffondabili colossi industriali del Paese, e Monti, che si occupa di economia da prima che voi tutti nasceste, ignorino faccende del genere? La chiamano pudicamente ʺfiduciaʺ, no?


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