La verità forse è sotto gli occhi di tutti: gli illustri economisti si sono impallati e non hanno la minima idea di come uscire dalle sabbie mobili. Convinti di essere unti dal signore hanno immaginato che sospendendo la democrazia avrebbero messo tutto a posto da soli ed in fretta. Parlo naturalmente di tutti i saccenti della zona-Europa, non soltanto dei nostri. Gli apodittici sono una categoria transnazionale: non si macchiano l’abito col pomodoro, non conoscono il fou rire, parlano solo inglese e sono capaci di rendere asettiche tutte le madrilingue, quando sono costretti ad usarle. Il loro è un mondo sterilizzato, senza emozioni e di conseguenza, senza reazioni. L’importante è che il pavimento brilli. Avete presente quelle zie tocche che non vi fanno varcare la soglia della loro casa senza che prima non abbiate inforcato un paio di pianelle tra le decine, tutte uguali, allineate all’ingresso? Non cucinano per non sporcare le pentole, hanno l’arbre magique nell’automobile, che non usano, e la naftalina negli armadi. Il visitatore è un nemico da annientare.
L’Europa è esattamente come la casa di queste zie: un edificio scintillante dove i cittadini non sono ammessi, sono solo tollerati con un certo disgusto, a meno che non si uniformino alle demenziali regole dei padroni di casa. L’edificio originario era stato costruito per una grande famiglia piena di fantasia. Lì i diversi si sarebbero incontrati per dar vita ad un continente vivace, trainante, creativo: un’utopia che si è infranta sul muro di una burocrazia cieca e vorace e sui rinnovati deliri di onnipotenza della Germania.
Patetico è il rincorrersi dell’ipotesi sull’uscita della Grecia dall’Euro: nessuno in realtà ha la minima idea di quello che succederà, ma tutti continuano a pontificare; i giornali sono pieni del nulla spinto, esattamente come nulla di nulla sono le dichiarazioni dei politici. Il parlamento giulivo si occupa unicamente di varie ed eventuali, le procure continuano ad indagare a spese nostre sull’acqua calda: ormai anche i bebè, appena nati, frignano nel nido che i partiti con i finanziamenti hanno fatto tutto tranne che politica e che tutti saremo cornuti e mazziati perché con i residui spiccioli pagheremo inchieste inutili e i “lorsignori” si guarderanno bene da abolire il finanziamento pubblico, né l’irresponsabilità dei magistrati.
Revisione della spesa? E perché mai? Non è sempre Pantalone che paga? Più li sentiamo parlare, più il disgusto sale: se questa è la res publica, tanto vale sperare che tutto vada giù al più presto per poter ricominciare a vivere. Ormai sono secoli che non si sente una notizia degna di tal nome. Perfino il gossip si è appannato: è tutta “cosa loro”; per darci un argomento di conversazione e sperare che si riaccendano fazioni e passioni, ci hanno ripropinato Fazio e Saviano: come se gli Italiani, già funestati dalla Cancellieri, dallo spread e dal pensiero unico (tu quoque, Ferrara!) avessero voglia e forza di prendere cappello pro e contro. Chissenefrega di questo uccello di malaugurio vestito da jettatore esistenzialista, continuasse a dire le sue castronerie in tivi’. D’accordo, siamo tutti mafiosi e se non lo siamo, presto lo diventeremo. Saluti a casa.
Il Cav. faceva sangue, arcitaliano creativo, giulivo e fanfarone era un argine al grigiore, e siccome la fantasia è un valore aggiunto, avevamo lo spread ma sapevamo sorridere. Era il complice delle nostre marachelle, se esisterà uno storiografo obiettivo, nell’analizzare tra mille anni la decadenza dell’Occidente e la sua disfatta economica e sociologica, lo catalogherà nell’Empireo degli avanguardisti: di quei pochi che capirono che non si fa pil senza buonumore e senza trasgressione. Sempre ammesso che esisterà un’Europa e degli storiografi.
Più probabile invece che resti solo un epitaffio: “Si persero per una moneta che non valeva nulla”.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.