A Gernetto si cerca la quadra. Fossi in Lei, Grande Cav, li chiuderei dentro tutti e mi porterei la chiave, come quel capitano del popolo nel 1274, razionerei i viveri ed infine, se poi la benedetta quadra non arriva, smonterei pure il tetto.
Non è per sadismo, ma giusto per segnare un punto in avanti. Veda, Eccellentissimo, se dal giorno in cui graziosamente ci ha fatto la riverenza e si è messo a guardare nel Pdl non si capisce più niente, è che le responsabilità dei suoi cardinali monsignori e chierichetti va equamente ripartita. Non ce n’è uno innocente. Forse una razioncina di spaghetti ed una coperta le mollerei a Sandro Bondi perché la signorilità va premiata e protetta. Il fatto che non abbia invitato Galan mi fa pensare che forse Lei ha avuto la mia stessa idea. Giancarlone infatti parla come mangia: ha detto che i congressi sono da buttare, anche le tessere. Ed ha ragione. I nostri amministratori di ogni ordine e grado non li conosce nessuno, magari non sono stati particolarmente dannosi, ma certo nessuno ha brillato. Altrimenti si sarebbe vista una lucina luminosa da qualche parte, non il buio totale. Li vede, i sondaggi del tristansuol Pagnoncelli? avrà notato quel 44% di disorientati? Lei lo sa, vero, sono i nostri disperati elettori. Il problema non è l’appoggio al governo Monti. Chi mastica la politica – ed in Italia la si mastica – ha capito perfettamente come è andata. Lo stallo istituzionale era integrale, il pericolo di patatrac imminente e ci voleva un colpo di genio. Intelligenti pauca, non dico più niente alle volte capisse Bersani.
Se pero’ avessimo avuto, come Lei desiderava, i nostri circoli locali e i nostri relativi amministratori – non tessere, poltrone, correnti, spifferi, ma fabbriche di idee e di supporto alle realtà locali -, queste amministrative ci farebbero un baffo. Invece col simbolo o senza le perderemo tutte. Non c’è tempo per il colpo di genio. Presumo che sempre in quel di Gernetto metterà la polvere urticante sotto la sedia di quel cervellone che ha lanciato l’annuncio del milione di tessere. Ma dove li hanno presi i responsabili dell’organizzazione del consenso? nel reparto mobili difettati dell’Ikea in offerta speciale? E ancora, i promotori parcheggiati mestamente in un sito, i volontari digitali che scaldano i muscoli, insomma tutti quei militanti che dovrebbero essere l’anello per il consenso, a spasso tamburellando le dita.
Certamente non era questo che Lei avrebbe voluto, Grande Cav, quando sguinzagliò i gentilissimi signori di Publitalia e della Standa, con cassette, bandiere e spillette, a spiegarci le cose che oggi si sono puntualmente verificate ed iniziarci alla politica. Allora Forza Italia era un partito all’americana, davvero. Anzi meglio, perché c’era dentro tutta la saggezza della provincia e dei paesi, gli eruditi locali, i sognatori, i giuristi, le casalinghe, i vassoi di paste e la polenta. C’erano i bambini. Meraviglioso.
Noi le abbiamo pensate tutte in questi anni, per far sentire la nostra voce: nulla. A lei, Eminentissimo, è facilissimo buttare le statuette sulla zucca o le macchine fotografiche, ma è impossibile avvicinarla per dire qualcosa di buonsenso militante. I poltronisti fanno quadrato.
Se posso osare, Amatissimo Cav, Lei che ha tante case, sacrifichi Gernetto: li lasci li dentro, e noi verremo a prenderla stasera, senza Torpedo blu, per riportarla in mezzo a noi.
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