“Per fare ciò che si vuole bisogna nascere o re o stupidi”Lucio Amneo Seneca
In fondo, seduto sul trono, non l’avevamo mai visto. Parlo, naturalmente, di Re Giorgio che l’altra sera si è benevolmente concesso al suddito Costanzo, sempre più inzeppolato e prostrato ai suoi piè. Anche se non aveva la corona, l’ermellino e tutte quelle cianfrusaglie di cui, quando toglie il cappellino si fregia Elisabetta, ha finalmene mostrato quanto gli stesse stretto perfino l’abitino da Presidente che pure portava con eroica sopportazione cambiandosi in tutta fretta in un luogo oscuro (come Nembo kid-Clark Kent della nostra infanzia) quando occorreva.
Dietro l’apparente tranquillità di un’intervista – corredata da filmini sicuramente prefabbricati dalla consorte del suddito, genere C’è posta per te-,il sovrano, nel pieno esercizio delle sue facoltà, ha emanato i suoi editti, le sue pandette, con eloquio forbito ed elegante, ma sempre categorico. Ci ha amabilmente spiegato che il ragazzotto che ha piazzato a far la marionetta al governo, certo gli piace, se non fosse per certe intemperanze di carattere che lo infastidiscono; che la Signora Clinton è persona di sua fiducia; che non firmò il decreto Englaro perchè sta al re stabilire chi soffre, chi non soffre, come soffre, come si vive, come si muore; che vede Mattarella (ma chi è, Mattarella?) che ogni tanto lo consulta (e vorrei vedere!) e che ha la passione per il teatro. Dunque gli piaceva anche Fo, e Franca anche se erano un po’ lontani dal suo punto di vista, ma ai re, si sa, i giullari piacciono. C’est amusant.
Naturamente l’Europa lo impensierisce un po’, ma mica per Junker, per il Kapo, e compagnia cantante: è chiaro che tutta la colpa è dei sudditi e dei popoli ribelli, come quei ragazzacci degli Ungheresi che non vogliono farsi invadere, roba da matti. Che poi, noi si crepi di fame e di burocrazia idiota, è irrilevante. Le nostre brioches sono gli invasori: una risorsa, appunto. Ci lagnamo del grasso, ecco.
È bene non dimenticarlo (con i re non si pazzéa, eh!): se siamo così meravigliosamente messi è grazie a lui. Per il nostro bene, naturalmente, poichè davamo segni d’intemperanza e di ottusa chiusura verso gli alleati europei della monarchia incostituzionale, penso’ bene che fosse il caso di non farci votare più. E così fu. E così è. Après lui, le déluge; ma intanto lui c’è, a vigilare che nessuno si permetta di andar oltre gli editti, bello, dritto e certo del suo autorevole lignaggio.
Se l’Occidente è finora sopravvissuto ai suoi governanti, è che deve avere fortissimi anticorpi contro l’assalto dei governi. Perchè i governi, di serio e di responsabile, non hanno un bel nulla. Le regole della democrazia – che pure hanno sempre mostrato i loro limiti – sono ormai del tutto saltate. Avevate mai visto, voi, un presidente americano che fa campagna sfrenata per la sua tuttofare, per esempio? i brogli elettorali sono cosa quasi istituzionalizzata ovunque, ma se ne parla come di quisquilia qualunque all’ora del thè, mentre le opinioni “non conformi” sono del tutto scomparse da ogni informazione, stampata, raccontata, filmata, e certo, anche la nostra, quella dei social, addomesticata da algoritmi compiacenti. In barba al suffragio, è stato sempre un tizio che si è messo una corona, o uno scolapasta in testa facendo la voce grossa, a comandare, munito di una folta schiera di sottomessi affamati. Lo fece Napoleone, con i Francesi, che fecero la rivoluzione e si trovarono un imperatore. E quelli lì, le teste, sapevano tagliarle, un tempo; ora non so. E noi, ci teniamo il re. Per il delfino, si accettano scommesse.
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