LA RIFORMA FISCALE E CASSANDRA

Berlusconi sogna, più di altre, due cose, esse stanno diventando miraggi, la riforma della giustizia e quella fiscale. Non capisce che entrambe non sono fattibili, per la giustizia provvede a ricordarglielo il Capo dello Stato, con Parlamento e massmedia che annuiscono, per il fisco ci pensa Tremonti.

Parliamo della seconda! Tremonti, sistematicamente, ricorda a Berlusconi, che dubito non lo sappia, che, con il Patto di Stabilità e questo debito pubblico, la riforma fiscale non sta né in cielo né in terra, la forza dell’Euro è cosa non discutibile, è dogma! Dunque? Si abbatta il debito e ne riparleremo! Stanno tentando di farlo i poveri Greci, Irlandesi e Portoghesi, indebitatisi con i crediti concessi da chi di questo dogma si fa scudo, che ora pretende, a tasso di strozzinaggio, la restituzione. Perché? Perché i debitori furono imprudenti e poco virtuosi. I creditori, invece, che finsero di non vedere l’imprudenza e la mancanza di virtù? I greci hanno realizzato il meno 4% di crescita! Pagheranno? Ad ogni modo, è vero, persistendo Patto ed Euro, la riforma fiscale non ha da farsi. E’ vero, tuttavia, che anche il Debito non si riesce ad abbattere, come si potrebbe se il debito, mantenendo la tassazione alta, impedisce di investire e, in serie, di occupare, aumentare la produttività, alzare salari e consumi, crescere e aumentare il gettito fiscale, in un giro virtuoso che non può avere luogo? Ricordate Reagan? Conseguenza, il Nord deperisce, il Sud non si vede più, è tutto sommerso. Colpa di Berlusconi, dice l’opposizione, quella che portò il paese nell’euro che continua a difendere, perchè l’opposizione è europeista, oltre che antifascista e legalitaria. Gli economisti, non ne parliamo, cosa si può scrivere sul Corriere e sul Sole? Tanto che può accadere, se la piglieranno tutti con Berlusconi, anche quel popolo che lo adora.

Ma lui, Berlusconi, perchè ci sta? Forse, come Totò, si prende gli schiaffi perchè lo chiamano Francesco mentre lui si chiama Antonio, e, sempre come Totò, continua a megafonare: vota Antonio, vota Antonio… Ma la riforma fiscale?, chiede il popolo. Quando smetteranno di schiaffeggiarmi! La verità è che, senza ancor aver dichiarato default, l’Italia è costretta a seguire la stessa ricetta di Greci, Portoghesi e Irlandesi, in maniera più blanda per il momento, ma come farà ad evitare la febbre quando la fiacca l’abbatterà e le difese immunitarie crolleranno? Abbiamo i conti in regola, come dice Tremonti? Non è vero, se fosse così non saremmo costretti a stringere la cinghia e a dimagrire, non siamo ancora al dessert, questo sì, ma alla frutta sì! Perché?

Qualcuno ha mai visto un sistema monetario unico senza un debito pubblico unificato ed equamente distribuito sì da permettere un’unica politica fiscale? Con in più il vincolo di una moneta che vuole, addirittura, rivalutarsi e una politica monetaria e creditizia che obbedisce a questo imperativo? Chi lo ha mai visto questo capolavoro? Sistema perfetto per derubare i poveri e arricchire i ricchi! I sabaudi non lo fecero, è vero, trasferirono il loro debito di guerra, anche quello per conquistare il Sud, anche se quest’ultimo pagava assai meno tasse, ma unificarono il debito pubblico, altrimenti la lira mai sarebbe nata. Impoverirono ancor più il Sud che finanziò il Nord, ma la lira si salvò e durò.

Gli economisti tacciono, silenti come intimò loro Tremonti perchè non previdero la crisi, ma qui la ragione è diversa, siamo moderni, la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra, la competenza sul debito pubblico tocca alla politica, l’economista deve far tornare i conti, sulla carta certo, ma dove allora? Nella vita? Cosa c’entrano i numeri con la vita? Pitagora li faceva entrare, noi… Cosa fare, dunque? Ho imparato a mie spese, gli articoli non si leggono, parlo del che fare da anni, forse scrivo articoli troppo lunghi e i lettori oggi vanno di fretta, sbirciano non leggono, in ogni caso non arrivano alla fine se gli articoli non la fanno corta, e questo articolo è già troppo lungo. Cosa accadrà allora? Quel che deve accadere a chi procede dritto dritto, con gli occhi bendati, verso il baratro, infine la Vita si incarica di punire sordi e ciechi? E a chi vede prima? Triste sorte, fa la Cassandra, la sua previsione non serve a niente, ma si avvera, e qualcuno pagherà per tutti, il capro espiatorio. Capita! A uomini, popoli e paesi, e il capro espiatorio placherà la rabbia ma non toglierà le pezze al culo e l’umiliazione a nessuno.


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