UN FILOSOFO UTILE

Partecipava giorni fa a ʺVirusʺ il filosofo Giulio Giorello, buon uomo – o brav’uomo – che, come molti suoi simili, lo si stesse a sentire, manderebbe in rovina cervelli, nazioni, popoli e persino pianeti. Stavolta il suo filosofema, prevedibile, era: ʺil terrorismo esiste, ma nel senso che terroristi lo siamo tuttiʺ, con l’implicita aggiunta, come al solito buonista, che forse il terrorismo addirittura non esiste. Certo lui terrorista lo è, con le sue teorie ʺdeboliʺ, che son armi imbattibili proprio perché di tremenda inesistenza. Difendersi dal nulla è impossibile. Ma c’è terrorista e terrorista, come per es. c’è testa vuota e testa vuota. Prendete me, che col vuoto della mia testa non riuscirei a terrorizzare neppure uno come lui.

Terroristi? Ma è vero: col concetto di ʺcolpaʺ noi Italiani non abbiamo le carte in regola, è un concetto che non sappiamo pensare. A volte esageriamo nel ʺsìʺ, come la sig.na Strada, che per la faccenda delle teste tagliate dice: ʺsiamo tutti colpevoliʺ (lei sì, se ci tiene posso anche ammetterlo; ma io no, no e poi no). Altre volte nel ʺnoʺ, come il dott. X, che non è affatto dell’idea della sig.na Strada e che infatti, per la questione Y, afferma ʺnon ci ho colpa mica, ioʺ. Dove le due mezze opinioni, stranamente, risultano essere l’una conferma dell’altra, col risultato, come al solito, che delle teste tagliate, delle concussioni, e di ogni altra disfunzione o pecca siamo colpevoli solo e soltanto noi (e, beninteso, sempre il Berlusconi).

Si dirà che qui si tratta di cose serie sulle quali non si deve scherzare? Infatti: non stiamo affatto scherzando; le cose da noi vanno proprio così. In Italia è d’uso: il caso del colpevole Berlusconi è da manuale.

Tutto ciò, non c’è quasi bisogno di precisarlo, corrisponde ad un modo di pensare tutto nostro, che si chiama pressappochismo. Diciamo meglio, per darci arie scientifiche, ʺutilitarismo etico pressappochisticoʺ. Cosa che è d’intralcio molto ad una normale, semplice, modesta vita collettiva.

Con questo modo di opinare, infatti, tutte le vacche diventano nere, direbbe il filosofo, ed ogni sorcio diventa più verde di quanto gà non sia. Di questa forma mentis c’è anche una versione napoletana: ‘mbruogli’aiùtame! Abbiamo ad esempio disfunzioni gravi dell’economia nazionale? Se la colpa è di tutti, allora – come insegna un accreditato modo di dire (che è un semisillogismo, quel che si dice un sorite) – la colpa non è di nessuno, e se è di nessuno, come il suddetto sorite recita leggendolo all’inverso, è di tutti. Di tutti e di nessuno: sempre non nostra. Insomma: metterci rimedio diventa oltremodo facile, o difficile, a seconda dei punti di vista. A ben guardare è proprio quel che sta ancora una volta accadendo: gira e rigira, dei problemi del momento non se ne viene a capo perché, inutile aggiungerlo, non trovare i responsabili significa non poter trovare i rimedi. Se ti fregano il portafogli previa randellata sulla testa, la colpa è di tutti? Dicono di sì, e allora buonanotte. Tieniti il bozzo, e portafogli addio.

Ecco forse trovata l’ineliminabilità di persone come Berlusconi: perché avere a disposizione un Christus patiens significa trovare sempre qualcuno che consente – naturalmente solo in apparenza, ma da noi l’apparenza è tutto -, di scavalcare l’impasse della colpevolezza italiana, concentrandola tutta sulla sua persona. Oggi come oggi l’Italia è in agonia per le troppe diseconomie e ruberie? Aspettate, un po’ di pazienza, e avrete ancora una volta la riprova della bontà della suddetta teoria sociologica: Berlusconi sarà proclamato il vero, il solo responsabile delle nostre diseconomie – e magari anche della nostra dispepsia e di non so che cos’altro. E non ridete: ad esempio la de Beauvoir ragiona proprio così, quando ne Les Mandarins sostiene che la cattiva salute di noi Europei dipende dal nostro rifiuto delle idee di Marx. E a riprova cita il caso del contadino cinese che guarì dalla lombaggine legandosi il Libretto rosso di Mao sul coccige. Sic! Dunque dicevamo: utilissimo Berlusconi, che ci consente di risolvere agevolmente ogni problema di responsabilità. (Tra parentesi: non risolvere i problemi è un’altra manía italiana).

Aspettate, non è ancora finita. Non ancora, perché qui spunta la faccenda degli ʺintellettualiʺ, che è cosa seria. Molti penseranno: con i guai che ci opprimono, chi se ne frega degli intellettuali!? E invece no, la questione della falsa cultura è un importantissimo ʺdisvalore aggiuntoʺ della nostra situazione. L’abbiamo già asserito, proprio qui sopra. Siamo nei guai, noi Italiani, anche perché ci hanno frastornati con troppe valanghe di fesserie ʺculturaliʺ. Come dicevamo in esergo, il Giorello è anzitutto un innocuo brav’uomo, ma senza volerlo diventa un intellettuale colpevole, perché con le sue teorie inesistenti facilita l’alibi collettivo sul quale si regge la società italiana. Scusate se è poco.


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