UNA STORIA SCEMA

Quando Paul Valéry, pavone sventato, consente al suo alter-ego letterario, Monsieur Teste, di dichiarare vispo: La bêtise n’est pas mon fort, segna la propria comica condanna all’eterna fessaggine.

Chi vuol dire qualcosa sulla scemenza umana deve esprimersi con umiltà, l’imbecillaggine è in tutti noi: il conformismo è un morbo ubiquitario. E attenti, un treno puó nasconderne un altro, come scrivono i Francesi sui passaggi a livello. È con questa umiltà che rievoco gli ultimi… 65 anni della mia vita. Nel dopoguerra, già si ricomincia con l’imbecillaggine, avvertendola non solo nella propria testa, ma anche sui propri stivali, come rompimento dei medesimi.

1 – A noi modesti liberali, iniziarono a scassare le scatole i marxisti (inginocchiatevi). Chi ha la mia età ricorda. Presto fu difficile respirare. La tiritera culminò verso la fine degli anni ’60 allorquando tutti i soloni progressisti d’Italia impazzirono per ʺtesti operaiʺ come Bello stabile del Di Mauro (De Donato, Bari, presentazione di Giorgio Zampa) dove potevi leggere un potessa in luogo di ʺpotesseʺ, condo anziché ʺcontoʺ, acconoscende e finalmente non più ʺa conoscenzaʺ, e i capitalistici modi ʺallora, quante persone, tegame, sapeteʺ, etc. sostituiti da proletariali emendamenti quali all’ora, quandi personi, tegamo, sapeti… insomma, vere ignezioni di giustizia sociale! Si parlò di finalmente conseguita coincidenza di infrastruttura e sovrastruttura, di superamento della divisione del lavoro… Altro che cretini reazionari quali Dante, Petrarca, etc.!

Ricordo il prof. Guarino della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, rideva del fatto che ʺsquadreʺ di studenti lo aggredivano intimandogli di largire ʺlezioni di diritto romano più marxiste!” Esami delle urine più marxiste venivano io credo intimati all’Istituto di Urologia, e lassativi più marxiani estorti a suon di pugni ai poveri farmacisti. Ad Urbino, Rosario Assunto, il più mite dei filosofi, fu aggredito più volte: ʺtaci, tu, barone!”: osava lodare reazionari fetenti quali Hölderlin; il gentiluomo Raffaello Franchini fu emarginato ovunque: ʺFascista!ʺ, perché rifiutava di credere che il pensiero-prassi si producesse solo nelle puteolenti tane dei Centri Sociali. Lodare Brecht, canticchiare Weill! I colti discutevano a disco rotto di Elsa Triolet e della De Beauvoir, di Sartre e di Aragon…, e di filosofi quali Althusser, Garaudy e Merleau-Ponty, nonché dei ʺlinguistiʺ Marr o ancor meglio Stalin (!?). Labriola, l’eterno Gramsci, i traduttori e/o volgarizzatori Bettini e Cafiero per il côté italico. L’amichevole Soboul mi raccomandava con paziente cipiglio: ʺnon dimenticare mai l’infrastruttura economica!ʺ, e aveva ragione, lui, porca miseria! Altro che ʺgigli del campo!” I comunisti napoletani esagerarono: una intellettualessa che mi aveva fatto l’onore di qualche eros, mi redarguí poi severamente, precludendomi l’amplesso: ʺma come, credi ancora ai ‘buoni sentimenti’, tu!ʺ… Grazie, Marx!

2 – La buriana marxista fu d’un acume tremendo, ma s’interruppe come d’incanto quarant’anni dopo quando cadde il muro di Berlino. Che acide risate! Idee robuste fino a giovedí, il venerdí mattina divenute tanto mosce per il crollo d’un muro! Amici che giravano per le vie Chiaia e Toledo con una copia dell’Unità ripegata in senso visibile nella tasca della chiappa, subito ritornarono al Roma e al Mattino. Ma era già da tempo iniziata la moda n.2, il famigeratissimo Strutturalismo che, alleatosi al marxismo per ovvia affinità anti-umanistica e anti-trascendendale, prese a romperci le scatole con rinnovato impegno. Memorabile bagno d’intelligenza! Mai più parlare come t’ha fatto mammeta! Invece di dire ʺil tal libro m’è piaciutoʺ, dovevi belare: ʺgli stati emotivi suscitati nella mia chiricóccola di fruitore dal criptotesto, nonché dal fenotesto, sono d’un interesse che supera il livello AUT e procede verso l’area della funzione ET, evidenziando una formidabile valenza di tipo diacronico.” La qualità della ʺscritturaʺ (non mai dello ʺstileʺ) del talaltro libercolo ʺsi evince non tanto dalla parole quanto dall’interfaccia con l’onnicomprensiva langue, prescindendo non da inessenziali note fonetiche, ma dalle interconnessioni fonematiche, protocollo confermato dalla prova di commutazione, accessibile sostituendo morfema a morfema, se non fonema a fonema o se si vuole grafema a grafema, ed ogni ulteriormente indagabile consistenza semantica con altra oppostaʺ. E dàgli con la conta dei lessemi come da ʺlista Kneaseʺ! Le aziende d’Italia organizzavano a Roma corsi di strutturalismo per i propri dipendenti. Io stesso dovetti parteciparvi, con divertimento devo dire. Ogni allievo si sforzava di strutturaleggiare al massimo, col risultato di lunghe, dotte conversazioni indecifrabili, botta e risposta! Si fingeva di capirsi pro bono pacis. Solo dopo, a pranzo, si parlava di nuovo normalmente, ordinando fettucce all’amatriciana, porchetta e carciofi alla giudía. Che vita beata, a colpi di Martinet e di Benveniste, di Hjelmslev e di Jacobson, di Foucault e Lacan e di Barthes e di Lévi-Strauss! Grazie, Férdinand de Saussure!

3 – Cavialpensiero. Le fessaggini hanno tuttavia il dono di spappolarsi lentamente, fondersi, sfumare. Il plebeismo montante fece la sua parte, ed ecco vien fuori il Cavialesimo, punto 3 della nostra umana minerva. Marxismo e Strutturalismo cedono trasformandosi in generica nebbia di fosforo mentale, delle vecchie balle resta in piedi il solo sostrato psicologico: prosopopea, spregio dei diversamente opinanti. Forti dosi di politicalcorrettismo perfezionano l’intruglio. Ed eccoci una terza volta conciati per il dí delle feste.

4 – Ed infine, non inopinato, il roseo tsunami n° 4. Non più Marcuse, Reich, McLuhan, ma i sapienti Filosofi Internettisti… capitanati da manipoli di amazzoni scatenate. Intendiamoci: io credo che le donne siano ʺmeglioʺ degli uomini. Ritenete che, 2-3 generazioni fa, gli uomini fossero ancora da preferire? Pensate ad un… Fo, ad uno Scalfari!? No! Donne, aiuto! Forse sí, forse no, ma queste generalizzazioni obbligatorie non mi convincono. Esistono ʺinsiemiʺ di imbecilli senza paragoni, ma anche di imbecillesse senza pari. Di solito trovo molto intelligenti i gay, forse perché sommano i pregi e escludono i difetti dei primi 2 sessi? E non crederó manco morto che il discrimine tra intelligenti e cretini passi millimetricamente per il taglio del 50%. Conosco ed ho conosciuto donne d’intelligenza estrema, ma sempre in quantità al di sotto del 4-5%. Noi uomini idem, anche se, debbo ammettere con stizza, in quantitativi ancora più bassi. Al Parlamento, poi, penso che più donne ci siano meglio sarà: almeno per ʺcambiar doloreʺ, come dice l’evidentemente pessimista Aleardo Aleardi. Insomma: tutto bene, ma che il sesso sia merito, questo no! Nessuno di noi, io spero, cogita spremendosi i genitali anziché le meningi.

Talora mi sorprendo a meditare, con preoccupazione: quale sarà l’onagrocratica composizione della incombente, ancora misteriosa, 5ª botta?


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