È da sperare che le incongruenze di Renzi siano motivate principalmente da certe situazioni di cui oggi come oggi è bene non parlare. Occorre attendere, esercitare la virtù della pazienza, e occuparsi d’altro: ad esempio, di religione.
Non bisognerebbe far nulla per vanità personale: figurarsi parlare di religione! Imbufalirsi per il mio articoletto sul Cattolicismo, qui uscito pochi giorni fa, e trarne motivo per ingiuriarmi, significa – nei fatti – non prendersela con me, ma sottolineare la propria ridevole ignoranza: il mio scritto non faceva che riassumere risapute nozioni relative al cattolico depositum fidei.
Accennavo al depositum fidei ed alla sua sorvegliata, storica modificabilità, che fortunatamente non è da paragonare al protestante ʺlibero esameʺ. Il Cattolicismo infatti è una religione ʺcolta, sacerdotaleʺ, progressivamente precisata ed arricchita dai cattolici che siano in grado di farlo, iniziando dai padri della Chiesa, e finendo col discorso di Ratisbona di Benedetto XVI°, analogamente a quanto fanno ovunque, in ambito culturale, le persone desiderose di far fronte ai problemi del vivere e del comprendere (ad esempio nelle Università, quando queste non siano istituite solo ad uso di parenti di ʺbaroniʺ o di altri bei tomi quali ad es. Di Pietro). O forse in tema di religione la ʺprofessionalitàʺ non vale!?
Anche il necessariamente lentissimo svolgersi del depositum ha andamento dialettico, se non si ha paura delle parole. Ad esempio, è con ritmo di pura dialettica che dall’antico Geova venne fuori il Dio cristiano (vedi l’interessante Risposta a Giobbe di C.G.Jung). Ma dire buona dialettica significa dire dualismo: dualismo che il Cattolicismo professó come l’aveva professato il Cristianesimo tutto, traendolo dalla religione di Geova. Si ricordi il serpente, già all’opera nel Genesi. A chi del resto, se non a Satana, si sarebbe indirizzata la ʺdomanda jobicaʺ, ancora nel VI° secolo a.C.? Agostino preferí il monismo, certo, ma per combattere i dualismi delle eresie. Oggi noi sappiamo, per storica conferma, che il monoteismo non è necessariamente monismo. Che ora il conformismo politicalcorretto esiga di adottare il monismo è, caso mai, solo un altro argomento per mostrare quanto siano ottusi i convincimenti ʺdi massaʺ.
Affermai nel mio precedente scritto (come ripeto qui sopra) che il Cattolicismo, per vecchia scienza, ha chiara notizia della realtà e dunque dell’esistenza di quel Male che si chiama malum mundi: scienza sottolineata nel Cristianesimo ed ereditata dalla religione di Geova. Consapevolezza che l’agostinismo modificó, si direbbe quasi occultó, ancora una volta contra haereses. Consapevolezza di un ʺMaleʺ, tra l’altro, che – qui i paragoni e le distinzioni tra male e male sono consentiti, e anzi hanno senso decisivo – è da giudicare immensamente più vasto e malefico del male in mundo che noi umani ci compiacciamo di aggiungergli, quasi che non ci bastasse e avanzasse piangere a dirotto nella nostra valle di lacrime! A questo tema, Leopardi si compiacque di dedicare una sua Operetta morale.
Il Cattolicismo ammette il dualismo, certo nel modo sobrio adatto ad ogni teoria nei suoi ʺpunti dolentiʺ, anche per avversare con l’arma della verità il nostro mondo one-dimensional: consumare – che volete di più? Oggi proprio l’immanentismo integrale, accentuato dalla crisi e dalla miseria incombenti, fa tornare alla mente ed al cuore di noi consumatori l’esistenza di un oltremondo.
Da tale impianto di sperimentati sentimenti e intuizioni seguono i ben noti convincimenti teorici che io ripresi nel mio scritto: il Cattolicismo è sempre fuori moda, antimodernistico, perche non riconosce il valore della attualità; è dialettico, ovvero non umano ma ultraumano, perché è fuori del tempo (in quanto ʺintuitivoʺ, è simile al fatto d’arte, ch’è anch’esso fuori del tempo: non esiste una dialettica progrediente che non contenga ricorrenti pause, elementi di arresto. Se cosí non fosse, i filosofi non sottolineerebbero la aufhebung, la legge concettuale in virtù della quale i valori superati vengono conservati, generando appunto il ʺfarsiʺ della storia). Lucio Colletti, l’ex ideologo marxista, divenne un nostro vanto nazionale proprio per aver rivendicato la validità di questa distinzione tra dialettica triadica, legge del movimento -, e la inerte dialettica diadica usata a sproposito nella teoria marxiana. Analogamente il Cattolicismo è nel tempo ma è anche oltre il tempo, dunque nell’eterno. Ma è colpa mia, se le cose stanno come stanno, ovvero com’è noto a tutti quelli a cui piace sapere?
Questo medesimo senso della continuità fa sí, ripeto, che il Cattolicismo sia quasi più ʺumanoʺ che ʺgiustoʺ, e che per soprammercato sia ʺnon naturaleʺ: perché scaturisce da una consapevolezza che ʺnon è di questo mondoʺ, come dissero Cristo e poi Paolo. Come potrebbe essere ʺnaturaleʺ, di grazia, una religione che del Cristianesimo privilegia, anche con l’uso della reiterata confessione, la raccomandazione di ʺperdonare 77 volte 7ʺ? E anche quella di porgere l’altra guancia? Lo fareste voi? Già vi sento: ʺChe – siamo matti!?”
E ora, per favore, non venite a controbattere che ʺuna cosa è la religione, un’altra la politicaʺ, perché dualismo significa proprio anche questo. Non fu suggerito di ʺdare a Cesare quel ch’è di Cesare ed a Dio etc.ʺ? Ció posto, non trovate anche voi che deridere il Cattolicismo per la sua confessione-perdono ripetibile ad libitum (appunto: 77 volte 7 et ultra) sia un deridere un po’ cretino? Peccare – poi pentirsi – poi farsi perdonare – e poi daccapo!… Sarà ridicolo, ma è proprio cosí che vanno le cose nostre e di questo nostro mondo… cretino. E certo anche qui non è colpa mia. Come si puó pensare ad esempio che, se le lavanderie lavorano senza sosta perché la vita insudicia senza sosta i proprî panni, la confessione invece dovrebbe nettarci l’anima una volta per tutte?
Ripeto: chi si sdegna per il mio articoletto farebbe meglio a sdegnarsi per la propria ignoranza, e forse anche per la tragicomica stranezza della natura umana: io, con modestia molta, non ho fatto che ripetere ʺper rinfresco di memoria e per ogni chissàʺ, come diceva una vecchia governante di casa mia, ed anche perché amo la mia religione, quel che tutti, tranne gli ignoranti intronati alla maniera di Scalfari, dovrebbero già sapere.
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