FINI E I POLLI DI RENZO

Politico ineffabile, Fini ha fama di sopraffina intelligenza politica, i sondaggi costantemente lo premiano, più dello stesso Silvio nazionale, peccato che al dunque i numeri lo puniscano sempre, nel Parlamento e nelle elezioni. Questa volta, però, sembra essersi superato. Accusato da Berlusconi di patto con la Magistratura contro il capo della maggioranza, egli, in incontro istituzionale con quest’ultima, si impegna, ufficialmente e solennemente, a difenderla dagli attacchi di Berlusconi. Se la cosa non è, politicamente, geniale, poco ci manca, poteva attendere il giorno dopo, ha voluto immortalare l’impegno solenne in fotografia, mano nella mano del capo dell’Associazione magistrati!

La cosa, tuttavia, ha un merito, di avere asserito una verità politica fondamentale, occultata da fiancheggiatori e oppositori dell’attuale Magistratura: in Italia esiste una Magistratura “non solo ordinaria”. Se non ordinaria, cosa? Straordinaria, speciale? Fini non si riferisce a reati amministrativi che hanno una propria Magistratura giudicante, speciale nel senso della specializzazione, egli parla di altro, di un non ordinario per il civile e il penale. Di ciò non si trova traccia nella Costituzione scritta.

Dichiara Fini: “nell’architettura costituzionale voluta dai padri costituenti, la Magistratura, non solo ordinaria, rappresenta il vero pilastro e salvaguardia dei principi di legalità a difesa di tutti i cittadini”. Impeccabile, cosa deve fare un Giudice se non garantire l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge? Cosa c’è di più ordinario di questa funzione di garanzia? Fini, però, accenna a qualcosa di non ordinario, di cosa si tratta?

Berlusconi non si rammarica di essere uguale davanti alla legge, ma di qualcosa che avviene prima di essere portato davanti alla legge, di qualcosa di pre-giudicante, dell’inquirente. Egli denuncia alcune anomalie, intercettazioni, fuga di notizie, indagini non comunicate all’indagato prima di essere posto nel libro degli indagati, della ricerca del reato senza che vi sia notizia di esso e così via. Ciò avviene, in Italia, in vari e svariati casi, che mai dovrebbero verificarsi. A tutto ciò Berlusconi aggiunge, suo privilegio, un accanimento che supera ogni accanimento passato e futuro, che lo rende recordman del delitto civile e penale.

La Magistratura non ordinaria è quella inquirente, che deve perseguire il reato non giudicare il reo presunto. L’Inquirente non ha nessuna funzione giudicante, non è, quindi, magistratura, ma la Costituzione ha unificato inquirente e giudicante con le note conseguenze: l’accusa diventa pre-giudizio che un Tribunale, a questo punto, “speciale”, ratifica. E’ la logica inesorabile dell’Inquisizione.

Fini, imprudentemente, ha svelato l’arcano che tutti conoscono ma che molti, vestali del segreto, ipocritamente, aiutano a nascondersi. Lo fa perché sa che anch’egli è un caso speciale: terza carica della Repubblica, non dello Stato che nella Costituzione, Titolo V, è articolazione della Repubblica, che si schiera a favore della Magistratura! Cos’è un patto, scellerato per giunta? Ancora più speciale perché la prima carica della Repubblica, dello Stato solo in virtù di questa prima carica, si astiene, pur chiamato a custodire la Costituzione, dal richiamare all’ordine la terza carica, la quale si schiera a fianco di qualcosa della quale il capo della Repubblica rappresenta il vertice massimo! Perché non fugare i dubbi che nutrirebbe chiunque abbia rispetto per la grammatica, la sintassi e la matematica?

Che l’Italia sia retta da tribunali speciali, è vero da sempre, da quando tribunali speciali militari impiccarono e fucilarono, con sentenza immediata senza processo, i “briganti”, che la cosa sia continuata, dichiarata, fino al fascismo, è noto, che essa continui, ipocritamente occultata dalla nostra Costituzione, è cosa da disvelare e difficile da far comprendere all’ingenuità popolana, la quale giustamente si illude di andare in giudizio, quando le capita, con le sufficienti garanzie, e non sa che, come il K. di Kafka nel Processo, una volta avvisato, spesso è già giudicato, colpevole per cartolina di avviso che non ha saputo evitare. Solo i forcaioli conoscono l’arte di evitare la cartolina di avviso.

Perché la Costituzione, la “più bella del mondo” come ripete Bersani che, repetita iuvant, altro non dice che quanto dissero i suoi predecessori, permetta simili cose è discorso da farsi con maggior rigore e forza di quanto finora è accaduto. La condizione, però, perché ciò accada, è che il discorso venga tolto agli “specialisti”, ai costituzionalisti. Lo specialista ama troppo lo speciale, il popolo è ingenuo, bada al sodo, vuole i dilettanti, gli spiriti liberi che cercano la Norma non l’accidente, l’eccezione, che aiuta i cavillosi e gli azzeccagarbugli che confondono Renzo e fanno litigare i suoi polli. Bisogna evitare che il popolo passi per pollo!


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