FORMATTARE, FORMATTARE

La supercazzola regna sovrana, solo che non fa ridere. Abbiamo taciuto per giorni e notti, lo sbigottimento strozza le sillabe. Adesso si ricapitola, essando senza speranza capitolati. D’appalto? No capitolati e basta.

Telefonia, croce e delizia. Nulla di personale contro la Cancellieri, voce baritonale da nonna severa, ma tenerissima con la “nipotina” Giulia, prefetto di ferro che proprio la vedi fare gli gnocchi la domenica e mollare un superscozzettone al marito perchè si è macchiatto la camicia col ragù. Le signore con la messinpiega degli anni cinquanta parlano al telefono con le vecchie amicizie. Se uno è in difficoltà, per carità, bisogna dare una mano. La pietà e la solidarietà sono sempre mosse da un rapporto prossimo. Quelli che mandano due euro via sms per l’ornitorinco depresso all’altro capo del mondo sono modaioli, mica compassionevoli. I sinistri non lo capiscono giacchè, storicamente, la solidarietà l’hanno fatta sempre per procura, sotto la barba di Marx. Occhio che non vede, puzza sotto il naso non smuove.

Hanno dovuto tapparselo il naso, però, per votare la fiducia alla Guardasigilli tutto cuore, e lo hanno fatto in piena crisi schizofrenica dicendo peste e corna della guarda e pure dei sigilli, mentre Brunetta, “curto e male ncavato” si lanciava nella sua appassionata difesa. Bene. Il governo è salvo: Cip e Ciop (lettalfano) sorridono beati. Noi no, noi non siamo salvi per nulla.

Gli Italiani sono sempre stati insofferenti alle regole. Molti difetti e un grande cuore, che poi era quello che ci teneva in piedi. Una nazione, che poi dovrebbe essere una famiglia grande, sopravvive quando c’è un equilibrio tra le regole ed il buonsenso suggerito dal sentimento. Nessuna regola sfugge all’interpretazione e l’imparzialità: è una chimera. Pure le particelle quantiche cambiano verso sotto l’occhio dell’osservatore, ed è per questo che ogni casalinga che si rispetti raccomanda di non guardare la pentola dell’acqua sul fuoco, altrimenti non bolle.

Una pentola è una pentola ed una telefonata è una telefonata. La figlia di Ligresti e la nipote di Mubarak sono la stessa cosa. Nessuna delle due era Santa Rita da Cascia e due illustri telefonanti hanno avuto una reazione emotiva; poi si può discutere delle tante non figlie di Ligresti che marciscono in galera, e delle tante non nipoti di Mubarak sbattute in comunità. Ma rifletteteci: quando il Papa acchiappa il telefonino e chiama qualcuno, non commette anch’egli un’ingiustizia grave nei confronti di tutte le altre pecore voi compresi? Annamaria, Silvio, Francesco in quanto tali, non avrebbero il diritto a sentimenti privati, o forse si, fatti salvi i diritti dei terzi. Ed in questo l’abbondante guardasigilli è ben più “colpevole” degli altri due, vista la tragica situazione della gran parte dei detenuti non vips. E si dimostra pure un tantinello canaglia (tantinello è un’eufemismo) quando afferma che “il suo non è un caso Ruby”. Infatti non lo è. È peggio. Il costume si fa malcostume quando, distrutto il buonsenso e la simpatia umana per il prossimo nostro, l’unica legge che resta è quella dei due pesi e due misure. I burattinai possono indisturbati distribuire etichette di santi e diavoli a piacimento, ed è così che le parole perdono senso: giustizia, crescita, Europa, infanzia, assassinio, equità, rigore, paese, giovani, assistenza, solidarietà, rispetto, stabilità; parole che non significano più nulla ed alle quali gli oligarchi si attaccano con arroganza sfrontata pretendendo pure l’applauso. Nel continente della menzogna avanziamo in una notte buia istruiti ad essere “di parte”, per non essere più parte di nulla. Dev’essere un virus, come nei computer. Formattare, formattare, formattare.


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