Massimo Gramellini è un giornalista, scrive su “La Stampa” e frequenta Fabio Fazio in tv. Ieri ha scritto una piccola storia, Il biglietto volante, dove racconta delle testarde peripezie di un brizzolato signore per riuscire ad obliterare il biglietto, nonostante autobus stracolmo e timbratrici rotte. Riuscirà nel commovente intento grazie alla collaborazione degli altri passeggeri del bus.
Tutto sommato una storia di banale quotidianità, capitata se non a tutti, a molti. Ma il Gramellini la fa sembrare una avventura perigliosa: una volta affidato il biglietto intonso nelle mani di una sconosciuta, nessuno può garantirgli gli verrà restituito. Invece «il biglietto decolla, vola di mano in mano sulle teste di tutti e, dopo un viaggio irto di deviazioni e di pericoli, ritorna nelle mani del titolare: obliterato.» Stupefacente!, e «sul tram, per un momento, tutti si sentono inspiegabilmente felici.»
Una storia commovente, con lieto fine e alti contenuti formativi/educativi, come piace a Gramellini. Perché non basta informare, bisogna, anche e soprattutto, educare. La lezione morale è alta, anche se la storia è piccola. Ma proprio nelle storie piccole si trovano elevati insegnamenti, si toccano le corde più profonde dell’individuo e, in questo caso, ci restituisce la vibrante commozione dell’onestà ad ogni costo.
Tutto bene, Gramellini ha fatto di nuovo centro e i commenti di plauso in calce al suo articolo si moltiplicano. Peccato che lo scritto non sia suo, ma parrebbe copiato pari pari da un post su Facebook. Nel pezzo pubblicato da “La Stampa” non c’è traccia di citazione dell’autore, non si parla nemmeno di una generica ispirazione ad una lettera o ad uno scritto. Nulla. Avrebbe potuto servire da alibi, anche se, più che di ispirazione, qui si tratta di mera copiatura. Siamo ai livelli del Saviano di maggior successo. Una bella gara tra fotocopiatori.
Il problema è piccolo, come la storia narrata, Gramellini farà finta di non aver udito, di non aver letto i pochi commenti che lo hanno accusato di aver copiato, nessun giornale sprecherà una sola riga d’inchiostro sull’argomento e il giornalista-copista andrà da Fazio, ad indignarci degli scandali della settimana. Ancora.
Ergersi a paladino della legalità, mettere sotto giudizio i comportamenti altrui, raccontare una vicenda dai contenuti etici, con una storia rubata, è veramente il massimo della contraddizione o della falsità. Scegliete voi.
Non cambia molto, Massimo Gramellini rimarrà un grande giornalista: come fa la morale lui, nessuno. A tutti, tranne che a se stesso.
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