Siate sereni, amici! Voi non ve ne siete accorti, ma l’Eurostat ha certificato che dal 2011 siamo più ricchi. Si, perché i dottissimi contabili di Bruxelles – mumblando, mumblando – hanno deciso che nel pil (oh! il pil!) bisogna calcolare prostituzione, traffico di droga, gioco delle tre tavolette, rubamazzetto, sommerso, subacqueo e schiaffo del soldato.
Eurostat. Pensavamo fosse uno di quei treni di Montezemolo, quelli un po’ sudici che a volte ci sono a volte no e vanno come le Ferrari. Poi sentendo questa sensazionale notizia, prima di sentirci più ricchi, abbiamo voluto capire perché e abbiamo cliccato su internet: meraviglia delle meraviglie, siamo entrati nell’equivalente virtuale del palazzo del parlamento europeo, pieno di porte, finestre, finestrine, statistiche, cookies tutti blu, bandierine a stelle, scritte in ogni lingua e se volete entrare pulitevi le scarpe, anzi toglietele, trovandovi, smontatevi i piedi, e al centro le statistiche. Dev’essere costato solo lui quanto un anno di stipendio a Balotelli. A riempire questa ottava meraviglia del mondo ci sono loro, i Contatori Maximi, quelli del trepercentoseimorto, i cravattari in giacca e cravatta (sennò che cravattari sono).
Dalle statistiche risulta che grazie a questa innovazione saranno beneficiati pure Francia ed Inghilterra. Le conseguenze di questo improvviso arricchimento sono ignote, e conoscendo gli eurostatocrati, sarebbe meglio diffidare. Sempre per la vecchia storia dei polli, non è che possiamo tutti improvvisarci maîtresses e darci alle spese pazze, al massimo potremmo organizzare un contrabbando di foglie di patate da arrotolare, come in tempo di guerra.
A cosa è dovuta questa correzione creativa? Ad incrementare bische clandestine? A convincerci che bisogna comprare, comprare, comprare perché il danaro c’è anche se non si vede?
Sommessamente ricordiamo che quando il Cav tentava di far la voce grossa, presso codesti tecnocrati, per dire che nel nostro pil c’erano altre cose da calcolare e che non era il caso che ci strozzassero, fu preso per i fondelli ed irriso. Adesso invece, che strozzati ci hanno già, si cambiano le carte in tavola.
Allora è inutile che ci sommergano di pubblicità noiose su quant’è bella e quant’è buona l’Europa, come si farebbe senza di lei, etc etc. L’Europa è solo questo: un ammasso di cartacce con conti surreali, in cui la matematica è un’opinione, e serve per uccidere la marionetta di turno con una bastonata su questo osceno teatrino a sfondo blu con le stelline. La sfrontatezza eurotecnocratica non ha limiti: sono così lontani dalla vita reale che si saranno pure convinti che non si consuma per far dispetto a loro, mica perché nessuno si trova più un euro in tasca. Attendiamo il passo successivo, una legge europea che ci imponga di comprare, indebitandoci, almeno una decina di oggetti inutili al mese. E non è fantaeconomia, visto che in nome delle “norme” ci impongono di cambiare lampadine, pitali, sottane di una certa lunghezza, larghezza, profondità. Pil! Piiiiiil! Perchè voi lo sapete, vero, che il novantavirgola per cento di ciò che votano i nostri parlamenti è robaccia di Bruxelles? Siamo statistiche sottomesse, null’altro.
Sarkozy – sembra passato un secolo – un giorno si svegliò di genio e disse la sola cosa intelligente di tutto il suo mandato: «nel pil» asserì «occorrerebbe inserire alcuni parametri indispensabili: benessere e felicità». Poi lo riprogrammarono. Dev’essere la storia del microchip. Varrebbe la pena riprendere il concetto, anche per migliorare le eurostatisti che, per essere felici, sommergiamo, sommergiamo bene! Sommergiamo tutto! È l’unico modo di affamare le bestia e tornare ad essere felici. Gli faremo in breve tempo un “pillone tanto”. È un’affermazione sovversiva? Macché!, è l’Europa che ce lo chiede! Eurostatesereni.
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