IL NULLA IN CONCERTO

In Europa tutto sembra andare di male in peggio, ma noi Italiani, per la mancanza assoluta di senso della Nazione, sembriamo destinati alla definitiva rovina. Pilotata da uno strano personaggio, un maniaco di nuovo genere, il Napolitano, che al vizio infrenabile di voler impedire al ʺpopoloʺ di scegliersi da sé la propria democrazia aggiunge la ʺsindrome del lacchèʺ, lo smodato ʺpiacere di obbedireʺ. Donde la perpetua manía di organizzare su ordinazione mini-prospettive totalitarie, colpi di Stato, rivoluzioni striscianti, ribaltamenti e ribaltoni. Tutto questo, assolutamente senza riconoscibili ideali politici. Aveva agganciato la sua caratteristica vuotaggine al carro di Stalin; ed ora, faute de mieux, per lui il defunto comunismo, rimescolato con altre ribalderie e kleptologie finanziarie, è diventato ʺl’Europa della Merkelʺ.

Direte voi: ma che c’entra il comunismo col pangermanesimo della Merkel!? C’entra, perché il denominatore comune è sempre lo stesso: impedire la libertà, negando alla gente – considerata alla maniera comunista un insieme di ʺsudditiʺ e non di ʺpersoneʺ – il diritto di decidere del proprio destino. E poiché nell’ ultimo ventennio il solo paladino del liberalismo è stato Berlusconi, ecco che ora Napolitano le suona a Berlusconi. Aveva ragione Benedetto Croce: il vero opposto del marxismo non sono le varie religioni e fedi, ma bensí il liberalismo. Le religioni istituzionali, semmai, del marxismo furono talora alleate: vedi DC.

Che spettacolo: una nazione di individui sprovvisti del senso della nazione, pilotata da un professionista dell’asservimento della nazione!

Intanto, mentre questo bel pezzo di Presidente emana ʺmonitiʺ e proclama ʺbaluardiʺ, la gente muore di fame. Senza prospettive o progetti, continuiamo ad ammassare migliaia di affamati nei centri di raccolta. L’Europa ci ride dietro: niente immigrati oltre confine, e i due Maró per favore stiano buoni. Ma ora noi, senza perder tempo, abbiamo risposto inventando finalmente il M5S. Perdinci!

Tutto questo, e lo sconfinato resto, ha un nome semplice: perdita di tempo prezioso, cosa che risponde al carattere nazionale: badare solo al proprio piccolo ʺparticulareʺ, e per il resto temporeggiare accatastando chiacchiere e ʺnon facendo oggi quel che non si farà neppure domaniʺ. Il denaro pubblico occorre, ma se è ʺper sùbitoʺ. Non c’è Comune che non si sia lasciato sfuggire finanziamenti europei. Opere pubbliche? Sí, la Tav. Ci volevano sei-sette mesi; noi invece son trent’anni che seguiamo i capricci dei ʺvalligianiʺ. Con la stessa metodologia rinunciammo all’energia nucleare. Industrie? Come no! Abbiamo lasciato che chiudessero il polo farmaceutico più vasto d’Europa, e la più grande acciaieria del continente; discuticchiando intanto sui destini di Alitalia, e dislocando in Polonia la Fiat. E mi fermo per malinconia.

Va bene, ma si dice che la vera vocazione d’Italia non sia l’industria, è il turismo. Dunque tutela dell’ambiente e dei monumenti. Infatti, non s’è perso un minuto: si guardi al centro antico dell’Aquila. E poi: abbiamo mandato al macero i Campi Flegrei, la zona archeologica più importante d’Europa, deturpandoli a forza di pacchiane piscine e civettuole villette mattonellate a fiori; s’è lasciato che Pompei si sgretoli con accompagnamento commovente di alti lai e dotte denunce; a Villa dei Misteri l’umidità annerisce le pitture più importanti della storia occidentale; si saccheggia il complesso di Cerveteri, tanto di tensimonianze etrusche ce n’è in giro fin troppe; della più bella città d’Europa, che ʺeraʺ Napoli, s’è fatto un coacervo di speculazioni edilizie spesso realizzate a gara da volgari delinquenti, camorre, mafie, etc.

Chi crede che la nostra vera vocazione sia l’agroalimentare, trovi all’estero, se ci riesce, arance, asparagi, pomidoro, meloni e melanzane che non vengano dalla Spagna, da Israele, dal Marocco. Per fortuna sappiamo cucinare bene.

Insomma parliamoci chiaro: Napolitano, con i suoi vizi stupefacentemente idioti – cifosi etica, odio della libertà, servilismo, mendacio, ʺgioco delle tre carteʺ, etc. etc. – è il presidente che ci voleva per una nazione di veri fetentoni quali troppo spesso siamo noi, che del perdere tempo per miope vantaggio personale abbiamo fatto la nostra bandiera. Pensateci: ha fatto come noi! La prova: lui e noi, si diventa svelti solo quando ʺpersonalmenteʺ conviene. I disinvolti colpi di mano, i senatori a vita spuntati d’un tratto come asparagi, le intese con quel bel tomo di Fini, fetide sia per qualità che per subdola conduzione… Magari di tanto in tanto anche il Presidente alla ʺdaciaʺ piccina di Montecarlo!? Tutto ció parla d’una persona incurante non solo della propria tenuta etica, ma anche della propria presentabilità estetica. In breve: una persona priva del rispetto di sé, che è l’anticamera del peggio. Assumereste una domestica priva di questo minimo indispensabile a garantire affidabilità?

Grillo deve aver capito bene l’antifona. Ha preparato il paniere adatto alle nostre mele, che infatti cadono fitte. Ora finalmente sembra che ci arruoleremo numerosi nell’esercito del Nulla. Iersera Grillo ha mostrato di essere buon diagnostico. Ci vede chiaro, come Berlusconi. Ma, a differenza di quest’ultimo, si arresta al livello chiacchiera, e come rimedio propone di affidarsi ai primi tizi che passano, cioè che galleggiano sul Web. Questa l’unica credenziale. Alla buona. Avanti cosí! Napolitano passerà alla storia come il vero comunista terminale, che s’è accorto che il nulla è il suo mestiere. Grillo sbraiterà di volta in volta la canzone del caso. E noi Italiani, al solito, discuteremo la cosa molto a lungo. Affascinante panorama.

* * *

Ma tutto questo è roba detta e ridetta. Adesso bisognerebbe passare oltre: non vogliamo meditare un poco, anziché discutere, almeno una volta? Una rapida meditazione! La novità potrebbe essere questa: riconoscere che ce la siamo meritata tutta. Basta chiacchiere, basta perdite di tempo. Basta fiducia ingenua concessa ai venditori del nulla. Farlo è comodo, ma poi… Grillo, esagerando troppo, forse puó riuscirci utile schiarendoci le idee.

Ma sí: non esiste azione efficace senza previa meditazione.


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