Abbiamo il triste privilegio di vivere in un’epoca che mostra con chiarezza che cosa sia il conformismo. Non possiamo più muovere un dito, spiccicare una parola, simulare un pensiero, senza far riferimento esplicito, e compiaciuto, al problema del superamento dei vecchi sessi e alla loro obbligatoria confluenza nelle categorie ʺomogenderʺ, ʺunigenderʺ, ʺmonogenderʺ, ʺtransgenderʺ, ʺdegenderʺ etc. È ormai una moda martellante, e d’una imbecillità suprema.
Lo sposalizio tra omogeneri è l’unico ammesso, l’unico elegante, l’unico intelligente, l’unico non pacchiano. Due poveri diavoli ʺnormalmenteʺ sposi sono individui di terz’ordine, porcherie da non citare senza lavarsi subito la bocca. I bambini non hanno più né papà né mammà, bensí diciamo ʺun tanghero xʺ e una ʺtanghera yʺ. Penso che i linguisti siano alla ricerca d’una desinenza che non faccia mai più riferimento ai maledetti sessi. Come diremo? Qui il dialetto napoletano, con le sue desinenze costituite da una ʺe mutaʺ, ci viene in aiuto. Diremo ʺddoje féssʺ in entrambi i casi, e buonanotte alla secchia.
I biologi di tutto il mondo, io credo e spero, stanno cercando il modo di ottenere gravidanze unigeneriche, magari in uteri di silicone rinforzato con opportuni strati di plastica dura. Lo sventato Padreterno costrinse i viventi all’ingiusto parto esclusivamente femminile, salve le sole lumache che – se ben mi ricordo e so – sono santamente bi-sex, come gli ermafroditi di Platone.
Non fate mai più riferimento alle vecchie polarizzazioni: sono inique. Gli sventurati genitori di ragazzi e ragazze muniti all’antica di organi e sensi ʺpolarizzatiʺ dovranno trovare il modo di trasformarli in ʺomoʺ, magari a calci nel sedere. Eserciti di chirurghi presto saranno in grado di eseguire operazioni che sintetizzino in unico intervento le antiche circoncisioni, infibulazioni, etc.
La cosa più grave, di tutto ció, è che si trova normale ed intelligente non parlar d’altro. Penso che ʺai piani altiʺ ci sia qualcuno che sorveglia severamente tutta la faccenda; forse sappiamo tutti chi è, epperció da questo lato possiamo dormire tranquilli, habemus tutorem. Vi rendete conto della situazione folle? Ormai non si parla d’altro, non si dichiara altro. Guai ai sessi all’antica, e basta.
Peró, tacita contraddizione!, al Parlamento, nei Consigli di scuola, di fabbrica, d’amministrazione, e ovunque si raduni gente, occorrerà un nitido 50% che lasci compartecipare i due ʺsessiʺ con precisa giustizia. A scuola, il crocifisso maschilista non sarà più tollerato, ma per fortuna c’è una moltitudine d’intellettuali, romanzieri, psicologi, perineisti etc. che vanno dimostrando che il Cristo era intergenerico. Presto ne vedremo di altre ancora più belle, io penso che finalmente arriveremo ai due Papi (Papa e Papessa), ed è forse questa la sostanza della famosa profezia: ʺFrancesco sarà l’ultimo Papa della storiaʺ.
Ma attenzione, non è ancora finita, né lo sarà mai. Il conformismo macina senza sosta, e produce ininterrottamente nuova crusca. Ormai la marcia quinta, la ʺpresa direttaʺ, è stata incautamente innestata, e ne vedremo di tutti i colori. Verrà giorno – facile profezia – in cui sarà elegante anzi obbligatorio non so: ficcarsi le dita nel naso a due per volta, ruttare nella siesta alla maniera araba, mostrare agli ospiti i genitali prima di pranzo, praticare con unzione la pedofilia, etc. etc. Chi potrà mai permettersi di mettere un punto fermo al farsi della storia? Perché uno degli aspetti più merdajoli della faccenda è che il conformismo, succedendo a se stesso, permette oggi ció che proibí ieri, e proibisce ció che ieri permise. È già accaduto: ricordate ad es. gli assolutamente out ʺpederastiʺ d’una volta, che ora, con mutato nome, sono in che più non si puó; o la religione cattolica, olim obbligatoria, oggi vituperata; oppure l’onanismo, che Paolo Mantegazza giudicava peccato capitale, oggi raccomandato persino dal clero?
Ma c’è ancora un aspetto socialmente, sociologicamente, psicologicamente rilevante, che caratterizza il turpe fenomeno. Fateci caso. Nel segreto della vita di famiglia, tra amici fidati, per le cose ʺserieʺ di tutti i giorni, siamo tutti ancora indenni (vien quasi da dire: colpevolmente indenni!), e simili a quelli che fummo una volta. Sognamo ancora amori romantici, ci prospettiamo ancora destini uomo-donna, professioni più adatte all’uno o all’altro sesso, insomma caratterizzazioni sessuali comprovate da secoli… Dico, siamo come sempre noi siamo stati, e furono i nostri padri.
Ma non appena mettiamo il naso fuori casa, ecco che dobbiamo indossare la maschera della fessaggine menzognera, o se preferite della menzogna fessa, e simulare persino con noi stessi ossequio alla cretineria universalmente imposta. Dobbiamo farlo, capite, senza se e senza ma, a rischio di decapitazione per ora solo morale, domani chissà. Il conformismo pertiene a quei severi piani della mente ai quali Bacone da Verulamio attribuiva i suoi famosi idola theatri e fori.
Che cosa nasconde e significa tutto ció? Qualcosa di veramente spregevole: questa orchestra di conformismo universalmente imposto si rivela essere quel che è: una scuola di ipocrisia. Siamo tutti costretti o ad essere imbecilli,… o a fingere di esserlo. Qualcuno dirà: ma tu imbecille già lo sei. Grazie, ma speak for yourself, please, come dicono i concisi Inglesi. Questo il mar dei sargassi che oggi la prua della nostra nave collettiva affronta e taglia. Ma che bellezza!
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