Problemi d’Italia. Prevalgono due immagini, o meditazioni, opposte.
Immagine Iª. – Un’immensa, inaudita porcilaia i cui porci sono sistemati in alto, in porcili apicali. La puzza scende giù dai piani superiori, irreparabile; i trogoli sgocciolano da tutte le parti. ʺÈ la politica, bellezza!”, dicono. Ma questo non va né pensato né detto; poi proprio tu, ʺqualunquistaʺ! Alcuni maiali di lassù sono tanto grossi, che quelli finti, dico i veri, a volte due quintali l’uno, a paragone sono robetta. E poi hanno almeno una loro triste poesia, obbedire al comando del Creatore: vivere soffrendo e alla fine farsi ammazzare. Un mio amico, a Torella, ammazza dieci-quindici maialoni l’anno. 15 x 100 = 1500. Mi sorprendo a meditare che ce ne vorrebbero un centinaio, di amici cosí, per rimettere in piedi l’amata Italia. Ma a chi parlarne? Il frastuono dei rutti postprandiali della ʺcastaʺ supera quello della ʺdanzaʺ alla quale poté assistere nella sua Africa Raymond Roussel. Che luridume!
La gente muore di fame, si suicida. In compenso, lo sguardo della Merkel è glacialmente comprensivo. E a Napolitano va bene. Ha molto da vendicare, lui. Forse ha la vocazione del becchino. In Veneto si sono stufati, stanno decidendo di provvedere a modo loro. Questo a me dispiace moltissimo, amo l’Italia unita; ingenuo come un bambino idiota, vorrei mettere in salvo nei ʺpostiʺ buoni della Geografia dello Spirito tutti i tesori d’Italia, la famosa cultura che non sono riuscito ʺa farmiʺ. Ma i Veneti hanno ragione. Chi ha prebende milionarie non molla: ʺse me ne togli anche uno, di euro, ti giuro che me ne vadoʺ. C’è tanta brava gente che ascolta, quasi morta di fame. Nessuno che manco brandisca un randello. Ma il denaro sparisce lo stesso, anche nelle Regioni d’Italia che si credeva fossero ʺsaneʺ, anzi. I più avveduti comperano vibratori a spese mie, e invece tu fesso, non riesci neppure a farti masturbare ʺa gratisʺ! Pranzi succulenti, aragoste, ostriche, Romané Conti, Chambolle Musigny… I diseredati guardano, si bevono la saliva. Come si riesce a ʺdeglutireʺ, suini maledetti, in simili condizioni!? In Regione, un posto letto d’ospedale vale quasi un quadro di Tiziano, di quelli che certo marciscono nei depositi delle quadrerie nazionali. Ma se ti ammali, basta alzare ancora d’un po’ i prezzi della Sanità. I monumenti vanno a pezzi. Te ne frega, a te? A me, no; ma che si pranza oggi? Altro che Pinacoteca di Brera! Il sig. Klamm (Kafka, il Castello) è un maiale meno fetente dei nostri; mangia poco, ʺcomandare è meglio che mangiareʺ. Pompei!? Ma vaffanculo tu e la Villa dei Misteri! I rossi encausti, marci d’umido e muffa, risaltano meglio…, non preoccuparti, continua cosí. Speravamo che almeno l’eccesso avrebbe generato disgusto; invece, ha generato assuefazione.
Intermezzo. – Siete mai andati a Populonia? Innanzi ai pini mediterranei, al tramonto, ci si sente tutti fratelli. E poi, laggiù c’è una luna assai grande, il mare aperto provoca una sorta di riflessione a lente d’ingrandimento, non so, e c’è un silenzio che purifica i cuori. La scintillante, minacciosa costellazione di Orione scivola oltre l’orizzonte. La stessa cosa accade al Lago di Patria, sotto la colonna di Scipione l’Africano; ed ancora la stessa a Castiglione Olona, alla Necropoli Pantalica ed a Noto, il luogo dei misteri barocchi, quello dal nome ambiguo. L’arte delle nostre mura ed erme è sacra, ci parla del senso dell’esistenza. Noi dobbiamo sapere. Dobbiamo riuscirci. E poi c’è stata una famiglia di giraffe che leccava la guancia del custode morente. In Danimarca fanno vedere ai bambini come si uccidono le giraffe. C’è veramente qualcosa di marcio, ma non solo lassù. Mettetevi dalla parte delle giraffe, per l’amor di Dio!
Immagine IIª. – L’On.Franceschini ha avuto un malore serio, ma per fortuna è guarito. Peró ha avuto una rivelazione: di colpo ha visto: ha visto che cosa c’è dietro la cartapesta delle nostre miserabili scenografie. Cosa già capitata a Saulo, a Giambattista Vico, a san Francesco. Se in Italia accadono ancora cose del genere, forse ci salviamo. Ho sempre trovato un po’ fastidioso l’illuminismo ʺferrareseʺ di Franceschini, qualcosa di troppo rimato e facilmente simmetrico. Ma ora non più; da oggi in poi, egli ha un amico devoto (se vuole), che poi sarei io, o un seguace, se non sono troppo impresentabile. Io spero in cuori come il suo; sono i soli che possono salvarci; ce ne debbono essere, in giro. La maledizione che li nasconde deve essere dissipata. Non abbiamo altro, ma altro non c’è, da nessuna parte. Il cuore degli uomini, e basta.
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