Un evento apparentemente fuori tema, ma che forse ribalta tutto: allegria! Forse – come previsto – le donne sono utili, anzi indispensabili. Marine Le Pen ci fa sperare di assistere a qualche crollo. Qualche crollo in Europa, ad esempio; sognate! Intanto, da noi resta in piedi il solo Renzi. Forse fa ridere: la tecnica di sparar balle non è esportabile. Ma se Napolitano non fa ridere, ciò è solo perché obbedisce. Delle cose utili non si ride, ci mancherebbe! L’interdizione di Berlusconi è stata una faccenda oscena, e chi l’ha fatta, o ha lasciato che la si facesse, o non ha neppure protestato, o non s’è dimesso per protesta, o non è andato a rinchiudersi a Yuste per sopraggiunta malinconia come fece Carlo V°, passa come il n°1 nella lista storica dei vigliacchi. Ma ormai de hoc satis.
In realtà, il Presidente qualcosa da fare ce l’avrebbe ancora, il ʺRodiʺ dove saltare è sempre il solito: la Giustizia, che esiste anche se noi Italiani per colpa sua pensiamo che non esista più. Hai mai sentito parlare di ʺvaloriʺ? Sono turaccioli che rigalleggiano sempre, hai voglia di scuotere il catino. ʺBontà, giustizia, veritàʺ. Non ridete! Le superflu c’est chose très nécessaire (Voltaire). Vedremo come finirà tra pochi mesi. Io voglio credere alle promesse di Renzi perché non ho altro da credere.
Il problema in realtà è maledettamente nostro. Esistono squilibrati etici, ma nel fondo dell’immondezzaio ci sono anche gli straccioni morali. La restaurazione della verità è importante: una nazione, se non è un cesso, non puó fondarsi sulla menzogna. È come per la vergogna dei due marò. Occorrerebbe almeno condannare il gravissimo strafalcione etico che avvelena la coscienza della Nazione. La ʺnottola di Minervaʺ, la meditazione sulla verità – disse uno che se ne intende – svolazza a sera. Perché allora continuare, anche a sera, col metodo-lacchè dei comunisti? In breve: la ʺcosa ultimaʺ che Napolitano dovrebbe fare per chiudere con decenza minima: dovrebbe subito concedere la grazia… a se stesso. Farsi la grazia. Raddrizzare la schiena, o fingere almeno di farlo, tirandosi sù i pantaloni. Per lui e per noi.
Anche noi liberali dobbiamo stare attenti, perché cadiamo facilmente nella fessaggine (come malignava Guareschi). Cito ancora Voltaire, per il suo vizio (liberale) di pavoneggarsi con le fesserie: ʺnon sono della tua idea, ma affinché tu possa esprimerla darei la vitaʺ: bravo fesso, magari lo diceva anche ad uno come Hitler! Voglio dire che, se non c’è serietà valoriale di fondo, il liberalismo è come la vita quando è vissuta male: è nemico di se stesso. Proprio cosí, perché la libertà senza qualità è fuffa.
Il linguaggio della Le Pen è semplice, fatto di numeri forti e basta, ed è stato per noi Italiani come un ceffone. Ci siamo risvegliati piccini, e vecchi. Napolitano invece ora attacca con la solfa dell’Europa. ʺLa vecchiaia è una ebbrezza alcoolica senza alcoolʺ. Certo, il giovane Renzi sembra sparare troppe balle. Proclama tutto e il contrario di tutto. Ma nella nostra realtà di mendacio sistematico, si puó procedere solo dicendo bugie. Ti proponi di fare A? Devi proclamare B, e poi attenderer che l’uditorio cuoccia: piano, come i fagioli con le cotiche. Metodo pericoloso, perché la gente di chiacchiere non ne puó più. Ma se noi Italiani siamo bizantini, furbi a vuoto, complicati, che puó farci Renzi?
I veterocomunisti, che concepiscono soltanto una società atomizzata (certo: sudditi tutti alla pari, ovvero parimenti muniti di fifa, e basta), ora predicano ʺEuropa”! Ma chi diavolo la vuole, questa Europa? Noi certo ne vogliamo una (la nuova sintassi richiede interlocutori di dimensioni continentali), ma una fatta di reali ʺcorpi intermedîʺ, diciamo à la Tocqueville: e questi corpi intermedî sono le ʺculture nazionaliʺ. Lo vogliamo capire, o no, che l’Europa è appunto un’Idea, una meravigliosa cassaforte di idee? Dove ne trovate altre, di simili?
Sotto questo aspetto, è vero, tutti gli Europei si stanno rivelando ottusi come noi Italiani. La vera merce che fa dell’Europa una produttrice insostituibile e formidabile, è la cultura. In senso profondo, ch’è il solo vero: una cultura fatta da immemorabile tempo, col tempo, e nel tempo, mediante la forza della tradizione. In luogo di ciò, ora noi ci mettiamo a fare i giullari di tutti gli altri, e cerchiamo di barattare tutto, persino la nostra preziosa religione. Un insensato cupio dissolvi. Mettere la mezzaluna al posto del Crocifisso? Perché no? Ma poi saranno guai -, queste non sono parole vuote -: guai serî. Mettiamocelo bene in testa: noi stiamo assistendo all’inizio d’una tragedia che è già avvenuta varie volte lungo i dirupi della storia: il suicidio di massa di una civiltà. Ridiamo? Ma no, de te fabula narratur.
Marine le Pen di questo imbecillismo dissolvente non vuol saperne: e non perché sia un genio in gonnella (forse lo è, ma il punto non è questo). Non è d’accordo perché si sa e si sente il prodotto d’un mondo che ancora crede in se stesso; di un’Europa ʺtostaʺ che si fa sempre più piccina e dalla quale l’Italia ormai rischia di scivolare fuori.
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