Una vera novità in Italia. Renzi significa principalmente fare in fretta. Da noi vige la maledizione dei distinguo, chiacchiere, tavole rotonde, tecniche dilatorie, una sorta di caricaturale ʺparlamentarismo cronicoʺ che va dal Parlamento vero e proprio fino alla bottega del barbiere ed al bar. Insabbiare è il nostro vizio. È forse per questo che poi, ogni tanto, invochiamo l’uomo forte!
Esempi di questa tecnica all’italiana. Mettiamo che torni utile maggiorare i biglietti d’ingresso al cinema. Ed ecco, dopo molti mesi di esame e riesame, il provvedimento ad hoc: un 45% in meno per gli anziani ma, se sono infermi (come da tessera sanitaria), il 50. Ai bambini sotto i dieci anni, 75 (esibire tessera); ai bambini più alti, 55; ai figli dei caduti, 65; ai gay e alle gaie (esibire atto notorio), gratuito; gratis anche ai magistrati di sinistra (due testimoni), etc. Nel frattempo, all’estero hanno già visto tutti i film dell’annata in corso e di quella a venire, pagando tutti agilmente un unico biglietto di valore medio. Qualcosa di simile accade agli ottimisti che pensano di impiantare un’industria qui da noi. Risultato generale, poi vanno ad impiantarla in Polonia.
La suddetta tiritera ha un nome semplice: burocratismo. Difficilissimo da estirpare, perché è un distributore di reddito: ci mangiano infiniti ʺcontrolloriʺ. C’è poi, ora, la sfortunata coincidenza e convergenza con le follíe prodotte su scala planetaria dalla volgarità dei tempi. Un sintomo ricorrente: l’odio astioso contro il Cattolicismo. Il quale Cattolicismo, certo tra debolezze e cedimenti, tiene peró ben ferma la barra dell’antimodernismo. Il che significa dire che il Papa non è affatto per lo status quo. Sí: oggi come oggi per esser nuovi bisogna non essere attuali. Ma credere che la fede sia un’arma debole significa ricadere nel solito errore: ricordate Khruscev, la conta dei cannoni?
La sinistra ha per anni dato una mano, collaborando ad insabbiare: chi è in agonia ama lo status quo (Céline: ʺi malati sono tutti reazionarîʺ). Ma finalmente l’ammutinata corazzata Potëmkin affonda anche da noi! Siamo già all’apposizione della lapide. Il Cav. deve… entrarci per qualcosa! Che colpo! Il ʺmondoʺ è miope, le cose non sono finché non le si vede (Merleau-Ponty).
Per fortuna esiste una legge sociologica, credo ben nota: le società di tanto in tanto mutano repentinamente d’ispirazione, con una sorta di ʺpassaggio di statoʺ simile a quello riscontrabile in fisica. Jung ne tratta a più riprese, ed assegna al fenomeno il carattere di ʺcontagioʺ: esso infatti fa pensare ad una specie di ʺintuizioneʺ collettiva, ad un fatto ʺd’arteʺ. Sta accadendo ora da noi. È grazie ad esso che certe situazioni che sembrano disperate si risolvono d’un tratto inaspettatamente (Per analoga causa, talora purtroppo peggiorano).
La situazione è comunque difficile. C’è una ampia schiera di politici che non la capiscono; ce n’è una ancora più ampia che non vuol capire; e ce n’è una amplissima, la terza, che finge di non capire in attesa d’insabbiare. Di solito il bene d’un Paese è inverso a quello dei suoi rappresentanti: figuriamoci ora e qui! Parare il colpo di Renzi sarà facile se si riuscirà ad impedire che faccia presto, e cioè prima che il solito materasso di chiacchiere all’italiana insabbi tutto.
Renzi è stato audace, aiutato anche dalla circostanza che di rivali di qualità non ce n’è. C’è invece, ripeto, il pericolo della parola d’ordine: ʺinsabbiare!ʺ. Quando Napolitano loda, si dichiara d’accordo, e esige solo qualche cautela… ebbene, rabbrividite. Ci siamo. Il lumacone s’è messo di nuovo all’opera. La parola d’ordine viene dall’estero, dove conoscono il nostro punto debole: perdere tempo. È una questione di ritmo. La strada imboccata non ammette adagi penserosi, il nostro Toscanini presidenziale lo sa. Ma forse ha tirato anche un respiro di sollievo, perché ora ha un buon motivo per… disobbedire.
Quanto agli ʺuomini di culturaʺ, non c’è da preoccuparsi! Esempi: lo Scalfari è troppo ignorante, e di recente la presunzione l’ha fatto cadere in eccessi troppo vistosi; Asor Rosa è accecato dall’iracondia da Götterdämmerung; Il Fo è caduto in etilismo autogeno a forza di ridersi addosso da solo… Un rassicurante sonno generale. L’atteggiamento dell’Annunziata, la nostra M.me Verdurin e ʺstilistaʺ nazionale – che, occupandosi esclusivamente di ʺmodaʺ, è sensibile ex officio alla presentabilità – è significativo. Raccomanda di badare all’ʺeticaʺ. Buon segno! Lei non sa che questo è un metodo utile per disorientare i nemici!
Il crollo delle ideologie (o della sinistra, che oggi come oggi è dire lo stesso) ha scoperchiato lo sterminato bidone del plebeismo, rallentatore per antonomasia. La plebe è inerte: o si muove, o sta. Il Renzi, anche per questo, mostra qualità signorile. Blair, ad esempio, ha subito colto la situazione. Se si fa in fretta, con l’aiuto passivo dell’inerzia degli intronati, dei sonnolenti, e degli arrivisti vecchi e nuovi, si puó riuscire. Gli insabbiatori sono già scattati. Alfano, Casini, Fini…, ed altri molti, sono già all’opera. E Civati, Cuperlo, che fanno?
Insomma, è da credere che Napolitano tremi e/o speri. Spera, perché il rallentamento mortale forse riuscirà. Trema perché, se non è troppo opaco, sa che questo gioco è in attuazione dal ’94, se non prima, e che gli Italiani cominciano a capire che, quando il rallentamento si fa invincibile, non resta che… la rivoluzione. Che, come recitano i migliori manuali d’arte politica (se esistono!), significa: forzare le cose a muoversi, e andare finalmente spediti.
Il gioco è vecchio, Berlusconi ne sa qualcosa. Si rallenta tutto, e poi si dichiara che è colpa di chi tira la carretta (Berlusconi, nel caso). C’è tutta una genía allenata apposta. Si pensi ad un di Pietro, che a quanto pare andó all’estero per studiare le tecniche più adatte e… meglio retribuite. C’è una organizzazione i cui dirigenti probabilmente stanno dove sappiamo, e anche dove non sappiamo. Bene, ora sarebbe l’ora di dire basta.
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