Nel paese della cuccagna chi meno lavora più magna.
Faceva il palo nella banda de l’Ortiga,
faceva il palo perchè l’era el sò mestee.
Non è un fotomontaggio e non è manco un miraggio. Non si tratta di un ortaggio. È proprio vero: lo svincolo Barra-San Giorgio a Cremano è stato costruito inglobando un palo al centro.
«Il palo – spiega Autostrade Meridionali – non c’entra nulla con l’apertura dello svincolo perché è un’opera cosìddetta “provvisionale”, cioè temporanea. La rampa, tuttavia – aggiunge – non si apre ancora perché su questi lavori manca ancora il via libera comunale, dopo che è stata, da tempo, effettuata la conferenza dei servizi».
Si analizzi il virgolettato (“il faut tout connaitre! tout savoir” recitava una scritta su un carrozzone di un circo contenente donna cannone, elefante a due teste, ma non il responsabile delle autostrade meridionali). Dice, il sapientone di turno (fuori il nome, cazzo!) che se ci fosse stato il via libera comunale, la strada sarebbe già aperta da tempo: libertà di schianto, massì!, c’è stata la conferenza dei servizi (funebri?) ed il palo è “provvisionale”. Sarà dunque rimosso, un giorno. Evidentemente si procede così per fare una strada: ogni provvisionale che il direttore dei lavori incontri sul suo percorso, lo si ingloba nel cemento. L’importante è incassare, anzi inglobare nelle tasche un bel po’ di euri. Inglobando, inglobando l’Italia del sud è finita contro il palo; avevamo già ammirato le strade che non vanno da nessuna parte, le zone industriali fantasma, gli ospedali nel deserto, i monumenti dei cognati a tutto e dappertutto, lo svincolo con palo annesso ci mancava. Marinetti ci avrebbe fatto una poesia e Troisi un film: San Giorgio a Cremano è il suo paese natale. Così concepito lo svincolo – che dovrebbe accompagnare i turisti alla villa romana di Ponticelli -, potrà servire all’unione dei comuni per le feste paesane: palo della cuccagna, opportunamente spalmato di sugna con prosciutti e capocolli in cima, per scalatatori scelti ed affamati.
Naturalmente attendiamo in estasi l’analisi di Roberto Saviano, una dotta elucubrazione sull’odore dei pali, passando per l’interlocuzione ecumenica, per fnire alla camorra e al Cav, non senza un tristo accento di derelitto scrittore impossibilitato ad acchiappar salumi perchè non si sale sui pali dell’hinterland napoletano con tanto di scorta.
Fin qui abbiamo sghignazzato. Però questo cavolo di palo – provisionale o no – è il simbolo tangibile di una classe dirigente irresponsabile, ignorante, strafottente, che sa di potersela passare sempre liscia e continua ad erigere opere di farabutteria inaudita a spese nostre. Chi ha progettato la strada? Chi l’ha commissionata? Chi è il direttore dei lavori? Chi è l’impresa? Per quali commissioni è passato il progetto? Chi ha fatto i sopralluoghi? Di chi sono i pali? E questa società “autostrade meridionali” tirando ad indovinare ma non troppo, sarà il solito ente infarcito di politici trombati senza competenze e senza scrupoli? Uno poi si domanda com’è che il Sud sta sempre a rimorchio: è il più ingente parcheggio di ignoranti strapagati per far nulla e buoni a nulla. Non troverete mai nelle nostre apriche contrade un archeologo che si occupi di un parco archeologico, un ottimo ingegnere che stia alle autostrade, uno storico che si occupi di centri antichi. E la magistratura? Ahahahahah! Woodcock! Woodcock! L’ultima volta che si è sentito parlare di un’inchiesta precisina, fatta con spiegamento di mezzi e di uomini è stato per il compleanno di Noemi. In una periferia dove ogni sputo fatto sul territorio è un orrore illegale e insensato.
Nel caso del palo, poi non ci sarebbe bisogno di indagare. Tutti sul carrettone! In galera e poi si discute; carcerazione preventiva eccessiva? No! ci sono tutti i requisiti: pericolo di fuga, inquinamento delle prove e reiterazione del reato. Che tanto reiterano ogni giorno. E poi, la carcerazione preventiva è “provisionale”, no?
Se poi l’Europa ci mette il palo dove non vorremmo, non possiamo lagnarci: è la prassi.
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