Che cosa abbiamo guadagnato, e che cosa perduto, nelle vicende degli ultimi mesi? Per orizzontarci, costruiamo uno schema con tre colonne: avere, dare, sopportare. Vediamo.
1 – Nella casella ʺavereʺ, mettiamo: lo sfacelo del PD, e sua eventuale frantumazione. Come diceva il rimpianto Andreotti della Germania: ʺLa amiamo tanto, ch’è meglio averne due”. Questi frammenti peró resterebbero legati da un resistente ʺfilo rossoʺ, una fissazione d’incredibile infantilismo, comica se il momento non fosse tragico: Berlusconi come incarnazione di Satana; tutto quel che accade è colpa sua; è un violento che l’Italia rifiuta invano (egli ha 10 o 15 milioni di fans, ma questo non c’entra). Salvateci da Berlusconi!! È più terribile e indigeribile della Puffato! Aiuto! Pompieri! Tuttavia, la galoppante putrefazione mentale delle sinistre spinge il presidente Napolitano (che è un gentiluomo napoletano, il che vuol dire molto) ad una posizione meno riservata. Letta probabilmente sta apprendendo con maggiore chiarezza che la mentalità comunista, alquanto fetida, aggiunta a quella cattolica, che non olezza, genera un puzzore (come diceva con errato ipercorrettismo un mio amico) dal quale è bene guardarsi. Tende a sbiadire l’idea arcifessa secondo la quale i comunisti sarebbero una razza di qualità superiore, o almeno presentabile (come tanti anni fa s’illudeva la Nunziata, ricordate?). Ora costoro sanno che ʺla via di tutta la carneʺ, come dice Samuel Butler, è purtroppo anche la loro. (Noi Napoletani, meno apocalittici, esprimiamo il medesimo concetto come segue: ʺsiamo tutti portogalliʺ). Il marasma che affligge il PD è ormai la prova provata che il suo male incurabile è l’assoluta mancanza di idee e di utili tradizioni politiche (o magari anche gastronomiche, diciamo, tanto fa lo stesso: ogni zero assomiglia a zero). Ma ora arriva Epifani, che detiene l’unica nota del comunismo che poteva essere seria, anche se inefficace perché poi dispersa tra rivendicazioni cervellotiche: la tradizione sindacale. Eppure c’è un problema: è Epifani sufficientemente convinto che Berlusconi sia orribile? Occorre indagare.
2 – C’è poi la casella del dare: gli svantaggi. Il primo è che parecchi luminari comunisti si vanno sgonfiando, con grave nostro disdoro. Per esempio Dario Fo, che credevamo un novello Erminio Macario, si rivela invece un comico di rango Nobel (nel senso: ʺDario, sei il Nobel degli Erminio Macario!”). Ed anche un pover’omo maleducato assai, di terz’ordine, che se la piglia con la statura fisica degli antagonisti politici. Che direbbe lui, per esempio, se uno di noi beneducati dicessimo che si rassomiglia come sputato ad una zia ‘mbriaca con tanto di scialletto? Ad uno che si medica col goccetto etilico il naso sempre gocciolante? Altri esempi di gravi perdite: un pensatore come Asor Rosa, un rimeditatore con truffetta come Umberto Galimberti, un rimuginatore come Rodotàc (il falso nazareno che si è tradito: contiene più rogna acida del titolare Prodi), uno scogitatore come Umberto Eco… Per fortuna galleggiano i rottami del naufragio, come Scalfari, che sopperisce alla squinternata qualità con la sua solida quantità: raggranellatore abilissimo di euro; valido ex-fascista; letterato assai fine, di quella finezza che i seguaci di Bachtin chiamano volatile; filosofo ʺco’ baffiʺ, come si dice a Fiesole: un ascetico impeccabile, che non spreca gran parte della vita a porsi le famose tre domande (ʺChe abbiamo mangiato ieri? E che si pranza oggi? E domani?”), il trilogio che da che mondo è mondo si pongono tutte le persone intelligenti, e che si completa con una quarta domanda: ʺMa allora, perché ‘sta benedetta acidità di stomaco?”
3 – Infine, la tremenda casella del sopportare, ovvero delle infernali persistenze. Tutti i suddetti vantaggi e svantaggi sono robetta, se paragonati al disastro cronico proprio alla nostra cara Italia: la persistente esistenza di un’estrema sinistra, con annessi stupidario, blocco mentale e relativa moda.
È questa ormai la somma – incredibile dictu! – dei due mali cronici denunciati da Gobetti: gli Italiani, che erano o per il totalitarismo o per l’anarchia, ora sono per un totalitarismo anarchico. La prova di ciò è l’improvviso sorgere del Movimento 5stelle, una vera rivelazione!, che fonde gli immiscibili con la sua vocazione alla prepotenza. Si sbraita ma si tira al gruzzolo. Ed è sintomatico che tutto questo armonizzi tanto bene con l’estrema sinistra, evidenziandone qualità e scopi. Italiani, Italiani, era una questione di stile!… Un terzo dei voti gettati via, e quanti, quanti stipendi al vento! I nostri poveri soldini! Tuttavia confortiamoci: la nostra magistratura iperdemocratica troverà qui una mandria donde trarre il fior fiore delle sue nuove leve.
Uno dei più imperdonabili errori del marxismo è stato quello di aizzarci contro gli incolpevoli (i ʺteorici del pensiero borgheseʺ), anziché contro i veri responsabili. Questo triste gioco ha un nome: ʺrispecchiamentoʺ. Invece di addentare i padroni delle finanze nazionali e mondiali, ci hanno insegnato a tormentare i ʺteorici della borghesiaʺ. Risultato: basta giaculare all’unisono nel coro dell’estrema sinistra, e si è salvi anche se carichi di miliardi. Berlusconi, che dà da vivere a 40.000 x 3 = 140.000 anime, è colpevolissimo perché non recita il Gloria marxista. Altri, di cui non faccio i nomi anche perché sono moltissimi, se la spassano nei siti esclusivi dei miliardarî, incolumi perché recitano la richiesta Avemaria. L’estrema sinistra ʺproduceʺ questo: sí, perché fa chiacchiere, magari nei ʺcentri socialiʺ (?), mentre l’alta finanza se la gode.
Gran parte dei mali d’Italia viene dal cronico infernale meccanismo di questa autorinnovantesi surenchère. Situazione amara, e istruttiva: perché il peggio è che ne siamo tutti ben consci, ragion per cui ci siamo ridotti a vivere consapevolmente nella menzogna. Questo si chiama: fingere. Chi tra voi non se n’è ancora accorto, ci badi: viviamo in un mostruoso ʺcome seʺ, facciamo finta di essere d’accordo. Tutti, evidentemente per paura, comunisti compresi, aduliamo l’estrema sinistra. Vedi la sciocca parabola di Bersani. Non satis, nisi nimis! Si gioca a chi è più rincoglionito. Questa è la vita pubblica che ci è stata graziosamente regalata dai demagoghi. Il fenomeno ricorda la stupida ʺonda dei tifosiʺ che urla OLÈ negli stadi: tutti si alzano e si siedono all’unisono, dando l’impressione d’un moto progrediente che invece è un disperante piétinement sur place. La relativa parola d’ordine è la più cretina possibile: ʺTutti sempre più a sinistra! Avanti, marsch! E tu, Berlusconi, vade retro!” Finché questo coro e questa moda non saranno digeriti ed evacuati -, non abbandoniamoci a speranza alcuna: siamo a bagnomaria nella belletta negra, ʺtristi esuli in patriaʺ, e tali resteremo. Grazie, Italiani, voi del tipo ʺfurboʺ! Fa quasi piacere che anche voi ci siate dentro!
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