Viviamo problemi economici, morali, umani, assolutamente terribili. E novità non entusiasmanti: manco le ultime elezioni sono bastate, continuiamo ad occuparci di questioni di forma anziché di contenuto. E il farfugliante Grillo sembra già tendere verso bizantinismi formali, anziché verso problemi concreti. Ma vogliamo proprio la tragedia!? Ci sono la fame, la miseria, i fallimenti delle imprese… Certo, ci siamo finalmente liberati del peso di ceffi esiziali: Fini, Casini, Di Pietro… e presto (spero per sempre) il Zarzuela. Ma se continuiamo così, non sarà troppo tardi?
Si fa sempre più concreta, invece, una magra consolazione: avevamo ragione noi. In Italia disponiamo di una sola persona politicamente intelligente, il che significa dire responsabile, che si occupa di fatti e non di parole: Berlusconi. Si deve forse aggiungere Renzi. C’è anche qualche accenno di furberia da parte di D’Alema, che ora finge interesse per ʺle coseʺ -, ma siamo abituati alle sue astuzie loffie che poi si trasformano in bolle di sapone.
Il panorama generale è incomprensibile. All’aggressione delle finanze mondiali abbiamo risposto intensificando la produzione di chiacchiere. Inaudito! Anni di diatribe ideologiche e di politichese, anni di palestra di furberie che si ritenevano astute, hanno tolto alla nostra classe politica, e conseguentemente a noi, il senso dei fatti, la virtù del realismo, come dire: la sensibilità liberale. Per capire i fatti non basta viverli, non lo sapevamo? Ora che anche le ideologie hanno deragliato, viviamo di meritati rigurgiti di ideologie decrepite.
Sullo sterminato fronte degli ottusi, primeggia Bersani, che probabilmente avvita bene candele e valvole, ma… La sindrome è chiara: lui non è troppo fesso e, nelle sue nebbie, cominciava a pensare l’unica cosa possibile: un governo attento esclusivamente alle ʺcoseʺ, dunque ʺdi collaborazioneʺ, per salvare il salvabile. Ma nel bel mezzo del suo discorsetto d’intenti, l’avete notato?, qualcuno della metà massimalista del PD deve avergli tirato la giacca: ʺbestione! resta fedele alle preclusioni ideologiche!…ʺ. E lui ha cambiato di colpo musica. Come fece quel genio di De Benedetti: voleva civettare col Cav.; gli urlarono ʺalt!”; Lui obbedì, senza fiatare e senza onore. Buon sangue non mente.
Nel PD, ch’è una baracca mezzo andata a male, ovviamente la febbre ideologica imperversa: la Finocchiaro è talmente imbufalita, furente, ingozzata di bile settaria, che non riesce quasi più a respirare; Rosi Bindi s’è ribaltata… Buoni sintomi!
Grillo è matto. Erasmo da Rotterdam insinua che a volte il matto la dice giusta. Bah, sarà vero? In effetti, Grillo due idee buone le ha emesse: mandateli tutti al diavolo, e mandateci pure l’Europa. Ma ecco di nuovo l’opacizzazione ideologica, in lui più grave perché nutrita di spirito di vendetta e raffazzonata con rimasugli d’ideuzze di centri sociali, vecchi anarchismi, ecologismi, conformismi vari… e poi? Le pale eoliche gli ronzano nel cervello. Crede davvero che si potrebbe salvare l’Italia facendo orti sui tetti, cinque/sei piante di insalata a famiglia? E perché poi non gli piace la TAV? Non pensa che ci sono da scegliere altre Europe, di cui alcune venerabili? Fa il furbo? Non vede che qui c’è fretta, si muore di disperazione e di fame!? Prima ci ha fatto sapere che un governo PD-PDL andrebbe bene. E poi che no. Che si. Che ni. Mi ricorda l’ ʺemulo di Fregoliʺ, quello che tanti anni fa girava per Napoli col suo teatrino a rotelle: ogni cinque minuti ne veniva fuori trasformato in un personaggio diverso. Chi ci dice che domattina Grillo non si sveglierà affermando che vuole un governo di sole donne? O uno di transessuali e bambini?
E noi? In effetti il tremendo guaio che oggi ci stringe alla gola è (anche) colpa nostra. Chi ha votato, noi o gli Esquimesi? Questa schizofrenica contraddizione degli Italiani è spaventevole: ogni volta non ne possiamo più di ciò che abbiamo votato cinque minuti prima, e, se non la smettiamo, qui finirà a colpi di fucile. Un triste suicidio a segmenti. Ottimi quando ci diamo da fare tra industria, artigianato, etc., noi Italiani in fatto di politica e di voti siamo i più fessi di tutti. Magnifici quando lavoriamo, dementi quando cogitiamo. Anche qui, ideologismi a pezzi e a bocconi. Distruggere, certo: è proprio quel che ci vuole; ma poi occorre costruire. Ma come, se poi si vota (dunque, si pensa) sempre come prima? O qui si vota senza pensare?
In conclusione, siamo tutti vittime di una paralisi tra diversi nulla, perfido equilibrio tra contrapposti ʺnoʺ, come si pensava accadesse nella ʺbottiglia magneticaʺ della fusione nucleare. Dite che però c’è la magistratura? Infatti: la magistratura è la sola che spregiudicatamente bada al sodo e sta ai fatti… – ma porca miseria, si tratta dei ʺfatti propriʺ, dico ʺsuoiʺ! Ha una ideologia semplice: antiberlusconismo spinto, per perpetuare il patto scellerato. E qui c’è poco da fare, perché Napolitano non pratica nemmeno la ʺpersuasione/dissuasione moraleʺ. Bei tempi, quelli d Cossiga, quando il Presidente, benché ʺirresponsabileʺ, mandava almeno l’esercito come avvertimento! Queste omissioni sono segni evidenti: il patto scellerato coinvolge lo stesso Zarzuela. Bel panorama!
Questa elegante sequela di Presidenti di sinistra la ʺdissuasioneʺ seppe e sa praticarla solo quando si tratta di allontanare Berlusconi, che è, detto chiaro e tondo, il solo ʺportatore di fattiʺ che si abbia a disposizione. Alfano sarà brutto e antipatico, ma questo l’ha detto e ha detto bene.
Ci libereremo forse di Napolitano, dicevo. Almeno questo! Certo, non ha voluto andare a pranzo (sai che coraggio!) col sig. Steinbrück, lo sciocco che secondo tutte le apparenze dev’essere un clown morto da tempo, basta guardare la sua foto; ma poi le famose ʺscuseʺ non si son viste, e lo Zarzuela la pitalata teutonica se l’è dovuta portare a casa. Siamo guidati da clowns, è vero; ma i clowns tedeschi sono peggio dei nostri perché puzzano. Lo Steinbrück si teme persino che sorrida, guardatelo: deve emanare il tipico fetore da obitorio. Noi invece non solo siamo il paese ʺdove fiorisce il limoneʺ, siamo anche quello in cui fiorisce il cetriolo, di cui Napolitano è esemplare insigne.
Forza, Zarzuela! A Lei l’onore di presenziare ai funerali del marxismo, e di scappare a gambe levate dopo aver perorato finalmente per l’unica cosa seria della sua vita, un Berlusconi-Renzi-e-Chi-più-ci-sta. Ci provi, tanto, ora la sua barchetta è affondata. Non c’è più nessuno a cui obbedire, tranne che ai ʺfinanziarîʺ esteri ed ai clowns defunti… Ma quelli, chi li ferma? La Boccassini!?
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