UN MARZIANO A BIBBONA

Dolce paese, onde portai conforme
l’abito fiero e lo sdegnoso canto
e il petto ov’odio e amor mai non s’addorme,
pur ti riveggo e il cuor mi balza tanto.
Pace dicono al cuor le tue colline
con le nebbie sfumanti e il verde piano
ridente ne le piogge mattutine.

(Giosuè Carducci)

Ohei, ragassi!, stiam mica qui a pettinare le bambole?
(Il più grande aspirante smacchiatore di giaguari)

E già passata la prima settimana dalle elezioni e tutto quello che abbiamo visto è un marziano balneare fuori stagione a Bibbona che faceva “ciao” con la manina acrilica senza manco dire: “telefono…casa”. Quel bricconcello di Gianluigi Paragone, fulminato sulla via del grillismo ha fatto una prima serata interattiva a chiacchiere, in cui le piazze continuavano a protestare, Alberto Bagnai a pontificare, Laura Ravetto a fare il punchball, ma il vincitore – bellissimo! – aveva un solo difetto: non c’era. Forse si è davvero inaugurato una nuova stagione politica. Tutto continua come prima ma c’è un capo in pectore che smanetta e si gode la brezza del Tirreno con un solo punto irrinunciabile all’ordine del giorno: che non gli si guastino le dune (rivisitazione di una barzelletta: che fai disse una duna ad un’altra duna?Aspetto che passi qualche “d’uno”. No, il duno guasta la duna, dunque non passa). Invero guardando “la villetta” color mattone appoggiata proprio in riva al mare sull’incantevole litorale della Maremma viene proprio da pensare che la duna l’abbia guastata lui, Beppe Grillo e ben dopo la legge Galasso. Ma si sa, ai geni e ai paraculi tutto è concesso. Poi di sicuro, Casaleggio avrà dato il suo placet, avendo consultato gli aruspici nella panza di un computer sacrificato al Dio Web.

Poiché si va, oltre che “per la città dolente” anche verso la bella stagione, il vincente non ha l’aria di volersi “scozzicare” dall’aria salmastra e da quel cielo blu dove l’etrusco non uccide più, conciossiacosache il sospetto di un proclamismo a cinque stelle a tempo indeterminato è forte: “governo si, governo no, con il Pd no gliela fo, il presidente? Dario Fo! Se Casaleggio dice no? Con il Berlusca non ci vo, intanto radio questo qui mentre starnazzo nel Pici che i morti sono nel Pidi’; ma da Re Giorgio, chi ci va? Ah!, questo proprio non si sa, e se il governo poi si fa, chicacchio mai lo voterà?”

Il problema è che quel poveraccio di Bersani dalla botta non si è ripreso. Ha beccato in pieno una palingenesi sulla pelata e da quel giorno farnetica. Imbambolato, volge lo sguardo all’Etruria, attendendo un segnale di fumo, un colombo viaggiatore, un improperio che gli dia lumi. Nulla. Tutto sarebbe divertentissimo, se non fosse che noi Italici sortiamo da un anno di Monti e siamo troppo fiaccati per ridere. Abbiamo votato ed occorre qualcuno che ci dice che si fa. Vero è che “non di solo pane vive l’uomo”, ma manco di solo Web. O per caso Grillo immagina che si possa governare facendo fabbriche virtuali, occupati virtuali, ospedali virtuali, polizia virtuale e tutti con l’orto sul terrazzo? Una graziosa signora che qualche anno fa m’insidiava il marito voleva a tutti i costi che facessimo un viaggio con lei in Indonesia: “immagina,” – mi disse – che meraviglia. Non ci sono farmacie. Se stai male vai allo spaccio del posto e li’ trovi un pappagallo che ti fornisce qualche erba che ti fa star bene”. Benché la signora in questione fosse assai avvenente, la faccenda del pappagallo funzionò da suggello per la mia pace coniugale: manco il marito abboccò ( beninteso, nulla di personale contro i pappagalli, se non fanno i farmacisti col monopolio delle cure).

Ma sto divagando. Bando alle chiacchiere. Ci siamo espressi ed abbiamo detto: un terzo, un terzo e un terzo. Come la legittima. Che poi i destinatari dei terzi siano variegati, è logico, capita nelle migliori famiglie.

L’intero è l’Italia, quella, per intenderci che non piace ai Steinbrueck, che non piace a Monti. Per uscire da questo graziosissimo e festoso, ma pur cieco, vicolo c’è una sola soluzione: che il Grande Capo Bersano seduto (sulla seggetta) si dis-imbamboli, defenestri Gotor, la Moretti, convochi Matteo e Silvio e si faccia un governo alla grande sulle cose da fare. A quel punto i Grillini, muti per regolamento, potranno sempre fare un cenno con la testa: si – no. Quelli che diranno “si”, saranno imbarcati, gli altri resteranno sul Web e avranno in premio un etto di Casaleggio, di quello buono. Non c’è più tempo: il Carnevale è finito e siamo in Quaresima. Perché andando di questo passo rischiamo un riMonti e siamo fritti.

Noi, gente della base, dobbiamo smettere di essere tifoserie e farci Italiani: la Patria ha bisogno del nostro buonsenso. In una grande famiglia nei momenti importanti si fa quadrato. Vogliamo davvero darla vinta ai nemici continuando a beccarci a sangue tra noi senza motivo? Per costruire una Patria vera c’è bisogno di tutti: dei poeti, dei santi, dei navigatori, ma anche di una moltitudine di saggi operosi. Erasmo ha ragione: lungimirante, lucida follia. La follia da sola, non basta. Stringiamoci a corte e “Forza Matteo! Forza Silvio!”. Adesso.


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Una risposta a “UN MARZIANO A BIBBONA”

  1. Avatar Muttley Mu

    Forza Silvio!!!!…..ancora per poco

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