Ogni rivoluzione che possa dirsi tale ha tre componenti principali: un atteggiamento specifico verso il mondo, un programma per trasformarlo in modo essenziale e una fiducia incrollabile che questo programma si possa realizzare: una visione del mondo, un programma e una fede. (Donald Fleming, Vivere in una rivoluzione biologica, 1969)
Non sono gli uomini che guidano la rivoluzione, è la rivoluzione che guida gli uomini. (Joseph de Maistre, Considerazioni sulla Francia, 1796)
Ogni movimento rivoluzionario è romantico, per definizione. (Antonio Gramsci, su L’Ordine Nuovo, 1922)
Non scoraggiamoci! Gli Italiani hanno questo di bello: sono creativi, intuitivi ed allergici alle regole, anche se poi – simpaticamente cinici e bari – se ne servono quando occorre. Serpeggia nella pubblica opinione (vox populi, vox Dei) l’ipotesi più che fondata che è in atto una mobilitazione castotecnocratica per fregarci definitivamente. Parte da lontano, ma è in quest’anno di disgrazia 2012 che ha preso corpo in modo forte e chiaro; ed è per questo che è utile, alla vigilia delle primarie pidi’ fornire alcuni chiarimenti per mammole in buona fede che ancora circolino dalle Alpi alla Sicilia.
Il duello Bersani-Renzi non è una banale disputa tra due candidati pidi: è la battaglia finale tra il cattocomunismo asservito all’Europa peggiore e ad interessi sovranazionali ed un liberalismo, ferito ma non ucciso che rivendica un’Italia moderna, protagonista ed interlocutrice di pari digità tra i paesi fondatori.
Ci avete fatto caso? La sinistra non giubila della caduta verticale del Pdl, tutt’altro e non certamente perchè fa capolino dietro la Caporetto di Alfano la zucca capelluta a targhe alterne dell’Amor nostro. E’ che il forbito segretario modello balena azzurra, è essenziale al disegno numero uno: se la balena si spiaggia, il progetto va a Patrasso.
Spieghiamo: credete davvero voi che una vittoria di Bersani preluda ad un governo pidì-pulcino in mano premier, orecchino pugliese ed altri associati? Manco per idea! Il Pierluigi piangente (e ce ne costa lacrime sto cattocomunismo!) mira ad avere abbastanza voti per formare una grossen koalizionen con piccoli marpionen: Alfanen, Casinen, Frattinen, Montezemolen, magari pure Giannetten per rifilarci di nuovo Montimario e magari Romano Prodi al Quirinale. Esattamente l’Italia e l’Europa che non vogliamo. Ammucchiando così e con la complicità della monarchia assoluta quirinalizia, potrebbero pure neutralizzare la pattuglia dei grilli, che numerosi sbraiterebbero, ma invano. Per ciò fare l’Alfano incoronato è indispensabile.
Mettiamo invece che per un miracolo Renzi sbaragliasse le truppe cammellate della conservazione: il Pdl sparirebbe all’istante (votiamo tutti Renzi, è chiaro), i grillini si dimezzerebbero, il Gianburrasca di Pontassieve approderebbe a Palazzo Chigi con un pattuglione e pensionerebbe all’istante faine, vecchie volpi, elefanti, struzzi, attinie, paguri, bindi,frattini, casini, ingroie, montezemoli, prezzemoli. In questo caso, mai Porcellum sarebbe più utile, addirittura indispensabile, che tanto i renziani le primarie per i deputati le fanno prima: non c’è rischio di gattopardi, decide il popolo.
Il gioco è tutto lì. Il tracollo del Pdl ufficiale è una catastrofe per Bersani. Il simpatico smacchiatore di giaguari sa perfettamente che a Palazzo Chigi non può arrivarci portandosi dietro Vendola e Rosi Bindi: non gli darebbero neanche il tempo di giurare. Il progetto è un altro: vincere e fare la grossen coalizionen di tutti i lilliput del consenso. Questo scenario è naturalmente un precotto antidemocratico utilissimo per vanificare la volontà popolare e stabilizzare una tecnocrazia cieca e bieca incurante dei cittadini.
L’oste con il quale i conti non quadrano è un centro destra “decavizzato” che si avvia a percentuali irrilevanti. La democrazia all’americana in Italia è già cominciata: morti i partiti, è nato un elettorato postideologico, non confessionale, che si aggrega su due posizioni – conservatrice o progressista – incarnate in leader e che si mobilita solo al momento del voto. Di tiritere partitocratiche, soprattutto a panza vuota, nessuno vuol più sentirne parlare.
Renzi potrà essere momentaneamente battuto (è una seccatura perché ritarderebbe la rivoluzione pacifica ed estremizzerebbe le tensioni), ma il processo è inarrestabile. Altri Renzi cresceranno perché è questo che vuole la domanda interna, ma è anche questo che vuole la storia per super superare l’iceberg della dittatura cattocomunista, che se non si cambia e subito, affonderà l’Italia.
“La speranza e la paura”. Tenetelo a mente. Chiudete gli occhi e immaginate l’Italia che verrà, voi, che siete ancorati alle dicotomie: destra-sinistra che vi spruzzano in faccia per disorientarvi. Una mail non costa nulla, Monti non ce la farà a tempo a tassare pure quella, chiaro?
Riprendiamoci l’Italia. Adesso!
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