IL CANDIDATO DI PIETRA

“Una bella pagina di democrazia”, “una splendida giornata”, “spettacolare risposta dei cittadini”.

Sticazzi. L’Italia è il paese dove la logica e la coerenza sono sconosciute. Forse perchè non si crede veramente in niente, chiunque puo’ farci di tutto senza che si oda intorno un battito di ciglia.

Dunque: queste erano (e saranno perchè c’è la coda) le primarie del Pidi’ per scegliere il candidato premier; a parte il rastrellamento di non pochi euri piovuti dal cielo nelle casse del “Bene comune”(!) la faccenda è del tutto insensata, perchè il premier, come si è visto bene, lo nomina il presidente della Repubblica, mica noi. Ed il presidente della Repubblica lo nominano i partiti, mica noi. Facciamo finta che non sia cosi’: perchè diavolo alle primarie per il candidato premier del pidi’ si puo’ votare solo se si sottoscrive la carta di intenti del pidi’? Un avversario non puo’ indicare un candidato gradito di area opposta? Le primarie per il premier dovrebbero essere le selezioni per le elezioni. Invece che succederà? Succederà che Bersani negozierà con i perdenti quote di programma per beccare i voti, vincerà e sarà un candidato con pochi elettori e molti ricattatori. Renzi ha il consenso popolare, il buonsenso dovrebbe suggerire di candidarlo a prescindere, per vincere e per convincere. Manco per idea, il partito, prima di tutto, simboleggiato dalla smorfia disgustata dela Bindi, sempre più grigia e sempre più inferocita afferma con naturalezza: “che tanto poi ci pensa il partito”. E poi c’è sempre il soccorso di una scartoffia. La loro è “la carta d’intenti” che probabilmente Franceschini avrà baciato con la lingua, come la Costituzione. La scartoffia è da sempre l’arma letale dei tecnocrati. Meglio perdere con un partitocrate che vincere con un creativo.

Sull’altro fronte, altro paradosso: primarie per cosa, non si sa troppo, linea politica non pervenuta, candidati molti, elettori pochi: ma il vincitore in pectore deve procurarsi 10000 firme. Ora è evidente che né io né voi avete pronte diecimila firme, mentre chi della partitocrazia ha fatto una religione, di firme ne trova anche 100000. Non strombazzo’ il prode Alfano un milione di tesserati del Pdl qualche tempo fa? Li avete visti, voi? Sono tesserati a loro insaputa. È una moda.

In mezzo a questa sarabanda-spettacolo, circenses senza panem, si materializza umido di slappate di un commosso Fazio, il candidato di pietra, Monti Mario che da improbabile docente con la testa tra le nuvole si trasforma ogni giorno di più in glaciale onnipotente strapazzatore di cittadini. Rivedica con calma olimpica tutte le nefandezze del suo governo e sottolinea che non c’è re Giorgio che tenga, se ad aprile sarà li’ a fotterci ancora, sarà perchè lo decide lui, solo lui, germanicamente lui; e per esplicitare meglio il suo sobrio pensiero in cui gli Italiani sono un seccante dettaglio trascurabile come uno spruzzo di fango sul loden, si porta dietro una francese di plastica che ha un sussulto carneo autonomo solo per mostrare il suo disappunto verso l’ennesima violazione delle quote rosa in Europa; lui ha già vinto, sa bene che finita la rappresentazione, i costumi saranno piegati ordinatamente e riposti nel baule con la naftalina e i partitocrati di destra, di sinistra e di centro saranno ai sui ordini, con le braghe calate e le prebende intatte. I glaciali come lui conoscono il segreto per padroneggiare gli Italiani: gettar la palla al centro perchè continuino a scannarsi tra di loro per nulla, e tenendoli occupati, continuare l’annientamento. Che tanto, gli unici capitani di ventura dei due schieramenti che tutto hanno capito, che hanno il consenso e che potrebbero combattere e vincere, non hanno l’esercito. Neanche il nostro, di cui tanto si favoleggio’ e si scrisse per fomentar la stizza, in realtà ha sempre avuto una cinqantina di legionari con le scarpe rotte, nel cui fulgido novero ci onoriamo di essere. Avete capito ora perchè Casini – che forse non ha neanche il suo voto – resterà sempre li’?


Pubblicato

in

da

Tag:

Commenti

Lascia un commento