FORZA MONTI

Casini scende in campo e candida Monti premier, che gongola a sua insaputa.

Riepiloghiamo. Fini, Casini, Rutelli, Montezemolo, varie & eventuali, tutti all’ombra di Monti. Con dei distinguo, tutti con il loro partitino, fondazione e loro marchi ben definiti, noti e meno noti.
Questi geni, sono veramente convinti che Monti raccoglierà un consenso oceanico? Certo che no, puntano a un dopo elezioni che consegni il Paese all’ingovernabilità. Per questo hanno scelto un candidato premier in forma ectoplasmatica.

Rimane però il problema del Porcellum. No, non per le preferenze, quello è un fatto che considerano marginale, un’escamotage strombazzato per lotta politica poi sfuggito di mano, tanto che molti elettori ci hanno creduto e si sono indignati veramente: “Antidemocratici! Non possiamo scegliere chi ci governa!”. E, di grazia, quando ciò è stato possibile? I candidati sindaci oppure gli eurodeputati il popolo li indica, ma sempre e solo in base alle disposizioni dei partiti. Certo, poter mettere la crocetta e scrivere pure un nome dà molta più soddisfazione e, magari, fa pure guadagnare 50 euro.

Il problema del Porcellum non sono le preferenze – foglia di fico e contentino che comunque butteranno in pasto ai cani -, ma che bene o male, almeno alla Camera, potrebbe garantire la governabilità. Troppo grande il rischio. Bisogna studiare una legge che equalizzi tutto, che dia qualcosa a chi perde e tolga altrettanto a chi vince. Tutti eguali, tutti frantumati, parcellizzati, miniaturizzati. In una parola: impotenti (al Berlusca la sola idea ha fatto accaponar la pelle).

Dall’impossibilità di creare un governo che governi, come una Fenice l’ectoplasma tecnico risorgerà politico per acclamazione partitica, su chiamata di un Presidente agli ultimi giorni di mandato. Bisogna far presto, ma con le politiche anticipate al 10 marzo ci riusciranno. Allora sì che l’eterogenesi dei Fini, ma anche dei Casini, dei Montezemolo – ed altri se ne aggiungeranno -, si compirà. Tutti felici di sacrificarsi per la Patria, per salvarla dal baratro del caos per il quale loro stessi, da tempo, hanno così duramente lavorato.

Monti o un suo clone saranno la miglior garanzia per quei 600 miliardi di debito ancora in mano estera, usati come arma per condizionare l’intero Paese, in Italia così come in Grecia e in Spagna. Chi meglio di lui, chi meglio di chi è parte di quello stesso sistema finanziario che ha le mani sulle tastiere – moderno grilletto di pistola – pronte a vendere o comperare?

Grillo potrà aiutare, sottraendo voti al complesso politico e contribuendo così a scompaginare ulteriormente le forze in campo, ma non deve ingrassare troppo. Anche per questo una raffinata modulazione di una legge elettorale sarà indispensabile. La democrazia, nelle sue sfumature – da finta a quasi vera -, è in mano a questi commis di palazzo. Questo sperano, su questo scommettono questi signori che da sempre curano i loro piccoli orticelli, più o meno palesemente esposti al sole marcio della politica.

A molti non rimane altro di sperare in un Grillo gigante, così enorme da mangiarseli tutti. Ma è solo rabbia, frustrazione e delusione. Pericolosi sentimenti, quando diventano di massa. Stanno giocano con il fuoco, ma ancora non se ne rendono conto.


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