Chi a lungo troppo vuol cade sovente precipitevolissimevolmente.
Meglio esser pazzo per conto proprio, anziché savio secondo la volontà altrui! (Friedrich Nietzsche)
Del Cav dello scorso anno c’è rimasto solo il truccatore: chiaramente un infiltrato della Boccassini, visto che gli cambia i connotati facendolo tale e quale a Mao tse Tung, se non fosse per la camicia col collo classico. Noi ci domandavamo invero quale malattia dell’anima lo avesse reso tanto convenzionale, democristianamente conforme, perchè mai a tutti gli insulti del Casini rispondesse con un sorriso santo, tacendosi, e facendo “si” con la testa alle avances di Angelino a tutti i partitocrati, “si” all’unione dei sedicenti moderati, “si” a tutte le castronerie dei professori.
Lui, che moderato lo è davvero da autentico dubbioso antiideologico si era fatto già fregare varie volte per il passato. La storia degli ultimi vent’annni è intasata dai suoi mansueti passi indietro. Qualcuno, forse il detestabile Gianni Letta, lo convinceva sempre che “è la ragion di stato che lo chiede”. Chiedi oggi, chiedi domani, chiedi dopodomani, un bel giorno (un brutto giorno) a Re Giorgio non è parso vero di prendere la palla al balzo ed obbedire alla Merkel che squittiva a gran voce: “lefatemelo di torno, qvesto non osservante. È la Cermania che fe lo chiede”. Il Monarca, naturalmente, aveva l’esercito perennemente schierato: giornaloni prut-prut con relativi corrispondenti esteri, talebani comunisti, Rosy Bindi e naturalmente l’armata delle toghe rosse.
Come fece Re Giorgio a convincere il nostro eroe un’ennesima volta a togliersi dalle scatole? Semplice: “uè Silvie, si tu staie ancora là co la nomea che tiene p’a storia d’e femmene e d’e mafiuse, cca l’Europa s’ncazze ce fa nu pread accussi’. Sta storia adda ferni’: facimme na cosa: tu te ne vaie, e nuie nun te rumpimm cchiù o c…. cu sti processi: staie qieto tu, e stamme quiete pure nuie. Mario Monti è n’omme capace, te promette c’o facc fa tutt’è riforme che vuo’ tu.” Ed il Cavaliere annuì; certo la storia che la coppia più bella del mondo (Merkozy) ridesse dietro all’Italia gli rodeva, ma pensò che il negozio proposto fosse vantaggioso per lui e per la Patria.
Parcheggiato ai giardinetti politici attese. Passa un giorno, passa l’altro… Intanto l’Italia continuava a sprofondare sempre più tra le felicitazioni di tutti: della Germania, delle Banche, di Obama, della Bce, tutti a complimentarsi e lodare il governo farlocco “machebontà, machebontà, machecos’è questarobinaqua!” E più sui volti dei cittadini andava dipingendosi un tragico stupore, più le lodi piovevano da ogni dove. E lui stesso, il Cav, a quei pochi che gli chiedevano “come va?” rispondeva: “Non c’è male, grazie.”
un anno trascorse. Portafogli vuoti, riforme nisba, centrodestra a zero, i cosiddetti moderati a preparare la spartizione delle briciole. Non è stata tanto la sentenza, quanto quell’ “individuo con spiccata tendenza a delinquere” a far traboccare il vaso. Il Cav di governo si è svegliato dal torpore grazie al bacio gelido del giudice. Spiccata tendenza a delinquere? lui? Lui che in nome della “ragion di stato” non aveva dato un calcio al tavolo dopo il tradimento di cravatta rosa, che aveva acconsentito a che facessero a pezzi Gheddafi, che aveva perfino stretto la mano a quella forsennata di Ilda, abbozzato agli insulti dell’Accigliato, porto l’altra guancia a tutti, ingoiato rospi, in un’Italia dove tutti delinquono alla grande, impuniti, dove i conflitti d’interessi ce li hanno tutti, e nessuno rispetta i patti, in primis il capo dello Stato, il delinquente sarebbe lui?
Passo falso irrimediabile per tutti i nemici: succede questo quando a furia di montare teoremi, si finisce per credere ai medesimi. Se il Cavaliere si era fatto da parte è perchè voleva gli fosse restituito l’onore e la tranquillità: quell’onore che apparteneva anche all’Italia e che i traditori della Patria non avevano esitato a lordare, pur di affossare lui. Pacta sunt servanda. Non servanda? Come nei western all’italiana, si è tagliato da solo la corda con i denti e si è liberato. Il Cav di governo non esiste più. Ora c’è il Cav di lotta, che racconta papale papale le cose come stanno. È un libero cittadino, un importante contribuente, senza vincoli di mandato. Lui parla e noi ritroviamo, istantaneamente, il filo del discorso: dove eravamo rimasti?
Saremo minoritari, stravaganti, non conformi, antipatici a Casini, ma noi di Forza Italia siamo così. Ed ora sppiamo che dobbiamo batterci insieme a lui per mandare zampe all’aria questo iniquo sistema è i suoi pilastri tignosi. Adesso viene il bello. Vedremo ci ci sta e chi non ci sta. Noi ci stiamo. Eccome se ci stiamo. Avanti tutta!
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