Bisogna essere onesti per vivere fuori dalla legge. (Bob Dylan)
La legge non può tener conto delle personalità e delle fisiologie. Dunque, nella metà dei casi, è criminale e nell’altra metà, imbecille. (Rémy de Gourmon)
Si sono chiuse, senza grancassa e senza gloria, le celebrazioni del 150°. Apparso il solito Benigni, declamator di Stato al cospetto di Re Giorgio, ossequioso di cotanto talento. Se il giullare di corte, in questa occasione, avesse speso una o due parole in difesa di Dante, che pure gli ha fatto guadagnare l’anima dei quattrini ed ovazioni, la comica finale avrebbe avuto forse un senso. Invece no, contrariare l’Onu: per carità! si declama altro e si passa all’incasso. Non ci siamo accorti delle celebrazioni, saremmo lieti di visionare la nota spese e di capire se tutte le voci sono simili al famigerato auditorium di Isernia costato un botto, orribile, immenso, ma predisposto per posteriori sensibili alle escursioni termiche. La musica? È sempre la stessa. Sprecare, sprecare, sprecare per lucrare. La spremitura dei limoni già rinsecchiti consentirà ancora per un po’ di riempire la bocca vorace dell’apparato statale, dai vassalli ai servi della gleba. E tutto galleggia in questa melma indistinta, fra inchini all’Europa e finte riforme che non mutano neanche un granello di polvere nella cristalliera del potere puro. Se avessimo ancora voglia di ridere, potremmo strapanzarci sulle castronerie governativo-parlamentari. Chi ha avuto l’avventura di imbattersi nel testo sulla bozza (è una bozza? un testo definitivo? non è dato sapere) sulla modifica dell’articolo 18, dopo una lunga e faticosa traduzione dal politichese avrà capito solo una cosa: che la flessibilità sarà d’ora in poi giudicata un semi-reato e chiunque abbia idea di praticarlo come uno sfruttatore del nuovo proletariato imprecariato. Visione ottocentesca e tanto per cambiare, punitiva per chi non si allinea. In Francia c’è, ad ogni angolo di strada, un’agenzia per il lavoro a tempo. Ne usufruiscono tutti quelli che hanno voglia di lavorare, e lavorano; quelli cioè che non scelgono di starsene al bar con un kir tra le mani. Mentre i nostri maro’ giacciono nelle galere indiane mangiando spaghetti (un vero successo della diplomazia!) sono stati presi altri due Italiani, rei di aver fotografato forse, donne al bagno. Il buon De Mistura avrà di che grattarsi il foularino anche per questo, ma niente paura: i nostri rappresentanti (di scope? palette? bacinelle?) avendo chiesto soccorso all’Europa si sono sentiti rispondere, in forbito politichese, la traduzione letterale di: “sono cacchi vostri” beccandosi nel contempo una bella reprimenda per non aver ancora beenedetto abiti bianchi, tacchi a spillo e lanci di mazzi per i gay. I nostri hanno farfugliato che ottempereranno non appena zio Monti avrà sciolto il dilemma: inviare o non inviare a siffatte nozze le fiamme gialle a mettere il naso nelle buste dei doni? Non potrebbe forse essere interpretato come un atto di omofobia?
Intanto i quattro dell’Apocalisse sorridono in fotina di twitter, che fa trendy, e dichiarano che troveranno una soluzione “equilibrata” per la responsabilità civile dei magistrati. Equilibrata. Responsabili a metà? a tre quarti? di sguincio? virtuali? Perchè diavolo questi togati scialacquatori, che hanno seminato morte, miseria e calunnia sono i soli a potersi divertire a spese nostre a perseguitare con processi inutili e costosissimi i loro nemici politici o i poveretti che risultano antipatici alla corte? Dalle scatole di scarpe alle spigole, costoro fanno da un bel pezzo il bello ed il cattivo tempo, e quando sono stanchi della palandrana frusciante, se ne vanno, non dove vorremmo che andassero, ma in politica.
In fondo cos’è una spigola? Un giuramento fatto un po’ più da vicino, una promessa più precisa, una confessione che si vuol confermare…. Se si svestono, recitano Cyrano, appalandranati fanno i Robespierre. L’abito fa il monaco. Vabbèh, ma arriverà con la benedizione del Saviano a collo alto nero, l’ennesima legge anticorruzione. È palese anche ai diversamente intelligenti che la corruzione si infila nella ragnatela dell’aracnide statale, tra i miliardi di passaggi di mani, enti, permessi, funzionari, in cui la responsabilità personale non esiste. Il solo modo di combatterla è eliminare l’oscena catena di Sant’Antonio: un passaggio, ed un responsabile. Con o senza una nuova legge, utile agli avvocati per meglio proteggere i furfanti ed aumentare le parcelle, le fiamme gialle riusciranno sempre ad acciuffare qualcuno con le mani nella marmellata. Ma i cesti e le buste continueranno a viaggiare indisturbati.
Come dite? La crescita? Ungi di qui, ungi di là, balzelli che si aggiungono, laccetti che si stringono, lo stato canaglia non paga i suoi debiti: la metà deli imprenditori è partita, gli altri si stanno ammazzando. Anche la Crescina è stata ritirata dal commercio: pubblicittà ingannevole. Non ricresce un bel piffero. Continueranno a papparsi fino all’ultimo centesimo per alimentare l’obesa macchina statale e poi si vedrà. A quel punto, la Merkel, senza indugi, potrà mandarci direttamente l’esercito. E sarà applaudita come una liberatrice, con tutte le finestre addobbate con la svastica. E ce la saremo anche meritata.