CONFERME DAL MANICOMIO

Purtroppo le previsioni nere erano azzeccate (di solito lo sono sempre). Si accatastano conferme: la coscienza collettiva, e i suoi piloti politici, amministrativi, mediatici, stanno ovunque degradando verso un incremento di pazzía. E’ da temere che questo fatto sia un ulteriore segno dell’irreparabile declino dell’Europa e dell’Italia.

Dell’Europa, perché la situazione è seria dovunque. Da noi in Italia, più seria perché a tutto il resto si aggiungono gli inveterati mali indigeni: gravissimi, ma aventi un peculiare carattere di piccineria che, sulle prime, spinge a sottovalutarli. E’ ovvio che, quando la situazione generale si sfilaccia, le zone dell’organismo già ammalate aggravano le proprie sindromi. Una Mafia qui, una Camorra più in là, Sacra Corona, ‘Ndrangheta etc., il «pizzo» ovunque, e poi le «iniziative» dei singoli, un ladro a sinistra, un altro a destra, una ribalderia e un processo-truffa un po’ ovunque… ; donde una generale scomparsa del senso di giustizia anzi – chiaro e tondo – del senso stesso del Bene… Tutto cio’ ha un nome complessivo ben noto: perdita dei valori. Che sia questa la versione italica di cio’ che Osvaldo Spengler chiamava il tramonto dell’Occidente? Anche l’osservatore più disattento nota il generale calo di civiltà – o di «incivilimento», come forse sarebbe più esatto dire. Questo fatto chiama in causa noi tutti; viste da questa angolazione, le singole infamie si rivelano essere quel che sono: causa, ed insieme effetto, del generale peggioramento. Ovvero mostrano la loro natura essenzialmente dialettica. Piccole e meno piccole disfunzioni generate dallo stesso degrado complessivo che contribuiscono a produrre la «pazzía» di cui abbiamo parlato altra volta è un tipico male prodotto dall’ambiente che essa stessa produce. Il fenomeno è giunto al punto dell’autoriproduzione. Equivalenza sociopsicologica: non ci si vergogna più delle proprie malefatte – il che, ovviamente, equivale ad una perdita di prudenza.

Piccoli e meno piccoli sintomi, fino a poc’anzi letteralmente impensabili. Pensate al Marrazzo, il quale fa capire che lui le porcheriole con i transgenici le fa non per vizio, ma quasi per… vocazione religiosa. Spiritus flat ubi vult! Nei nostri studî TV, veri snake pits di voyeurs, si utilizzava questa voragine valoriale come segue: «non vorrete paragonare Marrazzo all’indecenza di chi invece fa sesso 12 volte al di’ con minorenni: per divertimento, capite!…» Ma era accaduto già altre volte: ad es. per diventare santi, e meritarsi una targa stradale, basta tentar di ammazzare un carabiniere, come fece quell’altro candidato all’aureola del Giuliani. Naturalmente qui la pazzía traspare sia dalle scemenze di cui sopra, quanto dalla facilità con cui la nostra società mediatica se le beve. Beve le stomachevoli pozioni che produce.

C’è stato un rivelatore di mode immonde ancora più sfacciato, il presidente Fini col suo/non suo appartamentino a Montecarlo. E, via via, la moda s’è consolidata: Cosentino, che forse personalmente è un onest’uomo, innanzi ad una platea di pezzenti si lascia sfuggire la seguente piagnucolosa protesta: «Ma dove siamo arrivati? Non si puo’ più nemmeno tentare di farsi un supermercato!?» Questione di stile, e notevole stupidaggine: un aspirante ad una dignità pubblica non dovrebbe, già per semplice astuzia e cautela, cominciare fin da subito con la solfa dei vantaggi personali. Ma la follía condivisa ignora le precauzioni. Insomma voglio dire: questa perdita di decenza è anche colpa nostra, siamo stati noi ad abituare questi pazzi a profittare del nostro cinismo. Ora siamo al gigantismo mascalzonaro, alle grandinate di truffe da super-matti, come quella del senatore Lusi che, chiaro e tondo, propone di restituire alle casse dello Stato «5 milioni di euro», lui, cassiere del Pd e dell’ex Margherita, partiti dei diseredati l’uno, dei gentiluomini l’altro. Il Lusi, che invece di 5 milioni di euro pare ne abbia trafugati chi dice 13, chi dice molti di più, si discolpa confessando: «Avevo bisogno di soldi, che volete da me?» Ah, sí? Ma allora chi non è autorizzato a rubare? Lusi è un matto dalla faccia norcina ma principalmente «tosta», munito della sovrannaturale tranquillità tipica di personaggi del genere, che istintivamente avvertono il sostegno dell’ ambiente moralmente degradato: vedi – altro esempio – la tranquilla impudenza dello Schettino. Sono questi i lontani malefici effetti di una magistratura funzionante a rovescio.

A proposito: c’è la ricca casistica della magistratura. La Boccassini e compagni sono da anni impegnati ad educare gli Italiani, con opportuni esempi. E l’opinione pubblica ha infatti imparato a sopportare l’ingiustizia sistematica come un male necessario. Noi Italiani ormai respiriamo giustizia ingiusta, sentenze inique, mascalzoni liberamente circolanti e galantuomini che languiscono in galera. E che dire dei modi in cui si amministra la cosa pubblica? E’ recente la bella notizia che giunge da Salemi. Non conosco i fatti, ma so che Vittorio Sgarbi è uno dei pochi che, pur occupandosi di cultura, non solo non susciti il vomito ma faccia onore al nostro principesco passato. Se è vero che «il pesce puzza dalla testa», come usa dire con eleganza, il Consiglio di Salemi dev’essere stato uno dei pochi inodori…, ma già, ci sono le pale eoliche. E’ tutto chiaro. Questo caso Sgarbi è un non plus ultra. Una società ormai azzoppata dalla cretinaggine ambientale si trova, per puro miracolo, a potersi avvalere d’un uomo che finalmente contraddice all’amara verità di Voltaire («il guaio dei galantuomini è che sono codardi») perché è munito tanto di cultura quanto di coraggio, durezza, severità come pochi…, bene, e che ti fa questa società siciliana, evidentemente più putrefatta del restante Stivale dei miei stivali? Anziché afferrare al volo quest’occasione di Salemi che le consentirebbe di intraprendere il viaggio verso la salute, si mette a sabotare una iniziativa che probabilmente non le si presenterà mai più. E il Presidente Napolitano? sta sempre li’ a sognare i bei tempi d’una volta? Buon riposo. E che se ne vadano tutti al diavolo -, ad un patto: che scompaiano lasciandoci pero’, possibilmente poco manomessi dalla «cultura» di architetti vanitosi e ignoranti, o geometri ignoranti e vanitosi, i templi greci e le chiese barocche, le meraviglie che non meritano.

In questo brodo di cultura per bacteri morali e mentali – questo è diventata la nostra società – è pero’ vero che a molti galantuomini cominciano a prudere le mani. Siamo al troppo pieno. E’ insopportabile che la sopportazione, ormai eccessiva, si muti in cinismo: significa perdere anche la faccia ed il rispetto di sé. Occorrerebbe dare una brusca sterzata verso la pulizia morale, la civiltà; e farlo presto.

Invece c’è chi non la pensa cosi’… Ci sono, ad esempio, il Primo Ministro Mario Monti e il Presidente della Repubblica Napolitano. Che non solo «sopportano» ma che anzi, con l’audacia dei matti, fanno di tutto per appesantire la soma. E qui, bisogna sdoppiare la catena dei motivi.

Il Napolitano, a parte la sua psicologia di uomo molto prudente, avrebbe da difendere anche una personalità morale, se ce l’ha. Ma ce l’ha? A qualsiasi età, anche alla nostra (ho l’età sua), bisogna cercare di emendarsi. Ma questa sua personalità è quel che resta d’un uomo che troppo a lungo ha pensato: 1) che Palmiro Togliatti fosse un galantuomo, non la longa manus di specchiati mascalzoni; oppure 2) che, malgrado tanti crimini e mascalzonate, convenisse abbozzare, far finta di nulla per salvarsi la pelle, la stima dei fessi, l’onorabilità sociale indispensabile al… proseguimento del suo prezioso cursus honorum. Il che inevitabilmente porta alla disgiuntiva: Napolitano era o colluso, o ottuso. Tertium non datur. Ma questa dura legge del «terzo escluso» va estesa a tutti i sovietomani, prepotenti «ingegneri sociali» e fessi utili che ci ruppero e ancora ci rompono le scatole. Tutti loro: o perversi, o cretini, se si esclude qualche caso di «pazzía a rovescio». E se la società finge di dimenticare questa alternativa, a loro non resterebbe che ringraziare per questo atto di clemenza e «vivere nascostamente». Invece quando possono, strepitano ancora.

Noi, che siamo liberali, saremmo pronti a chiudere un occhio, e magari anche uno e mezzo, ma ad un patto: che Napolitano la smetta di romperci le orecchie con le sue esortazioni scipite, i suoi recidivanti signorsí, le sue scelte sempre più o meno «orientate». Scusarlo adducendo… annaspanti eccessi di cautela? Ma sa il Napolitano che gli eccessi di prudenza possono richiamare il pericolo che si nasconde dall’altra parte? Il fifone avvertito ha paura di qui e di là. E’ da matti, ad es., proteggere «tutta» la magistratura contando sulla infinita sopportazione della gente. Ora si profila di nuovo all’orizzonte la «responsabilità civile del giudice»: vediamo che cosa farà. Io sospetto: niente.

E veniamo all’altra insania, quella del Presidente Monti. Egli somiglia sempre di più a Maria Antonietta, la mogliera di Luigi Sedici, che – l’aneddoto è noto – a chi la avvertiva che i Francesi non avevano più pane, consiglio’ di distribuire briosce. Con l’aggravante che Monti distribuisce tozzi di pan secco, lui. Bisogna ricordargli, con preoccupazione, che l’Austriaca mori’ decapitata, tra due ali di folla inferocita.


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