BEERSANI

Quink, dopo tanta satira e sfottò, prova a regalare una campagna di comunicazione al Partito Democratico. Se il PD lo vorrà potrà utilizzarla liberamente.

Pigi – “Sinceramente non riesco a capire che cosa ci sia di imbarazzante, scandaloso o politicamente ridicolo in questa normalissima immagine.”
Io – “È semplicemente squallida.”
Pigi – “Ma perché squallida?”

Prima di farvi leggere la risposta a Pigi è necessaria una premessa e sviluppare alcuni ragionamenti.

C’è chi crede questa sia una semplice foto rubata e fatta circolare su Twitter da Luca Sappino, nipote di Giovanni Berlinguer, attuale consigliere municipale in quota Sel e che rappresenti quindi un istant reality autentico e spontaneo. Può essere, ma non è importante perché – come da didascalia – qualcuno, ritenendola efficace, ha pensato di farne strumento di marketing. Pertanto tale si deve considerare.

Da parte dei convinti fautori dell’efficacia comunicativa della posa si insiste particolarmente sui concetti di “autenticità”, “normalità”, “genuinità”. Qualcuno la trova persino “poetica”; qualcun altro, più tradizionalista, afferma esprima finalmente qualcosa di “proletario”. Tutte definizioni perfettamente intonate ad un sobrio loden.

Eppure questo tono dimesso, questo insistito understatement suona falso. Puzza di riflesso pavloviano alla ventata d’antipolitica montante nel Paese. Assomiglia troppo ad un goffo travestimento, un tentativo di camminare rasente ai muri per farla franca, mentre tutt’attorno infuria la rissa. È l’atteggiamento vigliacco di chi, correo, davanti al questurino grida “io non c’entro nulla!, è stato lui!”. E “lui” sappiamo bene chi s’intenda.

Ma è appunto “lui”, Berlusconi, ad averla vinta ancora una volta perché non ha lasciato un solo valore positivo agli avversari, che per attaccarlo hanno sempre dovuto accontentarsi di quello che rimaneva sul campo, dei resti. Una macchina da guerra costruita con la ferraglia trovata dallo sfasciacarrozze, che voleva essere carro armato e ne è uscita Trabant. E la sobrietà è solo l’ultimo contrappunto alla leggerezza, all’incosciente pensare positivo, alle feste, alle donne, ecc. Alla sinistra sono rimasti i gay da talk show, gli immigrati a prescindere, l’uguaglianza al ribasso, l’equità sociale punitiva, la posa della serietà, l’insistita sobrietà appunto.

Bravo Silvio, ma fessi loro, la sinistra, che per obbligato antiberlusconismo hanno sempre abbracciato cause impopolari, senza mai trovare il modo di uscire dall’angolo, dovendosi accontentare delle briciole che Berlusconi lasciava loro. Sempre di rincorsa, dispersi, divisi e disorientati.

Ed ecco la risposta a Pigi: «Tutto questo assomiglia troppo alla mediocrità. Questa non può essere un modello comunicativo, filosofico o sociale. L’arte, ma anche la comunicazione e il marketing politico non possono rincorrere modelli miseri, poveri; squallidi, appunto. C’è bisogno di nuovi sogni, nuovi colori, nuove ventate di immaginazione, sbigottimento, sorpresa. Per questo il Pd, Monti, Napolitano, Fini e tutto questo nuovo “stil sobrio” sono già falliti prima d’iniziare. Basterà che qualcuno riesca ad accendere un solo fiammifero per spazzar via tutto questo insopportabile grigiore. Sono già sconfitti, culturalmente prima che politicamente, anche se non lo sanno.»

E qualcuno, il fiammifero, prima o poi lo accenderà e scatenerà un incendio che spazzerà via questo sobrio terrore da spread, questo autarchico clima da confraternita dei Disciplinati, abbandonando i tanti Beersani solitari nelle loro solitarie osterie. Verrà la primavera e porterà con sé le minigonne delle ragazze e i loden andranno in naftalina. Speriamo presto, ché non se ne può più.


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