L’ONORE DELLE ARMI

«Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.»
(Primo Levi)

“La donna è un essere umano e l’uomo è un essere umano. Su ciò non esiste disaccordo né dubbio alcuno. La donna e l’uomo, dal punto di vista umano, ovviamente sono uguali. Fare una discriminazione tra uomo e donna sul piano umano è un’ingiustizia clamorosa e senza giustificazione. La donna mangia e beve come mangia e beve l’uomo. La donna odia e ama come odia e ama un uomo. La donna pensa, apprende e capisce come pensa, apprende e capisce l’uomo. La donna ha bisogno di alloggio, di vestiario e di mezzo di trasporto come ne ha bisogno l’uomo.” (dal Libro Verde di Gheddafi)

Il Colonnello è morto. Cosi’ come aveva promesso. Come muoiono tutti quelli che a torto o a ragione amano la loro terra. Non c’è bisogno di guardare i media. Sappiamo che gli acefali trionfalisti non mancano, e che tutto lo stupidario del pensiero unico sfilerà compatto con l’abito buono a dire che ora verrà la democrazia. Diranno che era un sanguinario.

L’Occidente esulta per l’epilogo infame di una guerra truccata, dinanzi ad un moribondo sballottato come una marionetta, maciullato ed ucciso senza pietà e senza processo. Sanguinari siamo noi, che in nome di una demagogia assassina fingiamo di voler il bene degli altri e ci facciamo i nostri sporchi affari con ogni mezzo illecito dinanzi agli uomini e dinanzi a Dio. Noi che ci riempiamo la bocca di giustizia e organizziamo giulivi esecuzioni sommarie, noi che abbiamo scordato le nostre radici cristiane seppellendole in una melma oscena di qualunquismo, giustizialismo e moralismo da baraccone.

Non sapremo mai, nè ce ne importa un fico, cos’era la Libia e cos’era Gheddafi. Non sappiamo cos’è il deserto, la sete, la famiglia, la poesia del mondo degli affetti e degli odi che popolano un’anima beduina, che è ancora un’anima. Ad ogni piè sospinto si parlava di figli uccisi, come in un osceno videogioco. E c’era financo una taglia. Sarà pagata, ora, con tante felicitazioni ai massacratori.

E noi?

Noi non sappiamo più cos’è un uomo. Non sappiamo combattere per le nostre idee, difendere un principio, un orto, una parrocchia. Nelle nostre teste senza spirito ci sono le categorie: i dittatori, i ribelli, i democratici, i disabili, i precari, la democrazia, la dittatura, le guerre umanitarie… ogni vita, nell’apposito scaffale. Come ogni morte. Ah!, pensare fa soffrire, meglio una seduta di lampada ed una lettura di Repubblica. Il sole è tramontato sull’occidente, sotto un cielo insanguinato.

I cani sanno guardare negli occhi degli uomini, noi siamo uomini che non hanno più occhi. La violenza ci incanta, quando è ammantata dall’eufemismo conformista. I poveri ragazzi sfasciano le vetrine, i cari ribelli massacrano un uomo col nostro aiutino ed il nostro benevolo sorriso. Vogliamo tutto. E non abbiamo più nulla: nè amore, nè compassione, nè ragionevolezza.

Ignobilmente, continueremo ad incasellare ogni cosa. Ci seccherà un po’ se tutto non andra’ proprio come ci aspettavamo. Petrolio più petrolio meno, avanti un altro. Un’altra operazione umanitaria. Saremmo lieti di mollare un centinaio di euri se qualcuno fosse capace di argomentare e dimostrare che siamo diversi dai nazisti.

Gheddafi è andato a morire li dov’era nato, combattendo fino all’ultimo respiro perchè il suo sangue irrorasse, purificandola, la terra dei suoi padri. Non ascoltate l’ambasciatore che parla di convogli. Non c’è stato nessun convoglio. Lui era a Sirte.

Sarà stato pure un dittatore. Ma sapeva cos’era una patria. E poi un dittatore cos’è? In ogni lingua vuol dire una cosa. Nella nostra vuol dire tutto cio’ che non ci piace.
Edonismo linguistico e nulla più..

E’stato assassinato un Uomo. Sul deserto scende la sera. Dicono che si festeggi, ma per quanto si sforzino, non riescono a fornirci immagini convincenti. “La Libia… che ne sarà di lei…”, forse avrà pensato mentre gli facevano saltare il cervello.

Onore a lui. Onta a tutti gli altri.


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