Settembre imbrunisce anzitempo il villaggio; le ombre si allungano mestamente avvicinandosi le une alle altre, come per cercarsi: il paesaggio si fa metafora della nostalgia d’una stagione felice.
Ai primi d’agosto doveva aprirsi in piazza una friggitoria: arancini, frittelle, fiori di zucca, pesciolini. Ma non sono arrivati i permessi, nessuno negli uffici competenti: tutti al mare, telefonate il mese prossimo. Probabilmente se avessero allungato un centone a qualche burocrate vacanziere, si sarebbero assicurati un gruzzoletto d’inizio: a ferragosto quaggiù i paesi brulicano di gente che passeggia di sera, e l’aria frizzante della collina stimola l’appetito. Comincia a far freddo. Non si passeggia più.
Intanto è cominciata la campagna elettorale. Solo qualche giorno fa c’erano ancora le locandine delle feste paesane e gli annunci mortuari sui muri: ed ecco che l’allegria e i dolori della passata stagione, balli in piazza, organetti lacrime e compianto, tutto è sparito per far posto ad arroganti facce da schiaffi d’ogni colore politico, compiaciute del loro colpevole nulla. Insozzeranno l’autunno di cartacce inutili rubando scena e colore alle foglie cadute.
La Borsa è andata giù di altri cinque punti, la manovra è all’ennesimo ritocco, la Camusso sciopera, il Corsera non puo’ uscire, il Colle sentenzia, i Penati fanno i Greganti, chi grida al golpe, chi lo fa, chi schiamazza, chi fa il furbo, chi tace, chi acconsente.
Nella piccola contrada proprio di fronte al castello, oggi si faceva la conserva. Tre generazioni di donne s’indaffaravano intorno a giganteschi paioli di rame. Sotto il fico, le bottiglie scintillanti, allineate al sole. La decana seduta su una seggiola impagliata le riempiva una ad una. “Tutta roba del mio orto”, ha detto fiera mostrandomi lo sterminato tappeto di pomodori, i ciuffi color smeraldo del basilico a larghe foglie, meloni, cetrioli, melenzane violette e bianche. Ogni ben di Dio. Il cagnolino e l’edicola della Vergine vegliavano sulla sicurezza dell’ineccepibile e solare catena di montaggio. Non ci hanno lasciati partire senza averci riempito tutto il portabagagli dell’automobile.
Da queste parti c’è ancora chi piange se la grandine arriva a distruggere il raccolto, c’è chi ha la spalla in pezzi perchè è caduto dall’impalcatura e non puo’ concedersi la malattia perchè “l’Inail si paga cara, ma se ti fai male ti da appena i soldi delle sigarette”, c’è chi torna a cercar radici e trova sterpi, chi parte senza dimenticare, chi resta dimenticando. In Belgio, mi raccontano, da tre anni il governo non c’è, e si sta da papi.
Monsignore è venuto a prendere il caffè. Andava alla tivù locale per fare un intervento sul tema: “perchè piange Maria”.
“Perchè non c’è nulla da ridere” ha detto. “Ma certo, non posso dire solo questo, è un quarto d’ora la trasmissione, ma basterebbe.” A Napoli il Cardinale Sepe ha rivendicato il diritto dei Santi di far miracoli, nel giorno dei miracoli, e non nei giorni stabiliti dalla legge. Chissà se verrà in testa a qualcuno di pubblicare sul web il tabulato dei prodigi, o di multarmi per evasione fiscale se mi beccano col portabagagli pieno di zucchine, cetrioli e fagiolini. Sotto la lente d’ingrandimento la Bassa ed il Severo Appennino sono la stessa cosa.
Dov’è l’Italia? Non certo nei giornali, non in parlamento, men che mai in televisione. E forse nemmeno qui, nella grande piazza virtuale dove anche noi, talora troppo ci attardiamo a sputar sentenze scordandoci di uscire e guardare cosa c’è fuori. Perchè l’italia è cosi’: tanti “fuori” diversi, ciascuno un’anima che necessiterebbero forse d’un Padre, che facesse di loro una Patria.
Inventare un destino. Costruire nel pensiero e con il cuore un progetto che renda quella grande famiglia che è ogni nazione più prospera e più bella. Se da soli siamo migliori, è che forse nessuno è stato capace di darci una vera famiglia, o dei buoni motivi per farci sentire a pieno titolo membri amati e rispettati.
E poi c’è Montezemolo, Draghi, la Bce, la Borsa, i derivati, i bond, e i manifesti con le facce da schiaffi, come in un grande videogioco. Che non interessa a nessuno, o forse solo a quelli che hanno la playstation. Ah, si. C’è anche la Camusso. Ma di che cosa stiamo parlando?
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