SE NON SEMPRE, QUANDO?

Ne abbiamo viste, anzi, riviste di tutti i colori. La banalità è ripetitiva ed in tempo di cervelli all’ammasso prospera e si moltiplica. Ed ecco, per non farci mancar nulla, il movimento delle donne, Comencini Cristina barricadera dal palco, ed estasiate vetero-femministe giù in basso in brodo di giuggiole. Naturalmente, poichè come dice monsieur Folantin: “seul le pire arrive” la novità c’è. Ed è che le inossidabili pasionarie del “se non ora, quando?” hanno accolto con una salva di fischi le signore e signorine dei partiti. Degli stessi partiti nei quali il cardone di questo grillismo in gonnella è stato coltivato come se fosse una rosa di Ronsard.

Un capolavoro di coerenza: chiedono spazi senza merito per cromosoma xx e poi s’infuriano con quelle che lo spazio ce l’hanno. Lungi da noi simpatizzare con le perine, le bindi e le bongiorno (ci piacciono di più le signorine buonasera con tanto di sorriso smagliante e tetta semivisibile), se la sono voluta e ciccia. Pero’ è un po’ seccante che passi il messaggio, visto il pennacchio che i media conferiscono alle assatanate, che le donne italiane siano cosi’. Le maggioritarie talora maggiorate, ricercatrici attente delle ricette di famiglia, felici di avere alla domenica i figli, le nuore ed una nidiata di nipoti al desco, che spaiano gioiosamente i calzini al marito e restringono a 90 gradi le camicie di seta a misura di Ken (il cicisbeo di Barbie) e poi fanno pure altro, politica, scrittura, insegnamento, hanno diritto a voce e rappresentanza, perbaccobaccone.

Da Aosta a Trapani, le Italiane hanno sempre incantato il mondo per femminilità. E nella storia si sono sempre distinte, nell’Europa culturale che esisteva, per capacità politiche diplomatiche e creatività, nel bene e nel male. Esse sono state, e sono consapevoli della loro forza di Matres Matutae, numi tutelari della famiglia generatrice della società. In piazza ci vanno raramente, solo se occorre, ma non per rivendicare una fettina di effimero poterucchio. Sanno che la seduzione è il sale della vita e va praticata costantemente. Possiedono con perizia tutta la gamma di colori ma detestano “il rosa” che come la lettera scarlatta è oggi il marchio della vuotezza d’intelletto, dell’ineleganza, e del mai abbastanza deprecato “politicamente corretto”.

Ci dicessero dunque, le signore del “se non ora, quando?” quali sono i loro programmi. Defenestrare le poltronate a fischi e prendere i loro posti? E per far cosa? Le solite invettive generiche sul maschio vessatore? (Sempre lui, ce n’è uno solo in Italia) e poi? Come stabilire gerarchie di valori, linee di condotta, programmi? Tutto cio’ non dipende certo da quello che si nasconde nell’ombra tra gli arti inferiori: dipende dal cervello e dal cuore. Non sembra siano stati nemmeno intravisti entrambi, nell’assembramento toscano tanto osannato dagli scriba del conformismo.

E’ necessario quindi che l’esercito delle casalinghe del fare sia pronto a mobilitarsi in difesa dell’immenso e consolidato potere che detiene. Sì, siamo una grande lobby e lo dimostreremo, inalberando le nostre pentole piene di polpette, i biberons, i ferri da stiro, i piumini antipolvere come le lance dei trecento e con le nostre armi di seduzione di massa, infallibili. Il potere logora chi non ce l’ha. E loro, le quotiste incacchiate, non ce l’hanno. E se occorre, la daremo. Ebbene, sì. Come l’abbiamo sempre data quando ci è piaciuto e quando ci è servito, perchè siamo libere. A loro lasciamo volentieri le articolesse femministe che poi hanno un altro nome: quel sostantivo femminile, che fino ad una trentina di anni fa, se praticato in solitudine, faceva diventar ciechi.

Angela Piscitelli, 10 luglio 2011
Zona di frontiera (Facebook) – zonadifrontiera.org (Sito Web)


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