Sono sbigottito : l’attuale panorama morale/politico d’Italia non è più in grado di suscitare nemmeno sconfortati commenti. I famigerati «ballottaggi» fanno ormai pensare a pietre tombali in bilico. I Berlusconiani, a quanto mi dicono, stanno dividendosi in due schiere: quella dei «Cav. senza ma e senza se!», ovvero “menomalechesilviocè” -, e quella dei “Cav. si’, ma si svegli!”. Io appartengo alla prima schiera…, con aggiunta della seconda. Amo il Cav., ripongo in lui tutte le mie speranze; ma constato che, dalla questione «Libia» in poi, va perdendo colpi. Il pugile è groggy? Cosa tragica: anche perché se provate a dare un’occhiata ai bipedi degli altri schieramenti, ebbene ritornate da lui di corsa, a braccia aperte! La domanda politica è dunque la seguente: «ma che gli ha preso al Cav.?»
E non è la sola, perché c’è la domanda di complemento, strettamente connessa: « Che gli ha preso, al Bossi?» La triste verità psicologica, che non dobbiamo più nasconderci, è che ci stavamo abituando a sperare «in» Bossi. Le tipiche speranze ben riposte. Per un lungo periodo, sembrava che Bossi fosse finalmente cresciuto, e che si occupasse con serietà di questioni serie. Ora invece ci si trova costretti a rievocare persino con nostalgia i mesti tempi in cui faceva esclusivamente cose utili, come portare dalle alpi al mare l’acqua del Po, acqua che di suo, a lasciarla fare, se ne sarebbe salita in alto sulle più alte cime. Ricordava mio figlio da piccolo, che girava indaffarato per il villaggio di Torella «per insegnare ad abbaiare» ai cani randagi che si aggiravano intorno al castello. Da un certo punto di vista, puo’ dirsi che ora Bossi è migliorato, nel senso che non si occupa più di portare acqua al mare, ma bensi’ di portare, o meglio riportare, i soldi a casa. Queste finanze, insomma, Bossi le vuol riportare a nord, ed ha molta parte di ragione: perché mai i Padani dovrebbero lavorare sodo per foraggiare mafie, Sacre Corone, ‘Ndranghete, ‘Ndrine etc.? (Vero è, tra parentesi, che le Mafie etc. stanno andando loro a nord, e buonanotte). Ma anche il federalismo ha i suoi limiti: dovrebbe arrestarsi innanzi al sentimento di Nazione, che pure noi Italiani avremmo il compito di coltivare gelosamente, e pertanto ai delicatissimi fatti di cultura, di patrimonio d’arte, di storia, che ci uniscono. Ed ecco che qui spunta fuori in grande stile il male segreto di noi Italiani: la perniciosa mancanza del sentimento di Nazione. Che, le poche volte che si fa vivo, viene preso per una sorta di decorazione superflua per sentimentali ingenui. Oppure tagliare l’Italia in due? Ma è sicuro Bossi che Austriaci e Svizzeri accoglierebbero i Padani come fratelli? Eppure in Tirolo ed in Canton Ticino dovrebbe esserci stato. Per Austriaci e Svizzeri, cio’ è arcinoto, i Padani non sono che «terroni» indebitamente risaliti un po’ troppo a nord, terroni indebitamente ringalluzziti che bisognerebbe rispedire a Sud a forza di calcin el sedere. Raus!…
Parliamoci chiaro: noi Italiani siamo tutti Italiani solo se coltiviamo con impegno non solo le nostre finanze, ma anche il nostro comune patrimonio culturale. Detto in termini spicci: solo noi Italiani siamo in grado di comprendere, e dunque stimare noi stessi, quanto e come si deve. Se il padano Tremonti afferma che carmina non dant panem, ebbene tutti e due, lui e Bossi (che, ribadiamo, sono anche loro due esemplari di Terroni risaliti un po’ troppo a nord), stanno suicidandosi senza accorgersene. Infatti: la cultura è anche – talora principalmente – coscienza di sé. Che forse la destra, Lega compresa, stia per esser definitivamente contagiata da quella malattia che si chiama istupidimento, e che la sinistra mostra da tempo? I pochi intelligenti di sinistra, come l’intelligente Chiamparino e l’intelligentissimo Renzi, queste cose le sanno. Penso che quel patrimonio di consapevolezza culturale e di «fierezza di essere come si è» (ser más, dicono chiaro e tondo i personaggi del Cid) che tutti dovrebbe proteggerci, presso Bossi e seguaci stia paurosamente assottigliandosi. Fatti come questi sono dannosi anche perché, in un modo o nell’altro, Berlusconi si è lasciato orientare dalla Lega: e fino ad un certo punto cio’ andava bene, perché Lega significa anche concretezza, serietà amministrativa, senso di responsabilità, e significa anche forza, decisione nel «mantenere il punto». Vedi Maroni, o il sindaco di Verona. E invece, tristissima conclusione, di punto in bianco è spuntato questo villano modo di fare, tirar fuori le pretese più sballate un poco alla volta e «a sospresa», che è il sistema tipico dei truffatori… contadini. Eccoli, i «Terroni del nord»! Scarpe grosse, cervello fino…; insomma, i truffatori di questo tipo pullulano non solo a sud.
Ora, ecco che esce fuori dal cappello a cilindro (o meglio, dalla campestre «coppola») la faccenda del decentramento dei Ministeri. La cosa non si capisce bene. Vuol dire essa che un Trapanese dovrà recarsi a Monza, andata e ritorno, per sbrigare una qualche faccenda tipicamente ministeriale, che so, il permesso di aprire una casa di malaffare? Oppure che a Milano ci sarà p.es. il Ministro del Panettone tipo Motta, a Napoli quello della Sfogliatella Riccia, a Palermo quello della Cassata? Sarebbe un vero divertimento. Succederebbe come accadeva con le Facoltà Universitarie prima dell’intervento Gelmini. Con la tradizionale, invereconda voglia di poltrone che contraddistingue le terga di tutti noi Terroni, del Sud e del Nord, ecco che presto spunterebbero mille rivendicazioni: p.es. il sotto-Ministero della Sfogliatella Frolla; quello del Panettone senza canditi; quello del Panettone-con-sole-scorzette-d’arancia; quello della Cassata con naspro verde e quello di quella con naspro bianco. A questo punto, poiché «ccà nisciuno è fesso», ebbene mi farei avanti anch’io, rivendicando la guida del Ministero della Zeppola di san Giuseppe, che mi piace tanto (dico quella fritta, perché per quella al forno ci vorrebbe ancora un altro apposito Ministero, non mescoliamo la lana con la seta, come suol dirsi!)
Abbiamo l’impressione che la componente boscaiola e cioè rozza della compagine leghista, voglio dire l’armata dei «Terroni del Nord», andava tenuta a bada. Si sarà ancora in tempo?
Leonardo Cammarano, 24 maggio 2011
Zona di frontiera (Facebook) – zonadifrontiera.org (Sito Web)
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