IL LABIRINTO, IL MINOTAURO E IL FILO

La Costituzione italiana è labirinto del quale non si riesce a trovare il filo e chi lo porga, Arianna, la Verità. Craxi tentò, si sa la fine, Berlusconi tuttora ci tenta, ma diciassette anni non sono bastati, né si vede alcunché all’orizzonte. Quando qualcuno tocca questo tasto, scatta il rimprovero che altre sono le priorità della “gente” e subito i sondaggi partono per suffragare quest’opinione. Sì, i sondaggiati, il volere del popolo, per sondaggisti e committenti, mette al primo posto l’occupazione e tutto il seguito di belle cose note, la Riforma costituzionale è l’ultima cosa, percentuali irrisorie! Ma chi ha dialogato col popolo, argomentando? Poi accade che l’occupazione diminuisca, i servizi deperiscano, il paese affondi, ma che importa, la colpa e del governo, cioè di Berlusconi che pensa ai suoi problemi ma non ai “bisogni della gente” che il governo precedente aveva tassato! Basta sostituirlo e voilà, ecco i posti di lavoro! Berlusconi, poveretto!, cerca allora il plebiscito, qualche volta non lo ottiene, come questa volta, il più delle volte sì, ma non è servito a nulla, le riforme rimangono al palo, quella della Costituzione si è persa tra le nebbie, ne rimane una, agitata, quella della Giustizia, ma è pura illusione, Fata Morgana, miraggio.

Bello è l’elenco delle riforme, ma tale rimane, elenco della lavandaia, lenzuola ammassate, matassa che non trova il suo bandolo, stese, forse, al sole, ma appese! Si racconta nel Libro che Gesù fece il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, in verità nessuno ci crede più, ma lì così si racconta, favola innocua. Non si ricorda e non si ascolta Gesù quando si riferisce, nel medesimo Libro, che prima di ciò che entra in bocca conta ciò che da essa esce, il Verbo, lo Spirito. Mai Giovanni nel suo Vangelo avrebbe potuto dire “In principio è il Logos, Verbum, Parola”. Si ama dire, almeno una volta era così, ora nemmeno questo, che Gesù pensasse e dicesse che non si viva di solo pane, ma dirla solo così svilisce il suo Detto, egli vuol dire che senza la Parola, senza l’Idea, pani e pesci non possono moltiplicarsi, che se la Mente langue, i reclami di stomaco e pancia aumentano.

E’ vero, lo snob, tanto sinistra liberal di Cinecittà, accusa Berlusconi di essere votato dalla “pancia” del paese, ma lo snob finge di non sapere di essere un crapulone, vini doc e prodotti dop nei musei moderni. No, la colpa di Berlusconi è di non avere dato un’Idea alla “pancia”, una Mente, una classe dirigente degna di questo nome. Ma per fare questo occorreva trovare il filo, il bandolo della matassa. Perché, dunque, né Craxi né Berlusconi hanno toccato il bandolo della matassa? Perché non si sono accorti di vagare in un labirinto e che questo labirinto fosse la Costituzione. Vi sono entrati, ma nessuna Arianna ha fornito loro il filo per uscirne, dopo aver ammazzato il Minotauro che divorava la gioventù ateniese, come la Costituzione italiana con il suo Minotauro divora la gioventù italiana.

Chi è il Minotauro che non hanno visto? L’art. 87 della Costituzione recita: “Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale”. Se si ha la pazienza di leggere, allo stesso articolo, le prerogative del Presidente e all’art. 117 i poteri dello Stato, nonché agli art. 42 e 43 i poteri proprietari ed espropriatori di quest’ultimo, capirà di chi è il vero potere in Italia, di cosa il Presidente è capo detenendone i poteri, di chi vigila a difesa di questi poteri, la Magistratura, della quale il Capo dello Stato giustamente presiede i lavori dell’organo di governo.

Il Minotauro è il Capo dello Stato, il padrone del Labirinto che inghiotte la speranza del paese, i giovani. Moro se ne accorse! Statolatria! Chi sostiene che Napolitano stia abusando dei suoi poteri, sbaglia, egli è ancora lontano dall’usarli tutti, in particolare il massimo. Se non basterà la Magistratura, occorrerà utilizzare l’art. 88: “Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse”. Può dunque licenziare il disturbatore della pubblica, statale quiete, Berlusconi! Ciò gli stanno chiedendo Repubblica e i suoi pennivendoli, altro che storie, non c’è clausola, se non l’abitudine invalsa, che lo impedisca, o almeno io non riesco a trovarla. Si può gridare all’eversione, e lo si fa, ma è abbaiare alla luna, questa è una Costituzione costituzionalmente eversiva, da capo a piedi, del volere popolare, ma di un volere non di un potere e l’erba voglio cresce solo nel giardino del Re, del Minotauro, di colui che può ciò che vuole, direbbe Dante. Le riforme attendano in nome della “pancia” del popolo, vuota! Che fare? Qual’è il filo? Né ho parlato in due articoli, dare il predellino al popolo non a un uomo, perché il suo volere sia nel suo potere e sovverta la sovversione!


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