“La sconfitta è il blasone di ogni anima ben nata” Ortega Y Gasset
Noi abbiamo sbagliato tutto. E’ bene dirlo perché nessuno lo ammette mai. Ma se si vuole costruire un’Italia decente, bisogna ripartire dagli errori.
Letizia Moratti non ne ha azzeccata una. Le sono le mancate tutte le parole giuste, un caso di amnesia totale: invece di inseguire la sinistra nelle risse, avrebbe dovuto difendere il suo operato di sindaco e dire alla gente come avrebbe fatto di meglio e di più. La campagna elettorale di Torino non è pervenuta, come quella di Bologna; eppure erano realtà dove si poteva costruire un ragionamento amministrativo alternativo. Certo, forse Fassino avrebbe vinto uguale, ma noi avremmo seminato. A Bologna Tremonti ha fatto un comizio surreale: un professorone di economia come lui non può usare il linguaggio di Bossi con la erre moscia, fa cadere le braccia. La gente ha pensato che fosse Crozza con la parrucca.
Discorso a parte è quello di Napoli. Di Napoli non ha capito niente nessuno, noi, men che mai. Il povero Lettieri come “l’asino in mezzo ai suoni” ha fatto quello che ha potuto in una città ingovernata ed ingovernabile dai tempi dei bravi sindaci socialisti Polese e D’amato, uomini di passione e da combattimento, capacità politica e capacità amministrativa spazzata via da mani pulite. E che succede a Napoli? Che finisce al ballottaggio proprio il nulla fatto Magistrato, quel De Magistris, fratello-coltello di Di Pietro, demagogia con la brillantina, pronto a sfruttare il vuoto programmatico di tutti per ergersi a fulgido paladino dell’ordine. Chiunque vincerà a Napoli, la città avrà perduto. Continuerà ad annaspare tra spazzatura, inquinamento, monumenti a pezzi, clientele, baruffe, microcriminalità, tiracampà. Per fornire una speranza alla città ci sarebbe voluto un concorso di forze trasversale e lungimirante, programmi chiari, innovativi, rivoluzionari ed un colpo di genio.
Ci saranno i ballottaggi, ma queste amministrative sono da dimenticare per merito e per metodo. Sono invece da ricordare come esempio di tutto ciò che non s’ha da fare se si vuole ottenere risultati significativi, ma soprattutto se si vuole davvero governare con eccellenza le realtà locali. La brodazza fornitaci dai moderati di destra e di sinistra ha avuto come risultato il trionfo degli integralisti, e non è un buon segno per l’Italia.
Ed è per questo che in chiusura, da “signora nessuno” mi permetto di tirare rispettosamente le orecchie pure al Cavaliere dicendogli: “è tempo che a questo Pdl adorante, arruffone, straparlante ed inconcludente si sostituisca un movimento fatto di ragionatori critici, radicati nei territori e con un minimo di carisma. Ci sono. Perché a voler far sempre tutto, va a finire che si fa tutto male”.
Angela Piscitelli, 16 maggio 2011
Zona di frontiera (Facebook) – zonadifrontiera.org (Sito Web)
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