Flavia Perina, ex direttore de “Il Secolo d’Italia”, deputata parlamentare in forza a Futuro e Libertà per l’Italia, ha scritto il 22 aprile un “Appello agli amici di Fli”, pubblicato dal “Fatto Quotidiano” di Padellaro & Travaglio in occasione del primo anniversario «dalla famosa “direzione del dito alzato”». Affermando che «sì, “formalmente” siamo stati cacciati, ma anche se non fosse successo ce ne saremmo andati perché non riesco a immaginare la destra finiana (o una qualsiasi destra occidentale) al servizio del progetto del premier», pensionando così l’antica (e inutile) recriminazione su chi avrebbe cacciato chi. «C’è voluta la sintesi» continua Perina «di un intellettuale atipico, Antonio Pennacchi, per svelare quale sia il centro della questione: altro che destra e sinistra, il vero spartiacque oggi è tra chi sta con lo Stato e chi con l’Italia dell’interesse privato»
Sappiamo tutti che gli attriti di Fini con Berlusconi iniziano ben prima della direzione del ditino. L’ingresso nel PDL è stato mal digerito, subìto per non perdere buona parte dei colonnelli che, come si è visto, dovendo fare una scelta di campo hanno preferito comunque Berlusconi a Fini. Quest’ultimo ha fatto buon viso a cattivo gioco, credendo che facendo il guastatore da dentro il partito avrebbe ottenuto maggiori vantaggi. Poi altri fattori, anche umani e d’incompatibilità, hanno propagato l’incendio.
Berlusconi non rappresenta o non viene visto da chi lo vota come un despota che vuole piegare il Paese ai suoi interessi personali e lo scontro con alcuni magistrati viene percepito come legittima difesa. Di certo è ancora in grado (a torto o a ragione) di incarnare il ruolo di colui che potrebbe cambiare l’Italia ed è riuscito a fare credere che altri, tra cui Fini, glielo abbiano fin’ora impedito. Vero o falso che sia.
FLI sta dando invece dei segnali estremamente discontinui e contraddittori. Basti ricordare il voto favorevole sul Lodo Alfano e aver negato l’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro Lunardi. Non solo, ma il 25 novembre 2010 lei, assieme a Benedetto Della Vedova, Fabio Granata e Chiara Moroni facevate una escursione sul tetto della facoltà di Architettura de La Sapienza, mentre solo due giorni dopo Fini dichiarerà che Fli voterà la riforma dell’università, sostenendo che il ddl Gelmini ”è una delle cose migliori di questa legislatura”. L’ultimo schizofrenico comportamento di un lungo elenco è di questi giorni, legato a Moratti sì, Moratti no.
Fini si è posto in una posizione statalista ma, non so se ve ne siete accorti, molta gente lo Stato lo vede ormai come un nemico che strangola le piccole imprese e gli artigiani con tasse e burocrazia. Molte, moltissime persone, non ne possono più, non ce la fanno economicamente e hanno individuato il problema nella Costituzione, nella Burocrazia, nelle Istituzioni che invece Fini difende con una retorica e una prosopopea che lascia quantomeno perplessi. Non si può difendere lo status quo se questo rappresenta impoverimento, difficoltà di ogni tipo, sperequazioni e impossibilità di intrapresa e libera iniziativa.
È falso affermare non esistano più destra e sinistra e anche se ci sono sempre state affinità tra la destra sociale e il marxismo, la vostra alleanza con Pennacchi assomiglia di più ad una resa, ad un ripiegamento sugli spazi lasciati liberi dal nemico. Con queste scelte, innaturali e che vanno spiegate con fiumi di inchiostro dal colore sofista, non si offre una politica chiara agli elettori.
Neppure il continuo affermare d’essere determinanti, ieri per la governabilità (e abbiamo visto pure come sia finita), oggi per Milano, vi fa molto onore. Sono affermazioni autoconsolatorie, un continuo rimirarsi allo specchio dicendosi d’essere belli, mentre, persi in queste pulsioni narcisistiche avete smarrito completamente la bussola di una politica chiara e coraggiosa, saltando da una parte all’altra, dando l’impressione d’essere animati solo dall’ossessione d’essere contro Berlusconi.
Per sentire, con onestà, il vostro «ne’ cacciati ne’ vittime di Berlusconi», ma semplicemente incompatibili, abbiamo dovuto attendere un anno. Per sapere se avrete deciso di essere carne o pesce, quanto?
Paolo Visnoviz, 23 aprile 2011
Zona di frontiera (Facebook) – zonadifrontiera.org (Sito Web)
PS: È stata molto gentile a rispondermi: «Lungo, ma sensato. I nodi che indichi vanno sciolti in fretta. Ma ti invito a riflettere anche una citazione che a me piace molto: “Nella vita non ci sono soluzioni, ma forze che si mettono in cammino. Le soluzioni vengono dopo”.» Flavia Perina
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