Indipendentemente, ma non indifferentemente, da come si chiuderà questa legislatura Berlusconi non si ricandiderà. Lo ha annunciato egli stesso ed è ragionevole aspettarselo. Si chiuderà così il ciclo del berlusconismo, nel senso proprio del termine, ma è difficile ipotizzare che le novità portate in politica proprio da Berlusconi – la leadership fortemente carismatica, l’uso dei media, il rapporto diretto con l’elettorato – si chiudano con la sua uscita di scena.
Non c’è bisogno di Weber per segnalare i limiti e il pericolo di questa forma di potere, essi sono evidenti in quanto intrinsecamente connaturati nella figura del leader stesso e ad essa profondamente legati. Questa scomparendo rischia di portare alla disgregazione del sistema.
Si pone quindi il problema di perfezionare la leadership carismatica in quella che viene definita una routinizzazione esaustiva, ovvero la sostituzione dell’autorità carismatica con una burocrazia costituita. In questo caso ciò potrebbe avvenire strutturando il partito con delle regole atte a garantirne la successione.
Escluso, senza partito e quindi senza regole come attualmente si presenta il PDL, di poter procedere ad una sostituzione del leader pescandone un erede nel partito stesso. Questo esploderebbe in mille correnti e rivalità.
Ma vi è pure un’altra via: quella di avvicendare il leader carismatico con un altro leader carismatico. Anche questo non permette però di scegliere all’interno del partito: qualsiasi figura attualmente esistente è per definizione un numero due e se anche vi fosse un’altra forte personalità questa si sarebbe già palesata, scontrandosi con l’attuale leadership. Puntare su di un outsider non sarebbe praticabile, la politica ha bisogno di volti noti, di popolarità e questa non si costruisce dall’oggi al domani, neanche nell’era di Internet.
Sembrerebbe un vicolo cieco, ma ad essere attenti vi sarebbe un personaggio che potrebbe svolgere questa funzione. Si chiama Matteo Renzi.
Dotato di notevole carisma, antiforcaiolista, pragmatico, non distante dalle posizioni del centro-destra, rappresenta l’alter ego naturale dell’attuale Premier. Sono note le sue posizioni critiche nei confronti della nomenklatura del PD che vorrebbe rottamare. Proprio da questa temuto, al punto da essere stato completamente isolato. Grave errore. Difficile imbavagliare Renzi e questo modo di fare non può che aver rafforzato la sua convinzione d’essere in un vicolo cieco. Almeno fino a quando rimarrà nel PD.
Nemmeno può però compiere il salto della quaglia, verrebbe impallinato senza pietà. Da destra come da sinistra. Quindi per poter realizzarsi questa ipotesi dovrebbe sorgere un nuovo soggetto politico guidato da Renzi, benedetto da Berlusconi, con conseguente discioglimento del PDL.
Fantapolitica? Chissà, di certo sarebbe un colpo di teatro che spiazzerebbe le opposizioni portandole nuovamente sull’orlo di una crisi di nervi e il centro-destra a governare per altri vent’anni.
Paolo Visnoviz
21 febbraio 2011
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