Avrò avuto vent’anni o poco più. Non ricordo. Spagna. Lloret de Mar. Oltre a spiagge, discoteche e un amore giovanile, ad un tiro di schioppo c’era Barcellona. Che per me significava il Montjuic, Mirò, una provvisoria di Dalì in attesa di venir definitivamente trasferita a Figueres e, ancora, il barocchismo gotico e surrealista di Gaudì. …continua
«È bene ricordare che l’intuizione intellettuale è una realtà certa e utile, che però apre la porta anche a una raddoppiata facilità di dire scempiaggini. Tale facilità, tuttavia, è sempre un sintomo a favore: quando ci si avvicina al margine di un’area d’ispezione, questa è la sola ubicazione utile per ispezionare, ma vi aumentano i rischi di cader giù.»
«Vivere significa trasgredire, e trasgredirsi.»
«In fondo, siamo tutti bambini; e poi i filosofi, come si sa, sono più bambini degli altri. E infine, non si immagina quanto lo siano i filosofi dilettanti come me.»
— L. Cammarano
Sulla frontiera, Leonardo Cammarano c’è sempre stato. La vita — l’ha scritto — dovrebbe essere «una costante ricerca della vita»; il concetto non è troppo intuitivo, per la maggior parte di noi che restiamo in panciolle a guardare inebetiti l’entropia che ci precipita lemme lemme verso l’abisso.
Stare sulla frontiera è essere dappertutto e da nessuna parte, per fottere il tempo con elegante fermezza, curiosità, ironia e meraviglia: in questo modo, il non-luogo muta costantemente e ogni attimo diventa un’avventura dello spirito. …continua